Il flashmob dei gi(J)ovanotti di Greenpeace, tra certezze e previsioni

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di Claudia Demontis

– Abbigliamento nero, volto e mani sporchi di una oleosa sostanza scura: non siamo sulla scena di un pericoloso film d’azione, ma è lo slogan scelto dagli “oil men” di Greenpeace

– associazione pacifista ed ambientalista canadese – che ieri, 19 marzo, si sono riuniti in 22 città italiane per un flash mob, con lo scopo di richiamare l’attenzione sulle trivellazioni, protagoniste dell’ormai celebre referendum il prossimo 17 aprile.
Gioventù e creatività sono stati ancora una volta gli ingredienti vincenti di questo fermento: numerosi ragazzi hanno espresso il loro ideale di amore e cura verso l’ambiente sventolando striscioni colorati con il “Si” e scritte in dialetto, dimostrando dedizione e impegno a chi ha sempre criticato le nuove generazioni.
Motivazione ed estro non mancano ai giovani italiani, che hanno scattato alcune significative ed allarmanti foto shock: scenari e monumenti, simbolo della bellezza e ricchezza italiana, ricoperti e danneggiati dal petrolio. Sono immediatamente diventate virali sui social network, dove anche Jovanotti è intervenuto attraverso Twitter e Facebook: il cantautore non solo ha appoggiato i volontari di Greenpeace, ma ha evidenziato la grande importanza di partecipare attivamente andando a votare: «Non è facile raggiungere i quorum, ma vale la pena tentare.» e aggiunge: «Sono contento di aver sollevato la questione, di questo referendum non si parla quasi.»
Forse perché ulteriori parole sarebbero superflue quando esistono immagini come queste che racchiudono ed esprimono tutte le preoccupazioni e le catastrofiche previsioni.

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