EMERGENZA LATTE, cosa berremo nelle prossime settimane?

 

 

di Daniela Tarquini

– “La guerra del latte”, innescata dallo stop di Parmalat che non ha rinnovato il contratto con la Cooperativa Genovese, aveva costretto i caseifici a gettare via la produzione giornaliera di latte, non avendo più assicurato il ritiro e lo sbocco sul mercato.
La multinazionale aveva ridotto a 0,25€ la cifra da pagare ai caseifici, che non sarebbero più rientrati nelle spese; di conseguenza Parmalat ha preferito iniziare ad acquistare il latte da produttori stranieri, la cui provenienza non è specificata ma che vendono il loro prodotto a prezzi inspiegabilmente bassi.
Oggi il latte di Genova e dintorni è salvo. La distruzione di 60 quintali di latte al          giorno cesserà domani, e comincerà da Rossiglione: é infatti stato trovato un accordo tra la coopertiva e la ditta Torinese che è pronta a ricevere i prodotti liguri.
Essenziale ancora una volta il ruolo dei social, insorti in loro aiuto: invitando alla solidarietà con i produttori genovesi di latte, boicottando l’azienda e i suoi prodotti, diffondendo l’invito a non acquistare più gli articoli dei grandi marchi che rifiutano di usare il latte locale, e proponendo di sostenere gli allevatori acquistandolo dai distributori sparsi per la città. Rivolta scoppiata soprattutto su Facebook, con decine di preoccupati consumatori che contestano la politica commerciale della multinazionale, che ha preferito un latte estero sconosciuto sminuendo così il valore di un prodotto locale e controllato.
Il benessere dei cittadini si è davvero ridotto al valore di soli 25 centesimi?
Fino a quanto gli interessi economici prevarranno sulla salute dei consumatori?

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *