Siria. Il dramma della guerra civile

di Francesca
– In Siria si sta vivendo dal 2012 uno scenario di morte, desolazione e disperazione come solo le guerre civili sanno disegnare.

Sulla pelle di inermi si gioca l’ennesima partita tra ideologie e nazioni troppo spesso tra loro contrapposte: La Russia e l’Iran sostengono il Presidente Siriano Assad, mentre USA e Stati del Golfo armano i ribelli. Fa notizia e attira l’attenzione dei media internazionali soprattutto la città di Aleppo, denominata anche “la Capitale del Nord”, una delle città più antiche del mondo, indiscusso centro culturale del mondo Islamico e dichiarata nel 1986 “Patrimonio dell’UNESCO”. Un attacco incessante da parte delle forze siriane e russe ha preso di mira ospedali, approvvigionamenti idrici e strutture degli operatori del soccorso, per non parlare del convoglio umanitario delle Nazioni Unite che è stato colpito il 19 settembre.
Ancora una volta quindi l’uomo arriva a distruggere i resti di civiltà antiche risalenti a secoli fà mediante attacchi aerei. Si colpiscono quindi casualmente sia persone indifese che monumenti storici rischiando di annientare un popolo e la sua civiltà ultrasecolare. Come denunciano i medici di M S F, i propri membri non riescono quasi più fornire alcun tipo di assistenza; basti pensare che “l’ospedale dei bambini” di Aleppo, l’unica struttura dedicata ai minori in tutta l’area assediata, è ormai quasi fuori uso. Chiaramente le parti si rimbalzano accuse: per esempio la Consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca Susan Rice afferma che “non ci sono scuse per queste azioni efferate“. L’organo più importante da questo punto di vista cioè l’ONU esprime “costernazione in seguito all’escalation di violenza in Siria”. Fa pensare quanto questi scenari estremamente negativi siano in realtà così poco presenti nelle nostre conversazioni. Notiamo per esempio come siano comparse bandiere e loghi francesi ai tempi degli attacchi terroristici, sia per vicinanza al popolo francese ma un po’ anche per moda sui social, mentre nessun accenno o presa di posizione siano venuti verso una tragedia simile. Come sempre la Storia giudicherà torti e ragioni ma spaventa il fatto che nessun organo internazionale possa evitare che in futuro simili atrocità possano ripetersi in altre parti del mondo.

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *