FERMATE IL TAGLIO!

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di Angéline Trugli De Benedettis

– Mutilazione dei genitali femminili: se pensate che non ci riguardi vi sbagliate.

In pochi sono a conoscenza del fatto che le ragazze sottoposte a questa ablazione sono addirittura duecento milioni in tutto il mondo. È un inferno. Immigrate o no, si trovano in Africa, America, Australia, Asia, Europa ed Italia, ma non sono solo numeri o Paesi. È possibile rendersi conto di quanto sia atroce per una neonata o una ragazzina solamente scoprendo la cultura ed i metodi usati. Ma in cosa consiste esattamente la mutilazione? Le tecniche sono tre o quattro e dipendono dalle varie zone di provenienza, dalle tradizioni trasmesse nel popolo e nella famiglia. Il primo tipo consiste nella circoncisione, cioè una rottura del clitoride con la fuoriuscita di sette gocce di sangue simboliche. Il secondo è l’escissione, cioè la rottura del clitoride, con in più anche il taglio parziale o totale delle piccole labbra. Il terzo è l’infibulazione, che a differenza dei primi due prevede anche un taglio totale e parziale delle grandi labbra ed in più in una cucitura della vulva, lasciando aperto solo un foro per permettere la fuoriuscita dell’urina e del sangue durante il ciclo mestruale. Il quarto tipo è molto vario e comprende numerosi interventi. Quest’ultimi provocano danni di vario genere, sia psicofisici che psicologici, causando una crescita problematica nelle menti e nei corpi delle ragazzine, che provano anche dolori lancinanti. Urlare, piangere, soffocare nei pensieri il fatto di essere diverse dalle altre. Vi siete mai chiesti a quali conseguenze può portare tutto ciò? Subito clandestinamente o meno, può portare a emorragie, shock, infezioni, cisti e spesso anche alla morte. Inoltre, anche il rapporto più naturale che si possa avere con l’uomo amato diventerebbe ancora più doloroso e provocherebbe disagio. In seguito, durante il parto, queste donne potrebbero rischiare di morire, ma anche di mettere a rischio la vita del nuovo arrivato. Niente sarebbe più normale. Niente sarà più guardato come prima dagli occhi di queste ragazze, rimaste ferite e calpestate. Grazie, però, ad alcune testimonianze ed alcune verità e accorgimenti, lentamente si è iniziato a reagire: dalle campagne di protesta alla giornata per ricordare che, anche se nei Diritti Umani la mutilazione è un atto illegale, ci sono ancora circa tre milioni di bambine nel mondo che ogni anno rischiano nuovamente di essere sottoposte a questa mostruosità. Non possiamo rimanere indifferenti davanti a un fatto del genere: ciò che per noi è la normalità non lo è per altre ragazze. «Lasciateci libere, non cambiateci e non fateci del male!»

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