Fin dove ci porterà Donald Trump?

di Valentino Ferrari

– Che sta combinando il tycoon in America?

Non sono neanche passati quindici giorni dall’inizio della nuova presidenza, che Donald Trump già sta mantenendo ciò che aveva promesso nella campagna elettorale.

Il muro con il Messico: in che cosa consiste? Sarebbe possibile farlo?

Il primo progetto di Trump risulta essere la costruzione di un muro al confine tra USA e Messico per fare in modo che nessun messicano possa entrare in America. Qual è il vero motivo? Trump non odia messicani: lui odia i poveri e i messicani, in gran parte, lo sono. I problemi che porta questa riforma sono molteplici, tra essi spicca il costo elevato: 7,4mln di dollari al miglio (poco più di 1km). È da notare il fatto che in realtà un muro tra le due nazioni esiste già: il Wall of Shame (muro della vergogna), fatto costruire nel 1994 tra San Diego e Tijuana, per evitare che i narcotrafficanti messicani entrino in America.

 

Via tutti i rifugiati!

Effettivamente questo argomento non era stato trattato in modo chiaro durante campagna elettorale, però, tenendo conto delle sue dichiarazioni, lo si poteva intuire. Trump sta allontanando dall’ America tutti i rifugiati che richiedono asilo. Quindi coloro che fuggono per andare a vivere negli USA devono adesso optare per altri paesi come il Canada. Tutto questo va contro i principi degli Stati Uniti, visto da molti come un luogo di salvezza dove vengono accolti tutti. Questi progetti, che prevedono muri ed espulsioni, non si possono dunque considerare caratteristici.

 

Stop agli ingressi da sette paesi

Ecco però la riforma peggiore: Trump sta vietando a chiunque risieda in Iran, Iraq, Siria, Yemen, Sudan, Somalia e Libia di raggiungere l’America. Ciò sta causando una terribile crisi diplomatica con questi paesi, che potrebbe sfociare addirittura in aperti conflitti. Questo fatto rappresenta inoltre un problema per grandi aziende come Google, che ha dipendenti che al momento si trovano in quei paesi – soprattutto in Iran, l’unico di essi non in guerra – e stanno provvedendo perciò a richiamarli in America. Certamente a seguito di questa decisione molti penseranno che Trump non tolleri i musulmani, ma se così fosse, sarebbero stati chiusi anche gli ingressi con Arabia Saudita, Qatar, Emirati. Questa è dunque la conferma che ciò che il neo presidente non accetta è proprio la povertà.

 

Reazioni internazionali

Sono state diverse le reazioni internazionali a seguito di queste folli decisioni: in primis l’ONU che le ha commentate come “gesti inumani e meschini”. In seguito, c’è stata la reazione del Messico, che ha boicottato tutti i prodotti americani. L’Iran, invece, ha chiuso le frontiere a tutti gli americani, come rappresaglia. E anche in tutte le piazze statunitensi sono partite delle pesanti proteste.

 

Trump va contro la democrazia?

È necessario, in primo luogo, riconoscere quali sono i “sintomi” di una ipotetica dittatura:

• la presa di decisioni in modo autoritario,

• l’acquisizione di più poteri possibili,

• la liberazione degli oppositori.

Si può riconoscere Trump in alcuni di questi aspetti poiché ha preso decisioni in modo autoritario senza eventuali consulenze con il parlamento. In una democrazia, prima di attuare progetti simili, risulta necessario ascoltare il parlamento, se non direttamente il “demos”, cioè il popolo. Inoltre, al momento, non sta acquisendo tanti poteri (gli basta quello di essere presidente degli Stati Uniti d’America, una carica importante), ma si sta liberando degli oppositori: infatti, proprio pochi giorni fa, ha licenziato il ministro della giustizia poiché contrario ai suoi programmi. Questo porta, a chiunque, dei sospetti. Dunque, non si può che augurare il meglio sperando che Trump si ammorbidisca un po’ nel discorso dell’immigrazione e con il Messico e che non peggiori la situazione.

 

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