Tecnologia: intervista ad un dipendente della Oracle America Inc.

Di Francesca Basso

Sharing.School ha avuto l’opportunità di intervistare Stefano Cei, uno dei dipendenti di punta della compagnia Oracle, il quale ci ha fatto scoprire i lati più complessi e divertenti di un’azienda che, con la sua metodicità ma anche freschezza, riesce ad essere una tra le più importanti compagnie estere.

In che azienda lavori?

Lavoro per Oracle America Inc. una ditta nata verso la fine degli anni ’70, il cui prodotto era l’allora innovativo modello relazionale per il database. Come ogni start up, Oracle ha avuto alti e bassi fino allo stabilirsi come un fornitore di tecnologia fondamentale alla fine degli anni 80 inizio anni 90.

Oracle si è mantenuta come oggi ora la conosciamo o si evoluta e ha subito delle modifiche con il tempo?

Oracle è stata tradizionalmente una ditta software ed identificata principalmente con il database, che comunque rimane uno dei pilastri della linea di prodotto. Attraverso gli anni, però, l’offerta software ha aggiunto una miriade di altri prodotti oltre al database. Tra loro potremmo citare gli applicativi e le piattaforme di utilizzo (deployment platforms) per esempio.

Dato che si tratta di un’azienda che è cambiata nel tempo, quali sono i più importanti sviluppi e le trasformazioni che hanno migliorato tale azienda?

Ci sono state due importanti trasformazioni di Oracle. Una avviene attraverso l’acquisto di altre ditte che aggiungono e diversificano il portafoglio tecnologico. Per esempio l’acquisto di Sun Microsystems introduce perfino un prodotto hardware (i Sun servers e più’ tardi l’Exadata) oltre ad altre tecnologie software come Java. La seconda trasformazione è invece dettata dal cambiamento della piattaforma di utilizzo. Si passa infatti nelle ultime decadi da un discorso di stand alone computing ad uno di rete locale, poi di internet e infine di cloud.

Di cosa si occupa nell’azienda e in quale branca della tecnologia è specializzato?

Ho ricoperto varie posizioni nei miei anni ad Oracle e adesso sono il direttore di sviluppo software per uno dei tanti gruppi di software in Oracle. Il mio team è responsabile di un’infrastruttura di automazione dei test per alcuni applicativi software. I nostri utenti, come dicevo tutti interni, accedono la nostra automazione col browser all’interno della rete della ditta (intranet). Vorrei anche sottolineare che sia lo sviluppo di quest’automazione che il suo utilizzo è implementato “in remoto” e cioè su computer sparsi per il mondo, ma tutti connessi e accessibili in intranet.

Lavora da solo o con un team di esperti in questo campo?

Lo sviluppo software è un tipo di lavoro che si fa tipicamente in team e cross teams. Infatti mentre il concetto di programmazione è piuttosto semplice, il problema diventa esponenzialmente complicato con quello che l’applicazione software permette poi all’utente di fare. È importantissimo interagire con gli altri sviluppatori (ognuno fa un pezzo) e avere molta flessibilità e creatività. Infatti direi che il tipico software engineer, non lavora quando è in ufficio, ma lavora sempre.

Come intende lei il termine “lavoro” e come lo gestisce con un’azienda così ben organizzata e grossa?

Il lavoro soprattutto è pensare. Inoltre, con l’avvento dell’internet e delle reti private e virtuali si progettano lavori, attraverso discussioni e riunioni, via web. Non è quindi più importante dove uno si trova fisicamente. La cosa importante, per usare la distribuzione della corrente elettrica come analogia, è’ mettersi d’accordo su chi implementa “la spina” e chi implementa “la presa”. Non importa come arriva la corrente a alla presa, ma se io sono quello che fa la spina mi interessa solo come la spina si infila e le specifiche di erogazione cioè il voltaggio, l’amperaggio ecc.

Con questo esempio molto interessante nella sua complessità ma allo stesso tempo fresco, i dipendenti come vivono la propria giornata lavorativa?

In ditta nessuno controlla quando arrivi o quando vai via. Ci sono delle sale giochi in cui ci si può prendere “un break”, aree per riposare/dormire, sale di riunione, un enorme palestra con stanze per aerobica, una full-size basketball court, piscina etc. Tutto sempre aperto ai dipendenti dalle 7.00 alle 22.00, incluso i week-end. Gli impiegati a volte lavorano in ditta a volte a casa. Comunque, come si soul dire, non tutto rose e fiori. Ci sono delle date precise di consegna che vanno rispettate, disaccordi su che cosa fare e/o come farlo ecc.

Come è lavorare per questa azienda? Qual è il vostro segreto per garantire un servizio e una professionalità che poche aziende possono vantare di avere?

Lavorare per Oracle, come del resto per le altre Hi-Tech companies della valle, immerge l’individuo in una società’ estremamente varia, sia dal punto di vista etnico, che da quello di cultura e di costumi. Tutti però accomunati dalla passione per costruire e in particolare per costruire qualcosa di nuovo. Ed è proprio questa voglia di fare squadra e di conoscere ogni giorno cose nuove, persone diverse che ogni mattina mi sveglio con la gioia di vivere a pieno la mia giornata, anche quelle più grigie e piene. Credo proprio che ognuno dovrebbe avere la giusta motivazione e passione per apprezzare le piccole cose del proprio lavoro.

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