INFORMATICA/Il Premio Turing apre le porte all’intelligenza artificiale

di Emanuele Canessa

– Anche quest’anno vi è stata la consegna del premio Turing, ovvero il corrispondente del Premio Nobel per quanto riguarda il campo informatico. Ad aggiudicarselo sono stati Joshua Bengio, Geoffrey Hinton e Yann LeCun, in virtù dei loro studi sulle “macchine”.

Cosa ci aspetta?

In particolare la consegna di quest’anno apre una marea di possibili futuri in cui ci potremmo ritrovare, mai come adesso infatti lo studio e la progettazione delle intelligenze artificiali sono stati così avanzati. E non si parla solamente di intelligenze capaci di compiere azioni basilari, bensì di macchine in grado addirittura di cambiare la diagnostica delle malattie, velocizzandola e rendendola forse anche più affidabile.
Proprio per questo, il Turing quest’anno è andato a loro tre, perché all’interno di una vera e propria rivoluzione mondiale nessuno come Bengio, Hinton e LeCun è stato importante.

La digressione

È molto interessante anche notare l’età dei tre vincitori: 55, 72 e 59 anni. Questo dato è molto interessante, poiché si tende ad assimilare il concetto di “nuovo” al concetto di “lontano- incomprensibile”, tuttavia essi vengono da qualche generazione prima della nostra e hanno in mano qualcosa che poi le nuove generazioni dovranno gestire, qualcosa che cronologicamente “appartiene” a noi.
Eppure, sono stati loro a cambiare il corso della storia, a dimostrazione del fatto che il “nuovo” dovrebbe corrispondere prima di tutto ad un miglioramento di cosa c’è stato prima.