RUSSIA-UCRAINA/La propaganda sociale e le proteste

Ormai da giorni lo scenario politico mondiale è dominato dall’imminente conflitto tra Russia e Ucraina, un’invasione che si protrae da undici giorni e che non sembra dare cenni di sospensione. Dalla mobilitazione delle truppe russe verso il confine ucraino, quando la situazione ha iniziato a destare sospetti, fino ad oggi, i social media sono stati la prima arma di polemica e propaganda, al passo con ogni aggiornamento ed evento a riguardo.

Il ruolo dei social media e la censura

Milioni di utenti da diversi paesi del mondo, Russia compresa, hanno condiviso nelle piattaforme digitali i loro pensieri e molto di più: è nato un vero e proprio movimento di protesta e supporto. Così come nelle maggiori piattaforme multimediali, quali Instagram, TikTok e Twitter, anche nelle piazze si sono svolte numerose manifestazioni, volte alla divulgazione della pace. È sorprendente il numero di persone che ha aderito alle iniziative; dall’Italia, al Brasile, fino all’India, passando per il Parlamento Europeo; sia chi si è rivolto a un pubblico più vasto, sia chi ha collaborato dalla sua piccola realtà, ha contribuito.

D’altra parte, come spesso avviene durante simili eventi, i dati di arresti, censure e restrizioni sono sconcertanti e in costante aumento, principalmente in città russe. Più di 4500 protestanti incarcerati. Le loro voci inevitabilmente risuonano e intimoriscono e per questo è stata messa in atto un’operazione crudele di disinformazione riguardo la situazione attuale.

La rivolta digitale e la “cyber guerra” 

 

Tuttavia, per combattere una guerra, oggi non bastano i carri armati. Infatti, entrano in gioco superpotenze digitali, proprio come il movimento di hacktivismo, che recentemente ha dichiarato cyber guerra alla Russia: “Anonymous”. Questo è un collettivo di hacker di cui non si conosce identità, che opera per un obiettivo comune; In questo caso:  la diffusione di informazione sul conflitto in Ucraina e l’impedimento dell’ulteriore avanzata russa, per quanto possibile.

Ne sono esempio alcune delle loro recenti azioni: la condivisione di documenti privati russi e la trasmissione nei canali televisivi e via sms di contenuti riguardanti l’invasione in Ucraina, sviando la censura ufficiale. Noto per la sua modalità di interazione è anche il Presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyi, che, maggiormente via Twitter, comunica e lancia appelli a USA e UE e sollecita la NATO a respingere e punire l’offensiva russa.