Times Square, incidente di responsabilità

di Elisa Pomata-
Times Square, ore 12. Le persone camminano spensierate, chi di fretta, chi con calma, passeggiando.
Ad un certo punto un boato, persone che saltano, grida di dolore e paura.
Una macchina si schianta contro la folla ad alta velocità, provocando la morte di una diciottenne e ferendo altre 23 persone.
Alla fine della folle corsa, il conducente tenta la fuga, ma viene prontamente fermato.
Si tratta di un 26enne di origine sudamericane, già noto alla polizia per guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di droghe, esattamente come questa volta.

IL TRAGICO EPILOGO
Fortunatamente i numerosi feriti non hanno portato lesioni particolarmente gravi, ma di certo la morte della ragazza non può passare inosservata. Si tratta di una vita spezzata dall’incoscienza di un ragazzo poco più grande di lei e di coloro che non hanno preso provvedimenti, visti i suoi precedenti. Ovviamente, essendo in uno stato estero, non possiamo aspettarci di poter applicare le stesse regole, ma rimane il fatto che si trattava di un ragazzo sotto effetto di droghe, e sicuramente non leggere.

ALLARME TERRORISMO
Appena dopo l’accaduto, sono partiti gli allarmi anti-terrorismo, dal momento che la dinamica era simile agli attacchi di Nizza e Berlino, dove una vettura si gettava contro la folla per provocare più morti possibili. Essendo in un periodo di costante paura e tensione, sono stati effettuati tutti i controlli di routine, anche se poi “fortunatamente” si è trattato di un incidente.

LA RESPONSABILITA’
Dopo aver analizzato la vicenda sorge spontanea una domanda: perché questo ragazzo era ancora in possesso della patente?
Può sembrare una domanda sciocca, ma in realtà si collega a  tutte quegli aspetti della giustizia mondiale che non vanno affatto bene. Non è di certo normale che un ragazzo con tali precedenti possa lliberamente circolare, ma in fondo la colpa dell’incidente non è completamente sua, ma anche di chi ha permesso tutto ciò.