Lavorare all’estero o no: alcuni consigli

di Aurora Stilli

– Sicuramente uno degli aspetti più dolenti di questo periodo è la mancanza di lavoro, o l’inadeguatezza di alcuni contratti lavorativi, o ancora l’inadeguatezza dei lavoratori nei confronti del proprio impiego.Da poco abbiamo parlato di “crisi” e cosa significa vivere in un tale clima economico per gli italiani. Di sicuro il lavoro è al centro della questione. Avrete già sentito mille volte parlare del lavoro che non c’è, dell’economia che non riesce a ripartire, degli impedimenti che si frappongono tra noi e l’ambiente lavorativo. Eppure lo abbiamo creato noi e ora non riusciamo a gestirlo. La maggior parte delle volte c’è una scappatoia a tutto questo, alla quale ricorrono in molti: il lavoro all’estero.

Come trovare lavoro all’estero?
Per poter avere un’opportunità lavorativa al di fuori del nostro paese serve molto più di una semplice laurea. Ormai la concorrenza si fa sempre più spietata, viviamo in un mondo dove la concezione di cosmopolitismo è quella che domina sulle altre. Allora tenetevi pronti, perché se volete una vera occasione, dovete stare al gioco.
Il CV europeo non deve mancare: il curriculum vitae è ciò che permette la divulgazione della vostra formazione e delle vostre esperienze lavorative. Il passaporto delle lingue è ciò che certifica le conoscenze linguistiche, ma non tutti ce l’hanno, anche se oggi giorno è una delle cose più importanti.

L’indennità di disoccupazione
Inoltre vi è un beneficio per coloro che cercano lavoro all’estero, anche se in realtà è un processo abbastanza complesso. Si tratta dell’indennità di disoccupazione, ovvero di un assegno che viene erogato ai lavoratori che hanno perso involontariamente la loro occupazione, ma la normativa europea consente di continuare a percepire l’indennità di disoccupazione nel caso che coloro che abbiano subito il licenziamento involontario vogliano tentare di trovare un impiego all’estero. In poche parole è un sostegno economico che aiuta il proprio sostentamento mentre si è alla ricerca di un lavoro in un paese parte dell’Unione Europea.

Questione di scelte
In ogni caso, qualunque scelta facciate, rimanere o partire, questa sarà condizionata dall’apporto economico che guadagnerete o che spenderete nel trasferivi. Il lavoro è la base dell’economia e a volte può spaventare sentirsi così persi nel mondo lavorativo. Nulla è sicuro, nulla è garantito. Ma la scelta di cambiare paese, vita è qualcosa di estremamente radicale. È giusto sottoporsi a questo tipo di cambiamento? Siamo inermi di fronte alle nostre difficoltà economiche oppure il lavoro è proprio quello che può darci una spinta per riemergere? Sicuramente molte volte è meglio andare via e avere una vita migliore, ma c’è chi fa anche un’altra scelta: rimanere e lottare. Cos’è meglio per la società e cos’è meglio per i singoli? Di sicuro sono due risposte diverse. E tu cosa faresti?

Lavorare all’estero o no: alcuni consigli

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