COPERNICO E TOLOMEO/Un viaggio nelle loro teorie

Noi sappiamo che gli antichi distinguevano due tipi di stelle:

1) Le stelle fisse, ossia quei corpi celesti che nel corso dell’anno si muovono mantenendo fisse le loro posizioni reciproche;

2) Le stelle “erranti”, cioè quei corpi che cambiano posizione rispetto alle precedenti.

Oggi noi chiamiamo queste ultime semplicemente “Pianeti”. Di solito il moto di questi pianeti rispetto alle stelle fisse avviene con una traiettoria che va da Ovest verso Est. A volte tuttavia il moto del pianeta sembra fermarsi e tornare indietro, per poi riprendere il solito verso. Si sa che il movimento di un pianeta che avviene in senso opposto a quello usuale viene chiamato “MOTO RETROGRADO”.

Fin dai tempi più antichi vennero proposti dei modelli per cercare di spiegare i movimenti dei vari corpi celesti e alcuni fenomeni, come le eclissi. Uno di questi è comunemente conosciuto come “Modello geocentrico”, il quale sostiene la tesi secondo cui la terra si troverebbe al centro dell’universo. Spesso il modello geocentrico è spesso usato come sinonimo del “Sistema tolemaico”, in quanto ebbe la sua formulazione più nota grazie a Claudio Tolomeo, un astronomo vissuto nel II secolo d.C.

Egli sostenne che i corpi celesti fossero trascinati da sfere trasparenti che si muovono intorno alla terra, situate a distanze differenti da essa: per esempio, la sfera più vicina è quella della Luna, seguita da quella di Mercurio. Ciascuna di queste sfere possiede un movimento normale che dunque spiega il moto non retrogrado del corpo celeste contenuto in essa. All’esterno di queste sfere ne possiamo trovare un’altra, la quale trascina con sé tutte le altre e ruota una volta al giorno intorno al proprio asse. Quindi il moto di questa sfera esterna spiega come mai, sempre secondo il modello geocentrico, la Luna e il Sole ruotino intorno alla Terra.

Siccome, come ho sottolineato in precedenza, il moto delle sfere che circondano la terra non può spiegare quello retrogrado dei pianeti, Tolomeo introdusse un modello più complicato. In esso il pianeta descrive un secondo moto circolare intorno ad un punto il quale si muove, essendo trascinato dalla sfera che circonda la terra. Chiamiamo “epiciclo” la circonferenza lungo la quale si muove il pianeta e “ deferente” quella lungo la quale si muove il centro dell’epiciclo. Se combiniamo questi due movimenti si genera la cosiddetta “epicicloide”, una particolare traiettoria del pianeta che presenta dei “cappi” durante i quali il pianeta si avvicina alla terra. 

Col passare dei secoli il modello astronomico di Tolomeo venne ulteriormente arricchito fino quando Nicolò Copernico, anch’egli astronomo ma vissuto intorno al 1500, ne propose uno più semplice. Secondo Copernico la Terra, così come gli altri pianeti, orbita intorno al Sole, compiendo un moto circolare uniforme, mentre la Luna orbita intorno alla Terra. Dunque questo modello elaborato da Nicolò Copernico fu chiamato “Modello eliocentrico”.

Secondo quest’ultimo, il moto retrogrado dei vari pianeti non è altro che un semplice effetto ottico dovuto al fatto che la Terra e l’altro pianeta si muovono a velocità differenti lungo le rispettive orbite. Facciamo un esempio per capire meglio: consideriamo il caso di Marte, il quale percorre la sua orbita più lentamente rispetto alla Terra. Inizialmente il moto di Marte appare “normale”, da Ovest a Est rispetto alle stelle, ma quando la Terra, a causa della sua velocità maggiore, sorpassa il pianeta rosso, avviene il moto retrogrado. Dopo di esso il movimento di Marte rispetto alle stelle fisse riprende il suo normale andamento. Dunque nel modello eliocentrico, come abbiamo appena visto, il moto retrogrado dei pianeti viene spiegato senza il ricorso ad epicicli e deferenti.

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