#IConflittidelVenerdi – Libia, un Paese troncato in due che fa gola alla Russia.

di Vesselin Adriano Torrero

-Questa settimana esamineremo l’attuale situazione della Libia, Paese in cui sta regnando il caos da quando è decaduto Gheddafi.

UN PAESE SPEZZATO IN DUE

Attualmente la Libia è spezzata in due governi: il primo, il governo di unità nazionale (alleato con la maggioranza delle forze islamiste, le brigate di Misurata e riconosciuto dall’ONU) con sede a Tripoli e con a capo Fayeez al Serraj, ed il secondo, presieduto dall’ex generale gheddafiano Khalifa Haftar e con sede a Tobruk (in Cirenaica).

I due premier non si incontrano dagli ultimi negoziati in Marocco di oltre un anno fa per la pace in Libia, anche se secondo le ultime notizie sembra che al Serraj abbia incontrato Haftar ad Abu Dhabi per trattare un ipotetico punto d’incontro.

IL RUOLO DELLA RUSSIA

In questa disputa si è intromessa la Russia mandando aiuti al governo di Tobruk, mentre gli Stati Uniti hanno dichiarato di non volersi interessare della questione.

Gli uomini di Haftar hanno iniziato a prendere il controllo di alcune province dell’Est e del Sud del Paese, occupando anche alcuni porti terminal di petrolio e gas. Probabilmente la Russia avrebbe più un interesse geopolitico che economico nell’occupare un posto di favore agli occhi di un futuro governo Libico, in quanto Putin può vantare nei suoi territori risorse ben più importanti.

IL GOVERNO DI TRIPOLI E LA SUA CRISI

Il governo di Tripoli intanto sta perdendo consensi a causa della continua crisi che affligge il Paese causando inoltre il distacco di una parte delle milizie islamiste alleate ad al Serraj, capitanate dall’islamista golpista Khalifa al Gwell.

L’ITALIA E IL CONFLITTO IN LIBIA

Un riavvicinamento da parte dei due Paesi sarebbe gradita all’Italia per quanto riguarda il problema dell’immigrazione; un’intesa garantirebbe una prima barriera ai flussi migratori verso l’Europa. Fino a quando Gheddafi era al potere, l’UE finanziava il raìs per fermare le continue ondate di migranti in arrivo dall’Africa Sub-Sahariana, rinchiudendoli in dei veri e propri lager e poi rimandandoli nei loro Paesi d’origine.

UN’ALTRA OCCASIONE PER “GUADAGNARE”?

Come al solito ci troviamo di fronte ad una vera e propria partita di Risiko; si tratta soltanto di strategia, nessuno altrimenti sarebbe realmente interessato alla faccenda se non ci fosse qualche motivo che possa far comodo alle potenze mondiali…

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