Solidarietà in famiglia

Dopo cinque anni di liceo classico non posso lamentarmi: tra la vastità di argomenti studiati, devo ammettere che alcuni sono stati davvero interessanti. Soprattutto considerando che molte interrogazioni e/o verifiche sono state preparate troppo frettolosamente, non permettendo al sottoscritto di assaporare a pieno e soffermarsi su ciò che in effetti stavo studiando. Mea culpa.
Adesso, sdraiato sul mio comodissimo letto, intento al tipico ripassone per-terza prova (ormai solo un ricordo, benvenute “buste”), mi accorgo, avendo più tempo per rifletterci sopra, di quanto in effetti alcuni argomenti siano attuali e intriganti.
Ad esempio, proprio oggi mi sono capitati sotto mano gli appunti su Giovanni Pascoli: “in un mondo dominato dall’ingiustizia, l’unico strumento di difesa che l’uomo ha in suo possesso è l’unità familiare”.
Queste le parole che danno subito nell’occhio, scritte in maiuscolo e ampiamente evidenziate.
Vorrei partire proprio da questa frase, che, in maniera coincisa, riassume quella che è la visione del mondo di Pascoli, e esporre alcune mie considerazioni a tal proposito.
Inizio col dire il perché questa frase mi abbia colpito così tanto. Le coincidenze esistono, eccome. Non voglio banalizzare il tutto, ma credo che la scelta di questo argomento sia stata una semplice coincidenza, o se vogliamo vederla diversamente, di un insieme di circostanze. Mi spiego meglio.
Aver letto queste parole, nel periodo preciso che sto vivendo ora, penso abbia gonfiato l’effetto che hanno avuto su di me. Si sa, a tutti capita di avere quei momenti in cui ci si sente completamente soli, con tutti contro e nessuno dalla propria parte. Ultimamente diciamo che abbia attraversato una situazione simile (nulla di grave, semplici incomprensioni scolastiche); in un tale periodo, le uniche persone che ho sentito completamente a mio sostegno sono stati i miei genitori: l’amore materno,incondizionato, e i saggi consigli di mio padre mi hanno dato un grosso aiuto. Ma questo è un semplice episodio come tanti altri.
Ciò su cui vorrei soffermarmi è invece la struttura familiare, quello che non si vede, al di là delle cose materiali e tangibili: credo fortemente che la semplice unione all’interno di una famiglia sia il punto di riferimento per ogni membro che ne fa parte, un’ancora di salvataggio che è sempre presente, alla quale ci si può sempre rivolgere.
Mi piacerebbe, sulle orme di Pirandello, poter rivolgermi al lettore, e chiedergli cosa ne pensa lui a riguardo. In particolare vorrei conoscere il pensiero di una persona che, a differenza mia, non ha trovato nell’unione familiare un’armatura inscalfibile, anzi.
Mentre stavo progettando questo articolo, mi è venuta in mente un’altra cosa, collegata al tema dell’unità familiare come mezzo di difesa. Ho iniziato a riflettere sul fatto che io non sono così. Io non mi ritengo una persona sempre pronta a sostenere qualcuno, anche quando si tratta di un familiare o di una persona molto cara: non sono capace, per carattere, a prenderne le difesa a prescindere.
Non voglio farmene troppo una colpa; il mondo è bello perché è vario, e spero, in cuor mio, di essere più utile in altre situazioni. Tuttavia ritengo essenziali la presenza di queste persone, a mio parere molto rare, ma altrettanto speciali.
Concludo affermando che trovo buffo, in un certo senso, ma anche molto appagante, che dal pensiero di un autore, studiato tra i banchi di scuola l’ultimo anno di Liceo, io ne tragga concretamente un insegnamento morale, che confido inciderà sul mio carattere.
Ora più che mai mi è chiara la definizione che spesso si sente attribuire alla scuola “percorso di formazione”.

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