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LA REALTA'

Col nuovo anno anche i calciatori saranno più buoni?

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di Lapo

Questa 22°giornata di Serie B italiana è stata diversa dalle altre: come già annunciato a inizio campionato viene introdotto il cosiddetto “cartellino verde”. Ma che cos’è questo nuovo cartellino?
Si tratta di una sorta di premio simbolico conferito dall’arbitro al giocatore più bravo del match, anzi al più buono, quello che si è comportato con maggiore fair play.
Il termine è molto usato in ambito sportivo come sinonimo di comportamenti leali e rispettosi nei confronti dell avversario.
Giocatore “più bravo”? “Più buono”? Con maggiore “fair play?”
Ma io, che da piccolo mi venivano assegnati premi riguardanti la mia buona condotta, non ho mai ricevuto niente di più che qualche “stellina” o caramella; perché questi giovani atleti ricevono premi per compiere gesti che dovrebbero essere pressochè scontati?
Un po’ come dice la pubblicità “Bauli”: “a Natale fate i buoni!”. Ma per quale ragione bisognerebbe comportarsi diligentemente solo in un giorno, o una partita, se si potrebbe fare del bene sempre? Il progetto non è realizzato solo al fine di dare una riconoscenza a un giocatore ma è anche un metodo per diffondere il fair play fuori dal campo: sugli spalti e fra i tifosi. L’idea di questo cartellino è un tentativo di cercare di riportare il mondo del calcio in una dimensione diversa da quella di adesso, dove i giocatori si sputano e spingono addosso con tanta normalità quanta noi ne impieghiamo nel litigare con i libri scolastici. Tutti i veri sportivi sperano nel successo di questo progetto che, come detto, dovrebbe penetrare nell’anima del vero calciatore professionista.
In ogni modo invitiamo tutti gli arbitri e gli atleti italiani a mostrare seriamente, e non solo nelle partite, il cartellino rosso a coloro i quali, sia in campo che sugli spalti, non vorranno accogliere il messaggio di questa iniziativa che la Lega Serie B, esasperata, sta proponendo.

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NIGERIA/Quando lo sport si trasforma in guerra

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Un anno come questo, autore di catastrofi impensabili, non si lascia sfuggire proprio niente: la rabbia spesso è causa di tremendi mali. In un clima dove vittime e perdite non mancano a causa della guerra, ne sopraggiungono altre per tragedie sempre più strazianti. Nigeria, 29 Marzo 2022, con l’eliminazione dai mondiali della squadra nigeriana, in campo scendono i tifosi: infuriati per il pareggio (fatale per l’esclusione dal campionato) gli spettatori hanno trasformato lo stadio in un campo di battaglia. Una partita pareggiata 1-1 con il Ghana ha portato al fallimento della qualificazone al Mondiale in Qatar. Tragedie come questa non dovrebbero nemmeno esistere, eppure sono più attuali di quanto crediamo.

In un clima di scompiglio, rabbia e ribellione da parte dei tifosi, un medico addetto ai controlli antidoping dei giocatori è stato aggredito e ucciso. Non si conosce ancora con certezza la dimanica, ma una cosa si sa per certo: allo stadio nazionale di Abuja è scopppiato il caos. Una rabbia confusa, priva di fondamenti, sfogata su persone e oggetti, ha portato anche a questo: una luce in meno nel mondo dello sport. Anche i tentativi di rianimare la vittima, dopo essere stata percossa e calpestata violentemente dalla folla, sono stati inutili.

Così scompare un uomo, così si distrugge una famiglia: nello scompiglio di una semplice partita di calcio, un risultato sfavorevole ha portato alla morte di un innocente. L’uomo era stato numrose volte chiamato come medico in altri campionati e occasioni negli anni precedenti, ma a causa di persone così spregevoli non potrà prenderne più parte in futuro. Adesso il vuoto non è solo più in quello stadio, su quegli spalti e sul terreno da gioco devastato, ma anche nei cuori di chi lo conosceva.

Perde la vita Joseph Kabungo, che lascia un silenzio così profondo e triste da far riflettere anche i cuori più meschini. E’ bastata questa dimostrazione, qualche zolla di terreno strappata e panchine rovesciate, a insegnare che la guerra non esiste solo all’interno di determinati confini. Nessuno è salvo fuori dalle frontiere, perché a determinare la guerra è l’uomo stesso e i suoi istinti ingiusti, non  soldati e missili. La vera guerra è dentro l’uomo e per quanta paura possa fare, siamo i primi a ostinarci a combatterla contro gli altri. Questa tragica vicenda, per quanto brutale, è solo l’ennesima prova che la violenza è sempre causa e mai soluzione.

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MADRI LAVORATRICI/Come le donne liguri hanno affrontato il Covid

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Mancano ormai pochi giorni all’arrivo dell’estate e, con essa, di quel senso di spensieratezza e leggerezza che i mesi caldi portano con sé. Quest’anno, però, la fine della primavera preannuncia anche un definitivo abbandono delle tanto odiate norme anti-Covid.  (altro…)

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VIRUS/Cosa succederebbe se sparissero tutti?

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Nel corso dei secoli i virus sono stati responsabili di decine di milioni di morti, provocando malattie in parte ancora oggi incurabili. Quest’ultimo anno sarà ricordato per la diffusione della pandemia da Covid-19, che ha mietuto in tutto il mondo migliaia di vittime.  (altro…)

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