LONDRA/La famiglia reale e il gelato avvelenato

La famiglia reale inglese non sta sicuramente affrontando uno dei periodi migliori della storia: la pandemia da COVID, la perdita economica del paese, l’aggravamento della situazione socio-politica e l’inaspettato ricovero ospedaliero del principe Filippo stanno notevolmente complicando le cose all’interno di Buckingham Palace.

Tuttavia, questo non sembra essere abbastanza: giusto qualche giorno fa, infatti, una notizia scandalosa è uscita dalle mura della residenza reale britannica, ossia quella riguardante il diabolico piano, fortunatamente saltato, di avvelenare il piccolo principe George con del gelato.

Il figlio di Kate e William, di appena sette anni, non era mai stato nel mirino di un papabile attentato, sabotaggio o uccisione, e vederlo protagonista di un possibile futuro attacco così catastrofico ha sconvolto, chiaramente, tutta la “Royal Family”.

La famiglia del principe William ha sempre cercato di vivere una vita che fosse ben bilanciata tra i ruoli monarchici e la quotidianità inglese.
Per tanto stupisce che il principe George, sempre presentato agli inglesi e agli onori della cronaca in un modo molto empatico e rispettoso, possa essere diventato vittima di un piano terroristico.

La testimonianza di Sahayb Abu, 27 anni, già arrestato con l’accusa di l’organizzazione di atti terroristici, ha svelato la sussistenza di un progetto criminale che avrebbe previsto l’avvelenamento di un gelato destinato al consumo della famiglia reale. Sorprende l’idea di un attacco terroristico mirato ad una persona ancora innocente come il principe George e che non rappresenta né il potere, né la supremazia, né la prevaricazione, ma avere un ruolo istituzionale anche alla sola età di 7 anni comporta conseguenze e responsabilità anche quando non se ne ha la consapevolezza.


Tuttavia l’azione terroristica talvolta non si basa su un principio ideologico reale, ma sulla sola capacità di spaventare e rendere impossibile la quotidianità.
L’ambizioso piano fortunatamente non si è realizzato per il lavoro capillare della polizia inglese, in grado di controllare e sorvegliare le cellule terroristiche.

 

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