Petrolio, la marea nera è nel cuore di Genova

di Rachele Alvarado

– Un boato ha invaso nella serata di ieri le vie di Genova: gli abitanti della città hanno visto l’acqua cristallina riempirsi di un denso liquido scuro, e alle loro narici è arrivato uno sgradevole odore. Nel quartiere di Cornigliano, intorno alle 19.00, è avvenuto l’ennesimo disastro nero:


una tubatura dell’oleodotto Iplom si è rotta riversando migliaia di litri di petrolio prima nel Rio Fegino e in seguito nel Polcevera, arrivando fino al mare. Al momento sono arrivate sul posto squadre dei vigili del fuoco, del 118, della Capitaneria di Porto e dei Carabinieri, per tentare di limitare il danno causato dalla marea nera sistemando panne di contenimento di circa 300 metri lungo le sponde dei fiumi. L’allarme per l’alto rischio di disastro ambientale è scattato,e il panico si è insinuato fra gli abitanti del quartiere con la stessa densità del greggio. Dopo i dovuti sopralluoghi, le indiscrezioni ci dicono che la situazione è sotto controllo dal punto di vista sanitario, anche se la popolazione della zona respira male a causa del forte odore di petrolio. Nonostante le autorità locali continuino ad rassicurare i cittadini, l’esasperazione è palpabile: decine di persone si sono riunite per guadare le condizioni attuali del loro fiume chiedendosi quando tornerà tutto come prima. In seguito alle prime analisi si è giunti alla conclusione che la fuoriuscita di greggio sia avvenuta in seguito della rottura di una tubazione interrata. Ci viene da chiederci se il petrolio, il cosiddetto “oro nero”, sia davvero una ricchezza per noi oppure sia soltanto una disgrazia che ogni poco tempo ci ricade addosso, inesorabile.

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