Memorie di Adriano

di Giorgia Canevello

 Nel corso dell’anno svolto , ho avuto modo di studiare l’età degli Antonini  , età in cui si sono susseguiti i cosiddetti imperatori adottivi , tra i quali , l’imperatore Adriano . Lo studio di tale età mi ha incuriosita e colpita , tanto che ho deciso di intraprendere la lettura di “ Memorie di Adriano “ , romanzo di Margaret Youchner ;  dunque ne  propongo di seguito un commento personale .

“Difficile rimanere imperatore in presenza di un medico”. Inizia così la corrispondenza intima e profonda dell’imperatore Adriano all’amico Marco, quello che sarà conosciuto dalla Storia come l’imperatore filosofo Marco Aurelio. Il romanzo infatti si presenta inizialmente come una lettera scritta da Adriano  

per informare l’amico sul suo stato di salute ,precario e che lo sta piano piano portando verso la morte , ma ,lungo il romanzo, diventa   il desiderio di raccontare la sua vita per intero , con mente lucida e attenta , pronta a tirare le fila di un’intera esistenza . 

In questo  modo la Yourcenar riesce ad unire un affascinante quadro storico della romanità al culmine della sua potenza, alla presentazione a tutto tondo di un grand’uomo. Nel corso del romanzo Adriano mette a nudo tutta la sua personalità, racconta la propria vita attraverso l’introspezione e la riflessione profonda delle azioni, dei dubbi e delle decisioni che hanno segnato la sua vita di uomo  politico ma soprattutto di uomo comune. Adriano  regnò dal 117 al 138  e fu il successore del grande imperatore Traiano ; racconta quindi di Plotina, come una delle donne più importanti della sua vita e sua unica vera amica ;parla delle sue campagne militari , per lo più difensive, volte a stabilire una pace non solo momentanea ma capace di durare negli anni a venire , per sempre ; racconta dei suoi lunghi viaggi , delle città e delle località che ha visitato ; prima fra tutte Atene , che considera la vera e unica patria della cultura( tanto da affermare che lui ha governato in latino ma che ha vissuto e pensato in greco), la città  che è riuscita ad inventare il metodo, la teoria politica e soprattutto il bello, del quale lui stesso si sente responsabile .Racconta del grande amore verso Antinoo, un ragazzo appena diciottenne, greco, della Bitinia, devoto, giovanissimo “pastorello”, che nelle sue mani divenne un abile cacciatore e che morì nelle acque del Nilo ,suicida. É commovente leggere per esempio, come Adriano dopo anni ricorderà vividamente i gesti, gli atteggiamenti particolari di quel bellissimo giovanetto che gli ha fatto vivere il momento aureo della sua vita . Fonderà città in suo onore, istituì riti misterici, ma , soprattutto , adornerà ogni punto dell’Impero con una statua che possa immortalare quelle perfette fattezze, quelle di un viso inconfondibilmente dolce e malinconico ed un corpo divinamente perfetto. 

Ovviamente parla anche del rapporto con la moglie Sabina,  il loro non è stato certo  vero amore; vivevano insieme pochi momenti di piacere , ma per la maggior parte si disprezzano a non si parlavano neanche . 

Sarebbe però riduttivo parlare di questo romanzo come di  un resoconto della vita dell’ imperatore Adriano , costruito parola dopo parola , perché in realtà ci si trova difronte ad un libro quasi epico , di profonda e finitissima introspezione psicologica, a tratti sembra quasi di leggere nella mente e nell’anima di una persona comune che il destino ha voluto nominare imperatore.; tale introspezione è resa molto efficace anche dalla scelta di narrare la storia di Adriano, uomo calato in un momento storico pressoché unico , che lo scrittore Flaubert  definì con queste parole : “Quando gli dèi non c’erano più e Cristo non ancora, tra Cicerone e Marco Aurelio, c’è stato un momento unico in cui è esistito l’uomo, solo”.

Quest’ uomo di grandissima e raffinata cultura , sembra essere vicino come non mai alla sensibilità e al tormento di ogni essere umano di ogni tempo e in ogni dove; ”Ci sono troppe vie che non conducono in nessun luogo, troppe cifre che a sommarle non danno alcun totale, tre quarti della mia vita sfuggono a una definizione fornita dalle azioni. Ma ripugna allo spirito umano accettare la propria esistenza dalle mani della sorte, esser null’altro che il prodotto caduco di circostanze a cui nessun dio presieda […]” Nelle sue parole, così chiare e trasparenti, ma al tempo stesso così dense di significato che colpiscono a fondo la sensibilità del lettore ,nella sua umiltà e nell’irresoluto delle sue domande, c’è la vita di tutti.

In virtù di questa profonda lettura dell’animo di Adriano , la dimensione del romanzo diventa tale che annulla i duemila anni che ci separano dalla sua età, annulla le differenze sociali e tutto quanto il resto ; mettendo tutti i possibili lettori allo steso piano con questo gradissimo imperatore romano , offre spunti di riflessione su tematiche private , anche molto attuali .

In questo senso mi sento quindi di consigliare la lettura di questo romanzo a tutti i giovani che, come me, si confrontano con i grandi interrogativi filosofici ed esistenziali; a tutti coloro che, perfettamente consapevoli che non esista una risposta univoca, non smettono mai di interrogarsi sul senso della vita e delle cose perché potrebbero trovare  in Adriano un compagno fedele, forse. 

Memorie di Adriano

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