Spagna, non è abuso è stupro


a cura di #SharingMonday

– Oggi vorremmo proporvi un argomento serio, che non viene trattato a sufficienza e sul quale ognuno di noi dovrebbe riflettere.

Riportiamo l’episodio di cui stiamo parlando per chi ancora non ne fosse a conoscenza: i fatti si svolgono in Spagna dove due anni fa una ragazza madrilena di diciotto anni è stata aggredita sessualmente durante la festa di S.Fermin da cinque ragazzi sivigliani. La mattina dopo l’aggressione la ragazza è stata trovata sulla strada accovacciata, in lacrime. Arrestati, gli aggressori hanno dichiarato che la loro azione non poteva essere definita aggressione sessuale perché non c’era stata violenza e la ragazza non si era ribellata. Insomma secondo la loro logica, la ragazza non solo non si era opposta all’atto, ma era consenziente. Purtroppo il motivo per cui la ragazza non ha reagito è che tutta quella situazione l’aveva “paralizzata”: secondo i giudici di Navarra se non c’è violenza non è un’aggressione sessuale. Dunque i ragazzi della Manada – del branco, così definiti sui social –  sono stati condannati “solo” a nove anni di carcere per abuso sessuale – stupro senza violenza – mentre la procura ne chiedeva venti. Non è strano che decine e decine di donne hanno protestato gridando “Vergogna!” “Non è abuso, è stupro”. È giusta secondo voi la decisone presa dai giudici? Fa giustizia alla vittima?

Secondo noi di #sharingmonday no, ed è proprio per questo che vorremo far riflettere anche voi. Mettiamoci per un momento nei panni della ragazza: in una situazione del genere è molto probabile che ci venga impossibile reagire e, onde evitare peggioramenti, non si oppone resistenza. Troviamo appropriata la frase della portavoce delle manifestanti davanti al tribunale di Pamplona: <<Se non c’è aggressione in uno stupro di cinque uomini grandi e grossi contro una ragazza di diciotto anni, cos’è un’aggressione? Devono ucciderci?>> 

Partendo dal fatto che questi reati non dovrebbero più verificarsi con la mentalità che l’umanità dovrebbe avere nel ventunesimo secolo, vi invitiamo a denunciare sempre atti come questo e di non restare zitti.

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