SPECIALE PANDEMIA/Stop dopo le 18

Spesso non ci si rende conto di un problema finché un altro problema non lo rende evidente. E spesso viene comoda la disinformazione e l’ingenuità di dare qualcosa per scontato.

Per me che sono residente a Chiavari è stato assurdo leggere la nuova ordinanza. Essa decretava il divieto di vendita nei comuni in Zona Rossa di prodotti che non fossero alimentari o di prima necessità.

Cosa è necessario e cosa no?

La Regione Liguria, nel tentativo di ampliare la gamma di prodotti vendibili, il 31 marzo ha deciso di emettere un’ordinanza per riprendere la vendita nei supermercati di pennarelli, matite, quaderni e di tutto quel materiale necessario per i bambini a casa.

Eppure sono stati esclusi da questa ordinanza altri beni considerati importanti, ma non abbastanza evidentemente. Uno di questi è un tipo di prodotti di cui si parla molto ultimamente, ossia gli assorbenti.

Un dibattito in corso

L’Italia ha una delle tassazioni più alte al mondo sui prodotti per le mestruazioni, come gli assorbenti o i tamponi: le donne infatti pagano l’IVA al 22% su questo prodotto. Nonostante le varie promesse, non è stato attuato nessun intervento concreto: avere il ciclo rimane un lusso.

L’unica ad essersi mossa finora è stata Firenze abolendo la cosiddetta “tampon tax”, almeno fino a marzo 2022, quando questa misura dovrebbe cessare di essere in vigore.

ᵐᵃᵏ¡ᵗᵃ on Twitter: "una chiara dimostrazione di quanto siano tassati gli assorbenti in Europa, ritenuti per l'appunto beni di lusso bene: quindi se andassi al supermercato per comprare gli assorbenti dovrei sentirmi

 

I supermercati

Andare al supermercato sotto casa non basta più. Sono stati diversi i casi, anche in altre città come Rapallo e Sestri Levante, dove alcuni supermercati hanno inserito il divieto di acquisto di questi prodotti dopo le 18.

Molte persone non erano realmente consapevoli della cosa fino a quando non si sono trovate davanti allo scaffale, ma ora, anche grazie al COVID, si sa qualcosa in più.

Questione di priorità

E si prova rabbia. Rabbia per l’obbligo di dover cercare un altro supermercato o persino una farmacia, ma rabbia anche per la superficialità con cui molte persone guardano al problema. Perché a quanto pare per una regione è più semplice risolvere il problema dei prodotti da cartoleria, piuttosto che problemi che riguardano l’igiene personale. O forse è vero il mito secondo cui le mestruazioni si fermano alle 18. Chissà.

In ogni caso rendersi conto di questo è deludente. Si cerca di fare passi avanti in diversi ambiti, ma quando si tratta di economia è difficile cambiare le proprie posizioni, anche se è la cosa più giusta da fare.