Violenza in famiglia: l’irrecuperabile dignità di una ragazza

di Elisa Pomata
-Giulia (usiamo un nome di fantasia) ha 14 anni, vive in provincia di Frosinone con sua madre, suo padre e le sue sorelle. Agli occhi di tutti fa parte di una famiglia felice e unita. Questa però, è solo l’apparenza.

Giulia va a scuola, come tutti i giorni, e con i suoi compagni deve affrontare il tema di italiano. Chissà, magari per lei è una passeggiata, oppure è la cosa più difficile da fare.
L’insegnante assegna le tracce da svolgere. Giulia rimane colpita da una traccia in particolare: “Racconta quello che, a parole, non riesci a dire a tua madre”.
Giulia si ferma e riflette. Svolge il compito e alla fine delle lezioni va a casa.
L’insegnante inizia la correzione, tra i tanti temi c’è proprio quello di Giulia. Inizia a leggere.
“Tremavo ad ogni parola che leggevo”. Questa è stata la dichiarazione della professoressa dopo aver letto il compito ed averlo portato alla polizia. Il motivo? In quel tema Giulia ha scritto a sua madre. In quel tema, ha scritto la sua storia. In quel tema, ha scritto di suo padre, e di quello che le avrebbe fatto. Esatto, Giulia racconta quello che le stava succedendo.
Il padre, guardia penitenziaria, uomo di apparente equilibrio, avrebbe violentato sessualmente la figlia per ben 7 mesi.
La madre avrebbe avuto il sospetto che qualcosa stesse succedendo, ma probabilmente per il troppo amore verso il marito, non ha voluto dare ascolto al suo sesto senso che però, purtroppo, si sarebbe poi rivelato perfettamente funzionante.
La violenza è di per sé un atto inaccettabile. La violenza sessuale è qualcosa di inconcepibile. È una violenza completa, una delle più forti, più distruttive. Ti colpisce dentro, ti lascia un segno che non rimuoverai mai da dentro di te, dalla tua mente. Ti lascia un senso di inadeguatezza, di sporco, di sbagliato.
Una violenza sessuale da parte di un familiare, poi, è un gesto ancora più grave. Per l’atto in sé, per la fiducia stracciata, il bene calpestato come un enorme macigno che cade dal cielo su un piccolo laghetto, prosciugandolo con la sua forza.
Da parte di un familiare una persona si aspetta amore, rispetto, sostegno. Un adolescente si aspetta una protezione, un rifugio dal mondo inesplorato, un aiuto.
Mai nessuno merita un’esperienza tale, e subirla da un familiare è una delle esperienze più umilianti e distruttive che si possano vivere. Non sappiamo che cosa sia esattamente successo a Giulia. Sappiamo solo che il padre, dopo essere stato arrestato, in carcere si è suicidato. E il dramma si è trasformato in tragedia. Perchè, improvvisamente, ha aperto uno squarcio nell’abisso di una famiglia. Nel cuore di una ragazza che voleva solo vivere con dignità la sua vita.