a cura della Redazione Attualità

– Un’applicazione innovativa, da un’idea del Mersey Care di Liverpool e della Stanford University, sarà lanciata sul mercato. Si tratta di un algoritmo rivoluzionario che si comporterà come amico e custode; un “grande occhio” che monitorerà con attenzione l’attività dei nostri smartphone, intercettando e segnalando a specialisti quei contenuti che sembrano essere la spia di gesti estremi. La nuova app potrebbe sancire un enorme passo avanti in fatto di prevenzione: purtroppo ad oggi le statistiche dimostrano che i suicidi, soprattutto nei giovani o giovanissimi, sono in rialzo. È agghiacciante il fatto che sempre più adolescenti non abbiano una ragione per vivere, ma trovino invece un motivo per morire. A volte a spaventare sono le proprie sensazioni: spesso infatti i pensieri si trasformano in realtà e spiegare quello che si prova diventa ancora più spaventoso, mentre gettare via la propria esistenza sembra essere l’unica drastica soluzione. Bisogna rendersi conto che una vita perfetta e senza problemi non esiste, ma vivere non vuol dire solo soffrire. La parola d’ordine deve essere combattere, lottare nella più difficile delle battaglie: quella nascosta agli altri, presente solo nella mente, una guerra tra la vita e la morte. È fondamentale smettere di essere troppo severi e autocritici; ognuno di noi è, infatti, il più grande giudice di se stesso. Siamo nel XXI secolo, un’epoca nella quale ogni minimo aspetto della vita quotidiana è scandito e regolato dalla tecnologia: forse in una società così evoluta abbiamo sbagliato la strada per la felicità.