SARO’ a giurisprudenza

di Giulia Cagnasso
– Durante la settimana S.A.R.Ó, definita “settimana di alternanza realmente orientativa”, avvenuta nell’anno scolastico 2017-2018, gli alunni hanno avuto l’opportunità di rapportarsi con alcuni esperti in diversi settori professionali. Uno degli incontri che ha suscitato in me particolare interesse è stato quello con un giovane avvocato, sulla trentina, già occupato e con un lavoro stabile.
L’avvocato ci ha raccontato che la passione per questa professione è nata durante gli ultimi anni di liceo classico e così è accaduto anche a me.
In prima liceo ero convinta che in futuro sarei diventata un medico, successivamente, in terza mi ero convinta di fare la scrittrice, ma rendendomi conto delle difficoltà oggettive alla realizzazione di questa carriera, ho preso consapevolezza della mia vera propensione allo studio e ho così deciso di intraprendere studi giuridici.
Grazie alla partecipazione alla settimana S.A.R.Ó, sono venuta a sapere che durante i primi anni di giurisprudenza si apprendono istituzione di diritto romano e storia del diritto medievale. Queste materie sono per me di particolare interesse perché costituiscono uno sviluppo ed un continuum del mio attuale percorso di studi, che tanto mi è piaciuto.
La storia del diritto ha origini antichissime. Alcuni aspetti della scienza giuridica si ritrovano già in Oriente con il Codice di Hammurabi risalente al 1750 a.C. Nell’antica Grecia esistevano gli esegeti, interpreti delle regole del diritto sacrale con competenza unicamente religiosa.
Ricordiamo anche i logografi giudiziari del mondo ateniese, vale a dire oratori che scrivono su commissione le orazioni giudiziarie che i loro clienti recitano successivamente in giudizio. Essi hanno però esclusivamente idoneità retorica.
Si può quindi dire che alcune forme giuridiche si trovino già nelle prime civiltà, ma la nascita della dottrina del diritto viene collocata a Roma intorno al 450 a.C. Il popolo romano aveva lo ius civile, cioè  una forma di diritto orale derivato dai mores maiorum. Alcuni dei principali mores vengono fissati in forma scritta da una commissione di decemviri nelle famose XII Tavole.
L’approfondimento delle origini antichissime che ha la giurisprudenza mi affascina e mi incuriosisce, soprattutto in riferimento alle dinamiche sociali. Sostengo che sia importante conoscere le leggi e studiare come è stata scritta la nostra costituzione, partendo dal suo principio. Ancora più affascinante è esaminare il diritto di un altro paese e metterlo a comparazione con il proprio. Il mondo della giurisprudenza è una realtà non facile da studiare, ci vuole infatti una buona preparazione scolastica, ritengo di avere tutte le competenze richieste grazie a cinque anni di liceo classico. Non è una facoltà “statica” in quanto le leggi continuano a cambiare e a rinnovarsi, dunque è un percorso soggetto a rapido mutamento. Bisogna quindi rimanere costantemente aggiornati e non abbandonare mai completamente gli studi, anche una volta ottenuta la laurea. Nel mio caso non rappresenterebbe un problema, perché mi piace studiare e trovo interessante continuare ad acquisire nuove conoscenze. Non vorrei limitarmi ad apprendere solo il sistema giuridico del mio Paese, ma mi piacerebbe espandere la mia cultura e approfondire la giurisdizione straniera, compararla con la nostra, studiando così diverse civiltà.
La facoltà riguarda diversi campi quali economia, storia, filosofia, sociologia e scienze della politica. Il campo del sapere che copre questa facoltà è davvero ampio e allo stesso tempo apre le porte ad una moltitudine di concorsi pubblici. Io non so ancora quale professione intraprendere una volta finita l’università, dunque giurisprudenza mi permette di avere molta  libertà di scelta e seguire la mia personale inclinazione che scoprirò durante il percorso di studi.
Sono consapevole del fatto che molti sono coloro che si iscrivono a questa facoltà, ma allo stesso tempo sono altrettanti coloro che abbandonano i corsi. I motivi sono spesso legati ad una incapacità di programmare il proprio piano di studi, ma anche alla difficoltà di studiare testi da mille pagine per un esame. Personalmente non mi faccio intimorire dalla mole di materiale da studiare e il metodo per rimanere al passo con gli studi l’ho appreso durante gli anni di liceo. Certamente sono consapevole che il mio stile di vita cambierà completamente, conoscerò persone nuove e dovrò rivoluzionare la mia routine, ma ciò mi incuriosisce e non vedo l’ora di intraprendere questa nuova avventura.
Trovare lavoro dopo la facoltà di legge non è facile, ma la formula del successo consiste nell’essere ambiziosi e non solo carrieristi. La passione farà la differenza, dunque io a diversamente da altri che intraprendono tale percorso, sono motivata ed affascinata da questo mondo a me ancora oscuro. Molti mi hanno detto che per avere successo in questa branca è necessario avere le conoscenze giuste ed essere imparentati con un avvocato. Chiaramente ciò può agevolarti parecchio, ma il futuro bisogna crearselo da sè, dimostrando di essere all’altezza del proprio ruolo.
Mi piacerebbe lavorare a contatto con persone provenienti da altri paesi, magari approfondendo diritto internazionale. Per fare ciò è necessaria una buona preparazione oltre che giuridica anche linguistica.
Per quanto riguarda il rapporto studente-professore si dice che sia molto formale. Molti professori esercitando l’attività di avvocato non dedicano tanto tempo alla professione di avvocato. Questo a mio parere potrebbe essere un aspetto negativo della facoltà, dato che nella mia scuola il rapporto tra professori e alunni è sempre stato di affetto, ma allo stesso tempo senza mai mancargli di rispetto. Dunque imparerò a rapportarmi in modo diverso, sarà un nuovo mondo e sono pronta a cambiare la mia visione della società pur mantenendo le mie idee.
SARO’ a giurisprudenza

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