Pinotti: “Sì al servizio civile”. La parola ai ragazzi!

Di Alberto Zali

– Ricordate le storie che ci hanno sempre raccontato nonni e genitori circa la loro esperienza riguardo al servizio militare o civile? Fra chi ha sempre ascoltato questi racconti un po’ controvoglia e chi invece è rimasto impressionato e affascinato da questo mondo così lontano dal nostro, nessuno avrebbe mai pensato che una questione come la leva obbligatoria potesse ripresentarsi.

Il caso Pinotti:

Non sono passate 24 ore da quando il ministro della difesa Roberta Pinotti ha lanciato la proposta di ristabilire l’obbligatorietà del servizio civile, che sul web non si discorre d’altro.

In molti, soprattutto fra quanti risulterebbero impattati da una futura proposta di legge, si dichiarano contrari ad un simile progetto. Ma non mancano coloro che, invece, vedono il servizio civile come un’importante occasione di formazione per i giovani d’oggi, forse troppo poco ancorati alla realtà.

I vantaggi di istituire il servizio civile obbligatorio:

“La riproposizione di una qualche forma di servizio civile non è affatto obsoleta ma sta riscontrando successo in paesi come la Svezia e la Francia”, ha dichiarato il ministro della difesa.
I vantaggi sarebbero infatti molteplici: se da una parte “perderemmo” un anno impegnati nel servizio civile, dall’altra potremmo godere di una prospettiva esegetica sul mondo del lavoro.

Siamo noi stessi ragazzi a dichiarare che una tale esperienza riuscirebbe in qualche modo ad “emanciparci” dalla nostra piccola realtà, aprendo le nostre menti a nuove idee ed esperienze e allo stesso tempo responsabilizzandoci. Servire lo stato potrebbe quindi rivelarsi un importante passo per il nostro percorso formativo. Forse, siamo troppo poco ancorati al mondo reale e ancora immaturi per affrontare il mondo del lavoro. In più, diminuirebbe considerevolmente il numero dei NEET (acronimo per Not in Education, Employment or Training), ossia di quei giovani che né frequentano attività di formazione, né lavorano o sono in cerca di un lavoro.

I fautori dell’introduzione del servizio civile obbligatorio argomentano che si potrebbero togliere dalle strade molti giovani che vivono in una qualche condizione di disagio sociale. Ne conseguirebbe un sostanziale calo di fenomeni quali lo spaccio o la delinquenza giovanile, purtroppo in crescita soprattutto nell’hinterland delle grandi città.

Ma non è tutto oro quello che luccica:

Se almeno a livello teorico la reintroduzione della leva o del servizio civile potrebbe portare alcuni benefici, a livello pratico si andrebbe invece incontro a molti problemi. Entreremmo nel mondo del lavoro solo un anno più tardi rispetto a quanto avviene oggi. Trascorrere un anno al servizio dello stato ritarderebbe la possibilità di iniziare a percepire uno stipendio, e quindi allontanerebbe la prospettiva di un’indipendenza economica. Qualora la leva o il servizio civile obbligatori andassero in vigore, lo stato disporrebbe invece di “manodopera” a basso costo (attualmente a chi prende parte al servizio civile viene riconosciuto un compenso di soli 800 Euro). È quindi pensabile che venga meno per le pubbliche amministrazioni la necessità di assumere nuovi dipendenti. Vedremmo quindi diminuire le possibilità di occupazione.

Più benefici quindi per lo stato ma, paradossalmente, meno per noi, che avremmo meno prospettive occupazionali nel pubblico impiego.

A cosa andiamo incontro?

Siamo di fronte ad un’intenzione ammirevole, se ne consideriamo il carattere educativo, ma con conseguenze non altrettanto positive. In una situazione di crisi economica come quella che stiamo attraversando, le aziende private non riuscirebbero a compensare le minori possibilità occupazionali.

Lo stato quindi risparmierebbe e riuscirebbe a offrire più servizi, ma le conseguenze a breve termine sulla vita dei privati cittadini e in particolare di noi ragazzi sarebbero a dir poco disastrose. Siamo quindi di fronte ad un passo che deve essere ben meditato.

https://sharing.school/la-lettera-caro-dario-vico-dietro-la-tastiera-non-ci-sentissimo-cosi-soli/