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LA REALTA'

All’origine del Setterosa una favola di umanità

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di Raffaele

– Cinque ragazze, un origine comune. Arianna Garibotti, Aleksandra Cotti, Elisa Queirolo, Teresa Frassinetti e Roberta Bianconi hanno conquistato la medaglia di bronzo agli europei di belgrado. La Spagna, campione europea in carica è stata sconfitta nella finale per il 3° posto al termine di una partita combattuta e sofferta, grazie punteggio di 10-9 e un gol all’ultimo minuto di Roberta Bianconi. L’ungheria si è laureata campione piegando in finale la temibile olanda. Qualificazione a Rio? Mancata, ma non importa: le azzurre ci riproveranno a Marzo nel torneo preolimpico. Cinque ragazze, la gloria oggi le unisce, ma non è questa la vera notizia. L’elemento centrale, il fatto sorprendente che accomuna queste atlete è una storia di sacrifici e un marchio di fabbrica comune: “Rapallo Pallanuoto”. Per Aleksandra, in particolare, Rapallo non è solo una parentesi passata ma anche una bella realtà nel presente e nel futuro. C’è molto di noi tra le fila del setterosa, e questo ci deve rendere ancora più orgogliosi dell’eccezionale risultato raggiunto dalla nostra nazionale; d’altra parte questo risultato positivo ci deve spingere alla riflessione e all’autocritica. Lo straordinario a volte si manifesta vicino a noi senza che ce ne accorgiamo, ci passa accanto silenzioso, umile. Troppe volte lo perdiamo, immersi nelle solite abitudini, in profili virtuali, nei nostri sogni, con la mente aperta verso un mondo lontano ed effimero, e nello stesso tempo chiusa e disinteressata nei confronti della vita reale, che si mostra con semplicità per quello che è… E cosi, lontane dai riflettori della notorietà si allenano al nostro fianco nelle piscine di tutta italia atlete straordinarie, ore e ore, giorno dopo giorno, una vita intera, per inseguire un sogno che si chiama olimpiade, scudetto, vittoria. La loro passione è forte, tenace ma quotidianamente ignorata o addirittura disprezzata da una società che riscopre i propri valori e la propria unità solo in prossimità dei grandi eventi, influenzata dall’emozione del momento. Oggi festeggiamo, siamo felici, ma non fermiamoci a questo. La verità di un sentimento infatti si verifica nel tempo. Impariamo a portare sempre nel cuore l’affetto, il calore e la riconoscenza verso le nostre ragazze che ogni giorno lavorano duramente per rendere noi italiani più grandi e più belli agli occhi del mondo. Per non ridurre ancora una volta lo sport a fatto di cronaca e sentimento passeggero.

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NIGERIA/Quando lo sport si trasforma in guerra

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Un anno come questo, autore di catastrofi impensabili, non si lascia sfuggire proprio niente: la rabbia spesso è causa di tremendi mali. In un clima dove vittime e perdite non mancano a causa della guerra, ne sopraggiungono altre per tragedie sempre più strazianti. Nigeria, 29 Marzo 2022, con l’eliminazione dai mondiali della squadra nigeriana, in campo scendono i tifosi: infuriati per il pareggio (fatale per l’esclusione dal campionato) gli spettatori hanno trasformato lo stadio in un campo di battaglia. Una partita pareggiata 1-1 con il Ghana ha portato al fallimento della qualificazone al Mondiale in Qatar. Tragedie come questa non dovrebbero nemmeno esistere, eppure sono più attuali di quanto crediamo.

In un clima di scompiglio, rabbia e ribellione da parte dei tifosi, un medico addetto ai controlli antidoping dei giocatori è stato aggredito e ucciso. Non si conosce ancora con certezza la dimanica, ma una cosa si sa per certo: allo stadio nazionale di Abuja è scopppiato il caos. Una rabbia confusa, priva di fondamenti, sfogata su persone e oggetti, ha portato anche a questo: una luce in meno nel mondo dello sport. Anche i tentativi di rianimare la vittima, dopo essere stata percossa e calpestata violentemente dalla folla, sono stati inutili.

Così scompare un uomo, così si distrugge una famiglia: nello scompiglio di una semplice partita di calcio, un risultato sfavorevole ha portato alla morte di un innocente. L’uomo era stato numrose volte chiamato come medico in altri campionati e occasioni negli anni precedenti, ma a causa di persone così spregevoli non potrà prenderne più parte in futuro. Adesso il vuoto non è solo più in quello stadio, su quegli spalti e sul terreno da gioco devastato, ma anche nei cuori di chi lo conosceva.

Perde la vita Joseph Kabungo, che lascia un silenzio così profondo e triste da far riflettere anche i cuori più meschini. E’ bastata questa dimostrazione, qualche zolla di terreno strappata e panchine rovesciate, a insegnare che la guerra non esiste solo all’interno di determinati confini. Nessuno è salvo fuori dalle frontiere, perché a determinare la guerra è l’uomo stesso e i suoi istinti ingiusti, non  soldati e missili. La vera guerra è dentro l’uomo e per quanta paura possa fare, siamo i primi a ostinarci a combatterla contro gli altri. Questa tragica vicenda, per quanto brutale, è solo l’ennesima prova che la violenza è sempre causa e mai soluzione.

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MADRI LAVORATRICI/Come le donne liguri hanno affrontato il Covid

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Mancano ormai pochi giorni all’arrivo dell’estate e, con essa, di quel senso di spensieratezza e leggerezza che i mesi caldi portano con sé. Quest’anno, però, la fine della primavera preannuncia anche un definitivo abbandono delle tanto odiate norme anti-Covid.  (altro…)

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VIRUS/Cosa succederebbe se sparissero tutti?

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Nel corso dei secoli i virus sono stati responsabili di decine di milioni di morti, provocando malattie in parte ancora oggi incurabili. Quest’ultimo anno sarà ricordato per la diffusione della pandemia da Covid-19, che ha mietuto in tutto il mondo migliaia di vittime.  (altro…)

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