“Mito e Natura”: viaggio nell’essenza dell’arte

di Chiara Motta

– Uomo. Un essere limitato, fragile, pieno di contraddizioni e curioso, alla costante ricerca di certezze e conoscenza. Gli interrogativi sono spesso vani, ma inevitabili: da tempo immemore la domanda metafisica è connaturata alla mente, e le poche risposte non bastano a soddisfare il crescente bisogno di verità.
É molto arduo, se non addirittura impossibile, individuare una definizione universale di Assoluto, Dio o Noumeno, ma è innegabile che tale concetto abbia condizionato e rivestito un ruolo fondamentale in ogni tipo di società e cultura. Il Trascendente è probabilmente il tema privilegiato in Arte, uno fra più antichi e puri strumenti utilizzati per calmare l’onnipresente sete di risposte. Il mistero di una dimensione sconosciuta che impaurisce ma, allo stesso tempo, attira ed affascina è molto spesso collegato all’idea di Natura. L’universo, nella sua infinita e terribile immensità, è in grado di sconvolgere il limitato animo umano: la scienza, purtroppo, non è mai stata in grado di rispondere alle profonde domande che scuotono i sentimenti più nascosti e primordiali dell’essere. In questo modo, il mondo tangibile diventa il simbolo dell’insondabile, l’inconoscibile ed il materiale sono, così, indissolubilmente legati.
Ed è proprio questo il “leitmotiv” di un’esposizione in corso agli scavi di Pompei e al Museo Archeologico Nazionale di Napoli: la mostra, allestita precedentemente al Palazzo Reale di Milano ed intitolata “Mito e Natura”, racconta la vita e l’ambiente in ogni suo aspetto, in stretto rapporto con il ruolo dell’umano e del divino. Tutto ciò è presente in un percorso con tappa in sei domus, nelle quali sono stati ripristinati gli antichi giardini. Anche i cortili interni del museo tornano a fiorire, in un’armonia di piante e colori ispirati al mondo romano. Il giardino incantato, la natura coltivata dono degli dèi, lo spazio, la natura come segno e natura morta sono solo alcuni fra i temi portanti, illustrati da più di cento reperti. Il reale si trasforma in una metafora ed assume un profondo significato simbolico, diventando attributo della divinità. Secondo la mitologia classica, la vite è il segno di riconoscimento di Dioniso, la palma e l’alloro rappresentano Zeus, l’olivo appartiene ad Atena ed elementi come astri e fiumi sono divinità personificate. Entità superiori hanno portato in dono agli uomini gli strumenti per plasmare l’ambiente: nascono così i famosi giardini lussureggianti, ricchi di piante che evocano e trasmettono energia positiva e vitale. È presente un intenso dialogo fra le meravigliose e suggestive pareti affrescate, gli oggetti antichi e l’ambiente, uno stretto rapporto che definisce la percezione dell’uomo nei confronti della natura. Il mondo vitale e tangibile è stato spesso interpretato dai pensatori antichi, tra cui Eraclito, come diretta espressione del divino: la ricerca di un “Archè”, di un “Logos” è una questione ricorrente nella filosofia greca. Terra e mare, rappresentati in modo particolarmente semplice e lineare, sono le maggiori “Muse” ispiratrici presenti nell’esposizione, mentre l’ uomo, con le sue incertezze e paure, è immerso in uno sfondo scenografico naturale, simbolo di una dimensione assoluta sempre presente. Il rapporto uomo-natura, però, non è sempre armonico: è riscontrabile, infatti, una componente conflittuale, un sistema amore-odio, un dualismo “Eros-Thanatos”, come nei racconti mitologici dove divinità ed eroi eccezionali decidono il destino del genere umano.
La mostra propone un approccio alternativo rispetto al mondo antico e l’arte, senza appesantire né annoiare lo spettatore. Iniziata a marzo, terminerà a settembre: potrebbe diventare, per gli studenti liceali, un interessante viaggio formativo ed un arricchimento personale.

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