Stiamo dando i numeri

 

Di Claudia Demontis   •   È chiaro: siamo tutti coinvolti in questa guerra.

In seguito all’attentato di Nizza di giovedì scorso, non dovremmo che provare empatia verso coloro che sono stati coinvolti in quest’ultima disgrazia; invece no, non è possibile, non riusciamo a comprendere integralmente la gravità degli avvenimenti degli ultimi anni.
Ormai, quasi ogni settimana, leggiamo su giornali, siti online, o ascoltiamo attraverso i telegiornali, freddi elenchi di morti dovuti ad attacchi terroristici, da gruppi di estremisti islamici, e non solo. Ma, nonostante questa lista che, ogni anno, ogni mese, ogni settimana, continua ad allungarsi, il mondo pare mantenere la testa china davanti a queste oscenità, all’anormalità di migliaia di vite interrotte prematuramente, al dolore di popoli colpiti e feriti. Duole molto ammettere la realtà, quella inevitabile in cui tutti noi siamo coinvolti: stiamo perdendo questa “guerra”. Stiamo perdendo perché abbiamo paura, siamo terrorizzati, ci hanno colpito laddove giacciono i nostri ideali, le nostre abitudini, dove noi esistiamo. L’unità del mondo sta disgregandosi, già precaria in origine, davanti ai nostri occhi, continuiamo a non accettare ciò che sta accadendo, preferiamo, forse, far finta che nulla avvenga; abbiamo, dapprima, chiuso un occhio, poi l’altro diventando ciechi, medesima azione con le orecchie, siamo sordi, ottusi. La paura ci ha resi insofferenti ed, esattamente ciò a cui puntano i nostri cari “nemici”, incuranti di tutti e tutto ciò che ci circonda.
Pare che siamo diventati numeri, non esistono più le nostre personalità, i nostri nomi, la nostra fisionomia a distinguerci e ricordare chi eravamo: siamo solo carne e vittime dei nostri assassini tra centinaia, migliaia ed oltre, cifre di persone che muoiono. Ci vengono dedicati, forse, quasi fosse un premio di consolazione, a malapena una decina di minuti attraverso un servizio televisivo o in un articolo come “notizia”.

 

Ciò che spaventa maggiormente è questa metamortosi in esseri insofferenti e freddi come pietre, persone che sentono e non ascoltano, che vedono ma non osservano, che sono ma non vivono!
Si prova disgusto davanti un’umanità – insieme di caratteri essenziali e distintivi della specie umana- senza colore, senza principi, senza speranza. Noi non siamo semplicemente un agglomerato di numeri che cresce sempre a dismisura : siamo la moglie, il marito, il padre, la madre, i figli, i vicini, gli amici, il macellaio o i vari commessi che vediamo ogni giorno, sconosciuti che incontriamo per caso per strada, insegnanti, innamorati. Noi siamo persone a cui vorremmo o avremmo voluto dire qualcosa ma non ne abbiamo mai avuto coraggio o tempo, siamo persone che siamo e siamo state amate da tanti, persone a cui mancheremo continuamente e non ci dimenticheranno mai, non siamo cifre che ricordiamo con incertezza, non siamo notizie, siamo persone che hanno avuto ed avrebbero potuto avere una storia e meritiamo ben più di un annuncio, di discussioni temporanee o di far parte di libri di storia. Dobbiamo smetterla di continuare a fingere di vivere andando solamente avanti ad oltranza; ogni singolo giorno lottiamo contro noi stessi dimenticando quanto la vita sia fragile ed un dono inestimabile, in molti hanno perso persone a loro care perché erano andati ad un concerto, a scuola, a mangiare fuori, in vacanza , a festeggiare, o semplicemente, a fare una passeggiata: è necessario liberare i nostri animi dalle catene che ci siamo messi ed alzarci perché non è finita, ognuno di noi può agire e ricostruire il posto in cui viviamo compiendo la sua piccola parte.
Ricordate: non siamo solo numeri, smettiamo di dimenticarlo.

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