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ATTUALITA'

COMBATTERE IL BULLISMO, LA FORZA DEL CUORE

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a cura della redazione Daily-life

– In occasione della giornata mondiale contro il bullismo, la redazione “Daily-life” propone ai suoi lettori alcune riflessioni che ci farebbe piacere condivideste il più possibile. Il bullismo deve essere prima di tutto affrontato per essere sconfitto. Non dobbiamo voltare lo sguardo, guardare quella parola come un qualcosa che non può toccare la nostra realtà. Le vittime di bullismo sono molte più di quante crediate, così come le forme di bullismo. Spesso, quando parliamo di bullismo, associamo questo concetto a quello di violenza fisica. Ma il bullismo non è solo questo. Il bullismo si manifesta attraverso vessazioni, ricatti, parole dette sotto voce, parole di disprezzo che si insinuano fra le bocche dei compagni di classe… ma vediamo ora le due testimonianze.

TO THIS DAY

Parlare di bullismo non è mai facile,  soprattutto ai giorni nostri dove questo tema risulta vicino a un grande quantitativo di persone, come vittime o come bulli stessi.
Le parole e le testimonianze più sincere e toccanti arrivano direttamente da chi, il bullismo, lo vive o lo ha vissuto direttamente sulla propria pelle.
É il caso del poeta canadese Shane Koyczan che nel febbraio 2013 pubblica uno dei suoi più famosi testi accompagnato da un video trattando appunto il tema basandosi sulle sue esperienze personali a scuola e, inutile dirlo, partorendo così un vero e proprio capolavoro, toccante e che rispecchia perfettamente lo stato d’animo di milioni di persone che si trovano nella sua situazione.
Shane intitola questo “spoken word poem” (tecnica molto apprezzata in America)  “To This Day” ovvero “da quel giorno”.

Dalla creazione di questo connubio perfetto fra parole e immagini è nato una sorta di appello per coloro che attraverso una passione o un talento possono invitare la gente a riflettere sul tema del bullismo e a far reagire tutti quelli che sono vittime di questi avvenimenti.

“To This Day” – Shane Koyczan
https://youtu.be/ltun92DfnPY

PAOLA CORTELLESI/MARCO MENGONI & IL MONOLOGO SUL BULLISMO

Tutti fin da bambini abbiamo associato il termine “bullismo” a un preciso momento della nostra vita: l’adolescenza. Eravamo tutti spaventati all’idea di iniziare il liceo e di incontrare i famigerati bulli che ci avrebbero rinchiusi nei bagni o appesi al cancello della scuola. Ma nessuno di noi aveva realizzato che fin da piccoli aveva commesso degli atti di bullismo,anche solamente nel voler escludere una persona dal proprio gruppo perché ritenuta “diversa” dalla propria mentalità.
Un esempio emozionante lo ha dato Paola Cortellesi, una famosa attrice italiana, che recitato un monologo sul delicato tema del bullismo. Nella sua strepitosa recitazione veste i panni di un bambino,Gian Carlo,che crede fermamente nell’amicizia e che racconta il rapporto che instaura con i suoi coetanei durante gli anni di scuola. Il suo racconto inizia quando lui ha 6,durante  periodo delle elementari: i suoi compagni fin dall’inizio, gli affibbiano dei nomignoli fastidiosi e offensivi,ma lui non ci dà troppo peso, pensa che prima o poi la smetteranno di chiamarlo così. Alle medie, però, inizia a comprendere le cattiverie a cui è sottoposto: i suoi compagni iniziano a maltrattarlo, anche fisicamente e lui si ritrova a pensare a come sarebbero le cose se lui potesse andarsene e liberarsi da tutti questi soprusi. Al liceo decide di cambiare atteggiamento: sceglie di non parlare con nessuno per evitare nuovi maltrattamenti. Ma anche così non funziona e la sua famiglia, dopo anni, inizia ad accorgersi di ciò che subisce. Ma GianCarlo decide di affrontare il suo bullo, quello che teme più di tutti,ma non picchiandolo: semplicemente abbracciandolo. Ed è così che un semplice abbraccio può trasformarsi nell’arma più potente che possa esistere per sconfiggere tutti i mali del mondo, per riportare la pace nel cuore di un ragazzo all’apparenza fragile ma in realtà molto forte.
Il monologo è stato ispirato dalla canzone “Guerriero” di Marco Mengoni, perché ognuno deve essere l’eroe di se stesso per abbattere le difficoltà che ci si presentano davanti, perché ci saranno sempre delle luci di speranza per ognuno di noi.
Questa piccola storia,che è principalmente indirizzata a noi ragazzi, può farci riflettere sul vero significato di amicizia:essere amici di qualcuno non vuol dire essere identici alle altre persone per essere accettati in un gruppo; essere amici vuol dire volersi bene per ogni difetto, per ogni imperfezione e comprendersi a vicenda per poter sconfiggere così ogni tipo di violenza.

Paola Cortellesi/Marco Mengoni – Monologo sul bullismo.
https://youtu.be/Ia2uT8n6_lI

SE L’ARGOMENTO TI HA PARTICOLARMENTE TOCCATO…

ti proponiamo un articolo avente come tema il bullismo… é la testimonianza di due ragazzi che ora non ci sono più. É un articolo un po’ crudo, ma speriamo vi possa far riflettere.
https://sharing.school/5675-2/#more-5675

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CHE BRUTTO AMBIENTE/Le farfalle tornano a volare

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A novembre scorso avevamo pubblicato un articolo dove si parlava del fatto che ha sconvolto l’accademia di ginnastica di Desio: Nina Corradini, Anna Basta e Giulia Galtarossa, ginnaste che hanno fatto parte della Nazionale in tempi diversi, avevano denunciato i comportamenti delle loro allenatrici nei loro confronti. Il tribunale sportivo si è attivato dando via all’iter per il processo.

Emanuela Maccarani, allenatrice della nazionale, e Olga Tishina, sua assistente, hanno partecipato alla  prima udienza che si è tenuta il 24 marzo in un hotel di Roma che si è poi aggiornata in una seconda il 12 maggio, questa volta a Milano. Durante quest’ultima sono state ascoltate cinque tesserate tra cui Anna Basta, alla quale si è contrapposta la compagna di squadra Agnese Duranti.

L’accusa

Infatti la prima ha ribadito la sua opinione sui metodi disumani della Maccarani, raccontando quello che quasi nessuno sa della vita in Accademia. “Dopo colazione, arrivavamo in palestra e ci mettevamo in fila nude.  Quando Olga ci pesava, arrivavano commenti anche solo per aumenti di 3 o 4 etti. ‘Il bambino cresce? Non ti vergogni?’ venivamo richiamate ad alta voce. O ‘Cosa stai facendo? Ti rendi conto?”  Tra le ragazze c’era anche chi, magari per non essere ripresa si toglieva anche le forcine.

Questo trattamento non era riservato a tutte, però. Secondo la Basta c’era infatti una grande disparità di trattamento, quasi prendendo di mira alcune ragazze- la ginnasta ricorda Nina Corradini tra le altre.

La difesa

Agnese,che ha testimoniato per prima, ha invece difeso l’allenatrice. “E’ un ambiente per quanto mi riguarda sempre sereno, consono per fare lavoro di alto livello.” Spiega. “Ricordo dei momenti più pesanti di altri durante gli allenamenti, ma ritengo che a volte sia anche opportuno creare dei momenti più difficili. Non ricordo aggressioni fisiche o verbali”. Racconta però anche di certe situazioni dove l’allenatrice se la prendeva con loro con frasi o insulti, ma dà la colpa alle situazioni stressanti prima delle esibizioni o di fronte a errori commessi più volte. Esclude che le istruttrici prendessero di mira certe ragazze più che altre, ma ammette di aver assistito a correzioni personali, citando la compagna Beatrice Tornatore. ” È capitato sentire l’allenatrice rivolgerle frasi come ‘testa di c…’ o ‘se fai male l’esercizio ti tiro una sberla’, ma ricordo anche il contesto non aggressivo in cui avveniva. Beatrice lo percepiva in modo diverso, era molto insicura”.

Il problema

La Duranti ha involontariamente centrato uno dei punti cruciali di questa faccenda: la sensibilità.

Se da un lato può anche starci lo scherzo o la presa in giro, per quanto pesanti e inappropriate possano essere, è necessario considerare la sensibilità delle ragazze. Non è detto che se un paio di ginnaste vedono gli insulti come una sciocchezza o un gioco tutte la pensano così. Molte delle allieve dell’Accademia sono anche molto giovani e magari già insicure di sé, si preoccupano del loro aspetto e del loro peso, indipendentemente dallo sport praticato.

Se inoltre si aggiungono le umiliazioni dell’allenatrice, che dovrebbe essere una figura di riferimento, è normale che le ragazze si sentano in soggezione e cerchino di accontentare le allenatrici a discapito della loro salute, fisica e mentale

“Già tutto questo sta incidendo notevolmente sulla tranquillità del lavoro che credo io e lo staff siamo riusciti con grande professionalità a portare avanti. Naturalmente preoccupa il fatto di affrontare le prossime competizioni con ancora questa situazione aperta” ha detto la Maccarani, uscendo dal tribunale.

