Fino a dove può spingersi la nostra tolleranza?

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di Chiara

– Hassan Rohani, il presidente iraniano, è stato pochi giorni fa in visita a Roma. Ed è subito scattata la polemica: qual è il motivo reale per cui le statue dei musei Capitolini sono state “censurate” – coprendole con delle strutture di compensato perchè raffiguranti nudi – compresa la famosa Venere Esquilina ed il Dioniso degli Horti Lamiani? Sembra che la fatidica decisione sia stata presa dal Cerimoniale di Stato: le cause della scelta non sono ancora molto chiare, forse per un eccesso di zelo, o forse per un’esplicita richiesta della delegazione iraniana. La copertura sarebbe stata decisa come forma di rispetto verso la cultura e la sensibilità del presidente, e la notizia è subito diventata un caso politico. Ma non è la prima volta che vengono presi simili provvedimenti: durante la visita del principe degli Emirati Arabi a palazzo Chigi la statua di nudo dell’artista Jeff Koons fu oscurata da un paravento. Ma è giusto un atteggiamento così radicale? Siamo tutti d’accordo che rispetto e tolleranza sono alla base di ogni rapporto, purtroppo però le buone intenzioni spesso sfociano nell’esagerazione. La tolleranza funziona solamente se è reciproca, e forse la questione avrebbe potuto essere evitata se il presidente Rohani avesse semplicemente deciso di non guardarle. A questo proposito sono molte le voci di accusa: nell’intento di scongiurare ogni possibile motivo di imbarazzo siamo davvero arrivati al punto di negare la nostra millenaria identità storica e culturale? Tale scelta è stata dettata solamente da interessi commerciali? Un nudo d’arte può creare un incidente diplomatico? Difficile fornire una risposta precisa a simili interrogativi. Sì al rispetto, alla tolleranza, alla diplomazia: ma non dimentichiamoci mai delle nostre origini.

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