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LA REALTA'

Federica Brignone tiene alto l’orgoglio italiano

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di Enrico Tognon

– Sabato 27  febbraio  2016 è una data da ricordare per tutto lo sci italiano, ma soprattutto per Federica Brignone
– venticinquenne sciatrice italiana nata a Milano –  che ha ottenuto la sua prima vittoria in superGigante a Soldeu sui Pirenei. Grazie alle grandi abilità tecniche e a una grinta da leonessa la giovane Federica – figlia d’arte: la madre Maria Rosa Quario ha vinto diverse gare di coppa del mondo in slalom-  sta portando a termine una stagione ricca di soddisfazioni. Sono già cinque, infatti, i podi stagionali;  all’ultima vittoria in superG vanno ad aggiungersi quattro piazzamenti ottenuti in slalom gigante – disciplina che la sciatrice predilige – impreziositi dalla vittoria nella prima gara stagionale a Solden in Austria. La Brignone ha dimostrato di essere un’atleta piuttosto duttile, ha ottenuto infatti buoni piazzamenti in tutte le discipline dello sci alpino; tra qui il quarto posto – a pochi centesimi dal podio – nella combinata disputata domenica 28, a coronamento di un week-end da incorniciare per la giovane Federica.  Visto l’ottima forma ci sono buone possibilità che possa concludere la stagione al meglio, consolidando l’ottima settima posizione in classifica generale e cercando di ottenere un piazzamento sul podio nella “coppetta” di specialità dello slalom gigante. Forza Federica!

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NIGERIA/Quando lo sport si trasforma in guerra

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Un anno come questo, autore di catastrofi impensabili, non si lascia sfuggire proprio niente: la rabbia spesso è causa di tremendi mali. In un clima dove vittime e perdite non mancano a causa della guerra, ne sopraggiungono altre per tragedie sempre più strazianti. Nigeria, 29 Marzo 2022, con l’eliminazione dai mondiali della squadra nigeriana, in campo scendono i tifosi: infuriati per il pareggio (fatale per l’esclusione dal campionato) gli spettatori hanno trasformato lo stadio in un campo di battaglia. Una partita pareggiata 1-1 con il Ghana ha portato al fallimento della qualificazone al Mondiale in Qatar. Tragedie come questa non dovrebbero nemmeno esistere, eppure sono più attuali di quanto crediamo.

In un clima di scompiglio, rabbia e ribellione da parte dei tifosi, un medico addetto ai controlli antidoping dei giocatori è stato aggredito e ucciso. Non si conosce ancora con certezza la dimanica, ma una cosa si sa per certo: allo stadio nazionale di Abuja è scopppiato il caos. Una rabbia confusa, priva di fondamenti, sfogata su persone e oggetti, ha portato anche a questo: una luce in meno nel mondo dello sport. Anche i tentativi di rianimare la vittima, dopo essere stata percossa e calpestata violentemente dalla folla, sono stati inutili.

Così scompare un uomo, così si distrugge una famiglia: nello scompiglio di una semplice partita di calcio, un risultato sfavorevole ha portato alla morte di un innocente. L’uomo era stato numrose volte chiamato come medico in altri campionati e occasioni negli anni precedenti, ma a causa di persone così spregevoli non potrà prenderne più parte in futuro. Adesso il vuoto non è solo più in quello stadio, su quegli spalti e sul terreno da gioco devastato, ma anche nei cuori di chi lo conosceva.

Perde la vita Joseph Kabungo, che lascia un silenzio così profondo e triste da far riflettere anche i cuori più meschini. E’ bastata questa dimostrazione, qualche zolla di terreno strappata e panchine rovesciate, a insegnare che la guerra non esiste solo all’interno di determinati confini. Nessuno è salvo fuori dalle frontiere, perché a determinare la guerra è l’uomo stesso e i suoi istinti ingiusti, non  soldati e missili. La vera guerra è dentro l’uomo e per quanta paura possa fare, siamo i primi a ostinarci a combatterla contro gli altri. Questa tragica vicenda, per quanto brutale, è solo l’ennesima prova che la violenza è sempre causa e mai soluzione.

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MADRI LAVORATRICI/Come le donne liguri hanno affrontato il Covid

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Mancano ormai pochi giorni all’arrivo dell’estate e, con essa, di quel senso di spensieratezza e leggerezza che i mesi caldi portano con sé. Quest’anno, però, la fine della primavera preannuncia anche un definitivo abbandono delle tanto odiate norme anti-Covid.  (altro…)

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VIRUS/Cosa succederebbe se sparissero tutti?

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Nel corso dei secoli i virus sono stati responsabili di decine di milioni di morti, provocando malattie in parte ancora oggi incurabili. Quest’ultimo anno sarà ricordato per la diffusione della pandemia da Covid-19, che ha mietuto in tutto il mondo migliaia di vittime.  (altro…)

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