I benefici della psicologia

di Michela Cuneo

– Durante la settimana “SARÒ” (tenutasi dal 24 al 28 Settembre 2018), cinque giorni in cui liberi professionisti o impiegati si sono resi disponibili per recarsi nel nostro istituto, Liceo Classico-Linguistico Giovanni da Vigo, sono rimasta molto colpita dalla conferenza tenuta da una psicologa il giorno Giovedì 27.

Dopo aver introdotto la sua esperienza personale ha spiegato che cosa si intenda per psicologia, ovvero, la scienza che indaga l’attività psichica e il comportamento umano.
Essa è una scienza che studia le mille sfumature della mente: dal suo funzionamento, il suo sviluppo nelle varie circostanze, alle risposte che traduce in comportamenti.
La psicologia investe un ambito molto ampio, dalla psicologia dello sviluppo, alla psicologia sociale, alla psicologia del lavoro e così via.
Gli studi di psicologia permettono di acquisire una grande varietà di competenze differenti che variano dal comportamento osservato alla fisiologia del cervello. Lo scopo è comprendere come la mente umana funzioni e in che modo consenta la messa in atto di comportamenti diversi in situazioni diverse. Comprendere il funzionamento della mente umana, quindi, aiuta a definire il motivo di molti comportamenti normali o patologici.

Ogni giorno siamo tempestati da un grande varietà di emozioni e pensieri, che possono aiutarci ad affrontare le situazioni o renderle più complicate. Ad esempio, comprendere come reagiamo a un lutto o a una perdita, o perché effettuiamo scelte relazionali sempre uguali, o individuare i motivi dell’ansia pre-esame, può aiutare a gestire meglio tali eventi o imprevisti, attribuendo loro dei significati (sotto forma di stati d’animo o emozioni). Tutto questo aiuta a comprendere meglio cosa avviene nella nostra mente, soprattutto se supportato da una serie di spiegazioni su cosa avviene fisiologicamente nel cervello, sia a livello di neurotrasmettitori, sia a livello di aree che si attivano in maniera selettiva per comportamenti specifici. Di conseguenza, le neuroscienze svolgono un ruolo fondamentale, poiché forniscono le risposte in relazione ai diversi comportamenti attuati. Per esempio, si parte dalla percezione, cioè dalla conoscenza diretta del mondo esterno, per capire come funziona normalmente e quando è alterata: illusioni ottiche, dispercezioni di alcune parti del corpo fino alle allucinazioni. Cosa molto importante è comprendere i meccanismi che utilizza la mente, ovvero come funzionano le diverse aree cerebrali, le cellule di cui sono composte e come interagiscono tra loro, o perché non lo fanno e a quali conseguenze, emotive e comportamentali, possono portare.

La psicologia evolutiva aiuta a comprendere come avviene lo sviluppo cognitivo dai primi giorni di vita all’età adulta. Lo sviluppo è un processo di evoluzione e di cambiamento incrementale. Si parte dallo studio dello sviluppo cognitivo nei bambini, che si conclude entro l’adolescenza, per poi passare al cambiamento decrementale cognitivo, come il deterioramento cognitivo e il declino di una serie di processi mentali. Il tutto è coadiuvato dallo studio delle relazioni, soprattutto quella madre-bambino, che non solo è alla base di un adeguato sviluppo cognitivo, ma può anche influenzare le possibili scelte relazionali future. Infatti il bambino è come se fosse una spugna: inconsapevolmente assorbe tutto ciò che gli accade attorno. Molto importante e delicata è quindi la fase dell’infanzia.

Durante la breve conferenza, la psicologa ha inoltre spiegato la differenza tra psicologia e psicoterapia: lo Psicologo è un professionista laureato in Psicologia e abilitato alla professione in seguito al superamento dell’Esame di Stato, a cui accede solo dopo un adeguato e prolungato tirocinio pratico. Per esercitare la professione lo Psicologo deve essere iscritto regolarmente all’Albo degli Psicologi, nella sezione regionale di appartenenza. Quella dello psicologo è una professione trasversale, considerati i diversi settori nei quali il professionista svolge la propria funzione: in ambito clinico si occupa del disagio psichico patologico; in ambito scolastico promuove il recupero sociale dei soggetti che presentano problematiche di tipo comportamentale che ne pregiudicano una normale integrazione; nel settore imprenditoriale e sportivo svolge attività di training ai fini di un miglioramento della struttura sociale del team, oltre che prestazionale; in ambito accademico, infine, svolge un ruolo fondamentale, basato sulla ricerca e sull’insegnamento della materia.
Lo Psicoterapeuta, invece, è un professionista laureato in Psicologia o Medicina e Chirurgia che abbia acquisito una specifica formazione teorica e pratica, almeno quadriennale, presso scuole di specializzazione universitarie o riconosciute dal MIUR secondo la normativa vigente. In genere però, lo Psicoterapeuta è molto più preparato dello Psicologo in tema di psicopatologia e utilizza specifiche tecniche terapeutiche di intervento che ha appreso durante il suo lungo corso di specializzazione e che non possono essere utilizzate dagli Psicologi. A volte però il confine tra le due professioni non è di facile individuazione.

Data la grande varietà di scuole di specializzazione, gli Psicoterapeuti possono operare con metodologie di lavoro e visioni dell’uomo molto diverse tra loro. Per questo motivo è importante farsi un’idea preventiva di come lo Psicoterapeuta lavora prima di intraprendere un percorso terapeutico. Come affermo spesso, onde evitare sorprese, è bene chiedere preventivamente al professionista cui ci si rivolge quale formazione ha svolto e quali titoli può utilizzare. Se il professionista non ha nulla da nascondere, sarà felice di dare le informazioni richieste.
Diverso ancora è lo psichiatra, professionista laureato in Medicina e Chirurgia, specialista post lauream in Psichiatria, che interviene sulla malattia mentale diagnosticando e curando l’eventuale disfunzione o scompenso a livello organico, utilizzando, quando necessario, anche un trattamento farmacologico per ristabilire l’eventuale difetto chimico.

Personalmente sono attratta e affascinata da tutte queste branche che studiano la mente. Probabilmente, ora come ora, sarei più orientata verso la psicologia del comportamento alimentare. Posso dire di convivere con casi che hanno avuto e che soffrono disturbi legati al cibo e la situazione è alquanto straziante. L’idea di poter aiutare i pazienti concretamente a comprendere, riconoscere ed accettare il problema, cercando anche di guarirlo, trovo possa essere davvero gratificante. Non per riconoscimenti, ma solo per vedere la serenità sul viso di tali persone; per superare le avversità della vita, aumentare il loro benessere e realizzare il loro pieno potenziale.

L’importanza di scegliere