#cosechenonsidicono/Nomofobia: la dipendenza dal cellulare

di Davide Lorenzon

– Il 27 maggio 2018 in America, la maestra di seconda elementare Jane Beason pubblica sui social il tema di un suo allievo: il bambino dichiara di odiare il cellulare dei suoi genitori.

La dipendenza da cellulare è diventata ufficialmente una malattia, chiamata Nomofobia, ed è uno dei problemi principali dei paesi occidentali, infatti nello studio statistico condotto da Deloitte è emerso che il 57% della popolazione controlla il telefono entro 22 minuti dal risveglio, l’83% legge le mail di lavoro durante la notte e il 37% invece, sempre durante la notte, si sveglia per guardare le notifiche. Il 92% lo usa durante l’orario di lavoro e il 59% lo guarda piu’ di 2000 volte al giorno.
Insomma il cellulare è a tutti gli effetti un’estensione del braccio!
Certamente questo dispositivo elettronico ha pregi e difetti: le persone, soprattutto i ragazzi, sono sempre collegati tra di loro, é infatti possibile comunicare con un amico oltreoceano senza problemi, oppure si può fare una chiamata di lavoro con dei colleghi in Germania, o si può avvisare a casa a che ora si torna.
Di contro, ci sono diversi studi, i quali affermano che, i social e più in generale il telefono può provocare l’alterazione del buon umore, ad esempio, Terenzo Traisci, psicologo e autore del libro “Felicemente stressati”, ha affermato che WhatsApp è una fonte infinita di stress, pensate a come vi sentite quando vi aggiungono a tantissimi gruppi o aspettate la risposta di un amico o quando leggono il vostro messaggio ma non vi rispondono, Traisci afferma anche che i pochi like sui social ci fanno intristire e ci fanno credere di non essere apprezzati, infine ci sono le email che rendono i lavoratori raggiungibili 24 ore su 24.
Non dico di tornare ai vecchi telefoni fissi, ma dovremmo recuperare i rapporti personali vecchio stile, quando si chiacchierava a tavola senza il telefono sotto il naso.

Come dice Howay B. Mokey “La tecnologia dovrebbe migliorare la nostra vita, non esserlo!”.
Tornando alla maestra Jane, l’#listentoyourchildren, che ha pubblicato, è diventato virale, mettendo cosi’ ulteriormente in luce il problema della Nomofobia.

Sulla pagina facebook di Sharing potete vedere un breve video sull’argomento realizzato da Martino Bravin!