Attualità/Che cos’è lo Spread Btp-Bund?

di Youssef Radah –

Nelle ultime settimane si è tornati a parlare di spread, di Btp e Bund; ma cos’è il tanto temuto spread?

 

In realtà quando si parla di spread, si intende nello specifico lo spread tra Btp e Bund, ovvero la differenza di rendimento tra buoni del tesoro italiani e buoni del tesoro tedeschi. I titoli di stato, di cui sia Btp e Bund fanno parte, sono delle obbligazioni: una società, una banca, un privato cittadino può decidere di comprarli e nel fare ciò fa un prestito allo stato, il quale in cambio è tenuto a pagare degli interessi detti tasso di rendimento, semestralmente o annualmente; inoltre al termine del contratto, nel caso dei Btp italiani la scadenza può essere di 5 o 10 anni, lo stato deve restituire il valore dell’obbligazione.

 

Ma non tutti i tassi di rendimento sono uguali. Essi, infatti, rispecchiano la stabilità e la salute economica di una nazione, e più in generale, la fiducia dei mercati nei suoi confronti. Più è alto il rischio collegato a un investimento e più deve essere alto il tasso di interesse, perché un qualsiasi investitore rischierà i propri soldi solo se le prospettive di guadagno sono maggiori. Perciò se lo spread Btp-Bund sale, significa che i mercati hanno paura a investire sui titoli di stato italiani, poiché non hanno fiducia nella capacità finanziaria dell’Italia: in pratica temono che la banca di Stato non sia in grado di ripagare il debito e che vada in default. Per fare fronte alla paura degli investitori lo Stato alza gli interessi offrendo maggiori guadagni, ovvero alza lo spread.

 

In Italia, l’assenza di un governo per oltre tre mesi ha creato una situazione di incertezza, la quale ha portato lo spread a toccare la soglia di 300 punti base, il massimo storico da oltre 3 anni; basti pensare che negli ultimi 2 anni era in continuo calo e si era assestato intorno ai 150 punti base. Dire che il differenziale tra Btp e Bund è di 300 punti base, significa che la differenza tra i rispettivi tassi di rendimento è del 3,0 %.

 

Lo spread influisce negativamente anche sul debito pubblico. Lo Stato paga sempre lo stesso tasso di interesse per quanto riguarda i Btp già emessi, ma via via che questi scadono, dovrà venderne di nuovi al tasso corrente maggiorato, fatto che fa aumentare gli interessi sul debito pubblico. Ma più in generale l’influsso negativo colpisce tutta l’economia: a partire dalle banche, le quali sono solite comprare Btp per speculazioni finanziarie, e di fronte a un’impennata dello spread si ritrovano con titoli di stato svalutati, poiché aventi un interesse minore di quello attuale. Perché comprare le obbligazioni da una banca, quando quelle nuove hanno interessi più alti? Senza contare il fatto che se un’economia viene stimata debole, si riducono gli investimenti sulle aziende del posto, con conseguenti perdite in borsa.

 

In nome della difesa degli interessi finanziari dell’Italia lo stesso presidente Sergio Mattarella ha rifiutato il ministro dell’economia Paolo Savona, mal visto dai mercati di tutta Europa. Forse si è trattata di una scelta discutibile dal punto di vista politico e costituzionale, criticata da molti anche aspramente, molti che probabilmente non dovrebbero arrogarsi il diritto di giudicare l’operato di un laureato in magistratura con lode alla Sapienza; in ogni caso è stata un’abile mossa dal punto di vista finanziario, anzi doverosa, poiché ha evitato una flessione negativa della borsa italiana, che avrebbe probabilmente seguito alla designazione di un anti-europeista quale ministro italiano dell’economia. Per intenderci ha evitato che la Piazza Affari, la borsa di Milano, perdesse parecchi miliardi di euro; e certamente è negli interessi di ogni cittadino.

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