YEMEN/Una situazione delicata

La situazione nel mar rosso

Nonostante la situazione geopolitica nel mondo sia già arrivata ad un punto critico, nelle ultime settimane si sta aprendo un nuovo fronte di scontri che vede contrapporsi i paesi occidentali allo Yemen.  In questo Paese gli Houthi (un gruppo islamico sciita, salito al potere dopo una sanguinosa guerra civile svoltasi tra il 2013 e il 2014) bloccano ogni nave mercantile che abbia intenzione di passare lo stretto di Suez, grazie alla posizione strategica del paese. Lo Yemen infatti si trova proprio all’ imbocco del mar rosso. 

L’attacco del 12 gennaio

Fino a due giorni fa in Yemen si sono verificati bombardamenti americani con missili tomahawk al fine di marginare il pericolo rappresentato dal gruppo islamico verso il libero commercio delle navi mercantili occidentali. Questi attacchi fanno seguito ad un’offensiva condotta da una coalizione guidata da Stati Uniti e Gran Bretagna, che hanno attaccato varie postazioni ribelli.

Il ruolo nella guerra in Palestina

Questi attacchi si inseriscono nel più ampio conflitto in corso tra Israele e Hamas. Infatti mentre gli obiettivi della coalizione che ha attaccato lo Yemen sono anche  sostenere Israele e attaccare un alleato dell’ Iran; per lo Yemen invece è fondamentale schierarsi al fianco della Palestina. Questo non solo per mostrare solidarietà nei confronti di un altro paese islamico, ma anche per rafforzare l’influenza degli Houthi nell’area, che, visti gli attacchi ai mercantili, si sta espandendo.

Conseguenze degli attacchi nel Mar Rosso

Il 10% del traffico marittimo mondiale, compreso quello cruciale dal punto di vista energetico che si occupa di gas naturale e petrolio, sta enormemente risentendo degli attacchi che le navi stanno continuamente subendo per colpa degli Houthi. Infatti, poiché il passaggio verso il canale di Suez viene ostacolato, i mercantili sono costretti a percorrere la rotta atlantica, aumentando il loro viaggio di ben 300 miglia nautiche. Tutto ciò fa sì che porti Italiani come Genova e Trieste ne risentano non poco, perciò, a seguito delle nuove rotte, i porti più vicini alle esigenze delle imbarcazioni sono diventati quelli dell’Europa settentrionale.

Di Gabriele Macaluso

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