Non solo…

Non solo a Desio e non solo nella ginnastica ritmica possono accadere questi avvenimenti: l’allenatrice di ginnastica artistica di una società di Imola è stata accusata di maltrattamenti ai danni di quattro allieve, anche gli Stati Uniti sono stati travolti da diversi scandali, primo tra tutti quello dell’osteopata della nazionale di ginnastica artistica Larry Nassar condannato per abusi sessuali su oltre 500 atlete, a Treviso l’allenatrice Moira Ferrari è stata rinviata a giudizio per aver dato uno schiaffo a una ginnasta di 8 anni e a Brescia la procura sta indagando su diversi casi di violenze verbali.

La Maccarani e la Tishina rischiano diverse sanzioni: si va dalla semplice ammonizione, alla sospensione fino a 2 anni, fino alla radiazione, ma sapremo di più dopo le nuove udienze che cominceranno a Ottobre.

 

 

 

 

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ATTUALITA'

LA GUERRA DE UCRANIA

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Los alumnos que han participado este curso en el programa Erasmus y el coordinador del programa, el gran Enrique Caballero, comparten mantel (o al menos mesa) con Ángel Gómez y Alejandro González Terriza y charlan sobre la guerra en Ucrania y sus muchos afluentes y derivados: el paso de una mentalidad general pacifista a una belicista, las consecuencias actuales en nuestra economía, las terribles que podría tener el uso de armas nucleares y el precedente de las múltiples guerras que han venido produciéndose desde el final de la Segunda Guerra Mundial, como la guerra fría, las guerras de Corea y Vietnam, la guerra de Afganistán, la guerra entre Irán e Irak y la guerra del Golfo.

Al final del programa, los alumnos comentan también su experiencia positiva en los países donde han estado de intercambio, como Grecia y Rumanía.

Intervienen Miguel Martínez y Alejandro González Barbero (alumnos de 4º de ESO), Ana Miranda y Asiel Sierra (1º de Bachillerato) y Gabriel González y Sergio Morales (2º de Bachillerato).

Abrimos con Black Sabbath (War Pigs, 1970) y cerramos con Sting (Russians, 1985).

Podéis clicar en el siguiente enlace para acceder al audio en la web de nuestra radio.

https://radioedu.educarex.es/radioelcandil/2023/05/14/la-guerra-en-ucrania/

 

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PAROLE E VIOLENZA/A cosa porta la brutalità

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Secondo l’ONU, la violenza è “qualsiasi atto che provoca, o può provocare, danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violanza, la coercizione e la deprivazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che privata”.

Che cos’è la violenza? 

Con l’espressione violenza di genere si indicano tutte le forme di violenza da quelle psicologiche e fisiche, a quelle sessuali, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking allo stupro, fino ai femminicidi. Quest’ultimo può essere causato per discriminazione di sesso o per gelosia.

Un triste fatto riguardo alla violenza è accaduto alla ventitrenne di Genova Giulia Donato. Si tratta di un omicidio, avvenuto nel quartiere di Pontedecimo: una guardia giurata di 32 anni, Andrea Incorvaia, ha sparato alla fidanzata Giulia, togliendole la vita. La giovane frequentava l’uomo da circa un anno. Si pensa che la causa dell’omicidio sia la forte gelosia che provava l’uomo.

E i dati in Italia? 

Sono già 59 gli omicidi che sono stati registrati dall’inizio del 2023, con 31 vittime donne di cui 11 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex. Uomini che non accettano un “basta” o che non accettano che la donna possa decidere quando e come lasciarli. Non si tratta di fenomeni rari, ma di eventi che ormai sono all’ordine del giorno su giornali, telegiornali e radio e che si verificano in modo allarmante ogni anno.

e secondo la costituzione italiana? 

Secondo l’articolo numero 13 della nostra costituzione:”La libertà personale è inviolabile.
Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.” La libertà di un individuo è intoccabile e ancora di più decidere di mettere fine alla vita di una persona. Non si può obbligare una persona a rimanere come un detenuto in carcere a casa sua o a casa di un familiare, di un amico o del fidanzato. Solo lo stato giudiziario, può decidere della vita civile di un individuo, in base al reato subito. Sempre tenendo conto del rispetto dei valori umani. Come viene detto nell’articolo 2 della costituzione, lo stato riconosce e garantisce tutti i diritti dell’uomo, anche se molto spesso vengono violati.

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