Quarta rivoluzione industriale, un passo avanti o indietro?

A partire dagli anni 50, in Italia, grazie all’innovazione tecnologica e alla nascita dei computer, dei robot, della prima navicella spaziale e dei satelliti nel mondo, vi è l’inizio di una nuova era, chiamatasi anche terza rivoluzione industriale.

I ragazzi, adulti e anziani che prima colmavano il loro tempo libero leggendo il con la nascita dei computer, telefoni, game boy, hanno iniziato a gestire il loro tempo diversamente. Il processo è lento e tutt’oggi ci troviamo  in una fase di cambiamenti, ma il tempo ha iniziato ad essere gestito in modo differente rispetto agli anni prima e durante le due guerre. Leggere non era più un piacere ma un obbligo, il tempo veniva liberato per guardare la televisione o giocare a dei video giochi, e se per caso vi erano cinque minuti liberi si apriva il libro, fissando le pagine e annoiati lo si richiudeva dopo poco.

Negli anni 2000, con la nascita dell’internet, del Wi-Fi in ogni bar e ristorante e di conseguenza dei social media, la società italiana ha subito un ulteriore rivoluzione del tempo, ovvero la rivoluzione della velocità o quarta rivoluzione industriale.

La velocità mediatica che ormai è introdotta sempre più a fondo tra i rapporti e la vita delle persone stesse, ha influito ancora di più sulla lettura, sopratutto tra i giovani.

Chi è che tra un buon film davanti alla televisione o “chattare” con il fidanzato fino a notte fonda preferirebbe aprire un libro nuovo e iniziare a leggere, sentendo gli occhi stanchi dopo solo pochi minuti? Le statistiche ISTAT 2017 rispondo con una netta diminuzione dei lettori nel nostro paese dagli anni 2010.

Nel periodo dell’innovazione in cui si trovano i giovani d’oggi, dove escono più IPhone in un anno rispetto ai libri comprati da un intera famiglia, leggere è diventato un passatempo troppo lento rispetto alla velocità con cui si apre un’applicazione.

Quando un ragazzo compra un libro, che possiamo definire corto, tra le 200 e le 300 pagine, sa che per finirlo in fretta dovrà impiegarci troppo tempo ogni giorno e sopratutto sarà obbligato a diminuire il tempo sugli schermi. Per questo motivo la maggior parte dei libri letti sono quelli assegnati dalla scuola, per i quali si riceve una nota se non si legge o una ricompensa, un voto se si espone la trama.

Le statistiche ISTAT, affermano che le persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro per motivi non professionali sono il 41%, tra cui una maggioranza tra le ragazze con una percentuale complessiva del 47 superiore ai ragazzi con il 35%.

Sebbene prima la lettura fosse un fattore che permetteva di evadere alla realtà attraverso storie e pensieri, e quindi toccava sopratutto gli adolescenti che vivevano un periodo confuso, colmo di domande, spesso travagliato, oggi sono i bambini e gli anziani a leggere di più.

La quota più alta di lettori si riscontra tra i ragazzi di 11-14 anni. Il 12,7% è un lettore “forte”, ossia legge almeno un libro al mese. Tra i lettori «forti» anche le persone da 55 anni in su, che mostrano le percentuali maggiori: 16,5% tra i 55 e i 64 anni e 17,4% tra gli over65.

L’introduzione del mercato digitale ha portato all’introduzione del libro elettronico, ovvero il famoso e-book, che rimane ostile ad un gran numero di amanti dell’odore dei libri, dello sfogliare le pagine o semplicemente per legame affettivo che si crea verso quella copertina. Nonostante questo continua a crescere il mercato: circa 27 mila titoli (oltre il 38% dei libri pubblicati nel 2017) sono disponibili anche in formato e-book; la quota supera il 70% per i libri scolastici.

Possiamo concludere con una frase di Ernest Hemingway “non c’è nessun amico più leale di un libro”, i libri non si dovrebbero comprare ma trovare e imparare a conoscerli.

Quarta rivoluzione industriale, un passo avanti o indietro?

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