Connect with us

SUGGESTIONI

FILIPPO ED ELISABETTA/Una lunga storia d’amore

Pubblicato

il

Il segreto- Il matrimonio tra quello della regina Elisabetta II e il duca di Edimburgo Filippo, è  di sicuro il più seguito e chiacchierato della storia. Quasi 74 anni di matrimonio che nascondono un grande segreto amoroso che nessun media è mai riuscito a svelare: la frase che Filippo ai tempi delle nozze fece incidere all’interno della fede di Elisabetta. Solo in tre sono a conoscenza di quelle parole, ovvero la regina, Filippo e l’orafo Ingrid Seward incaricato direttamente dal duca di Edimburgo. Nessuno oltre loro tre è consapevole di ciò che è scritto nell’anello nuziale, perché la regina non lo ha mai sfilato dal suo anulare per quasi 74 anni.

La d’storia d’amore- Diversamente dai matrimoni combinati quasi “d’abitudine” dell’epoca, il loro nasce da un amore reciproco. Il loro nasce il 22 luglio 1939 quando si incontrarono per la prima volta al Dartmouth Royal Naval College durante una visita della famiglia reale. Filippo era nipote del re di Grecia Costantino I ed era nato a Corfù, viene nominato principe di Grecia e di Danimarca, e per quest’ultimo legame era cugino in terzo grado della stessa Elisabetta. Dopo che Costantino I abdicò fu costretto all’esilio e quindi visse in Francia, in Scozia ed in seguito in Inghilterra, dove divenne allievo del collegio militare della Royal Navy.

Quando si conobbero Elisabetta aveva 13 anni e si innamorò subito di quel ragazzo di 18 che definì alla sorella Margaret “bello come un vichingo”. I due giovani cominciarono a scriversi e alcune voci dicono che si sono videro altre due volte, nel 1934 e nel 1937. Il fidanzamento è ufficializzato ben 10 anni dopo, nel 1947, al raggiungimento dei 21 anni di Elisabetta. Le nozze si svolsero il 20 novembre dello stesso anno presso l’ Abbazia di Westminster, per la prima volta nella storia dei matrimoni reali in diretta radio e TV. Milioni erano le persone sintonizzate per seguire dal vivo le nozze.

Dopo l’unione con la futura regina, Filippo si convertì dal cristianesimo ortodosso all’anglicanesimo, rinunciando a tutti suoi titoli, e venne nominato Duca di Edimburgo e His Royal Highness. La coppia si trasferì a Clarence House a Londra, dove adesso vivono Carlo e Camilla. Vissero per un periodo a Malta dove Filippo intraprese la sua carriera militare venendo trasferito sul cacciatorpediniere HMS Chequers della Mediterranean fleet britannica. Il principe venne promosso tenente comandante e prese il comando della sua prima nave.

Quando le condizioni di salute di Re Giorgio peggiorarono, la coppia prese il suo posto per rappresentare il Commonwealth, e fu nel 6 febbraio 1952, proprio durante un viaggio di rappresentanza in Kenya, che i giovani sposi vennero a conoscenza della triste morte del Re. Elisabetta divenne regina a soli 25 anni.
Filippo venne incaricato dalla regina stessa di comandare l’organizzazione dell’incoronazione, e ottenne la possibilità di trasmetterla in televisione: la prima incoronazione ad essere seguita da milioni e milioni di persone in tempo reale. A questo punto la Corona iniziò a segnare duramente le differenze tra i due, e siccome il principe si lamentò di essere l’unico padre al mondo a non poter dare il proprio cognome ai figli, un decreto del 1955, permise l’uso del doppio cognome.

Nel 1948 la Regina annunciò di essere in dolce attesa del primogenito Carlo, al quale seguirono Anna, Andrea ed Edoardo.
Con l’ascesa al trono della moglie, Filippo dovette abbandonare una promettente carriera militare.

Iniziarono a girare voci sempre più forti sulle continue relazioni extraconiugali del principe, ma la famiglia reale non fece mai trapelare nulla di tutto ciò. La notizia che invece arrivò in ogni parte del mondo, fu l’ultimatum che la Regina diede al suo consorte poco prima che quest’ultimo partisse per un viaggio in giro per il mondo tra il 1956 e il 1957, a bordo della Britannia, ufficialmente per conto del Commonwealth. Questo viaggio venne interpretato dai media come un periodo sabbatico di Filippo per allontanarsi per un po’ dal suo stile di vita, ma soprattutto dalla moglie. Filippo stesso, al suo ritorno, ammise che fu solamente grazie alla pazienza e alla tolleranza di Elisabetta che il loro matrimonio riuscì a sopravvivere.

Venne poi nominato ufficialmente Principe del Regno Unito, rappresentando un grande punto di sostegno per la Regina.
Lo scorso 20 novembre la coppia ha festeggiato l’anniversario di matrimonio in isolamento e intimità leggendo lettere speditegli dai bambini del paese.
Purtroppo il 9 aprile del corrente anno, Filippo, precedentemente ricoverato in ospedale per problemi di salute, ci ha lasciati all’età di 99 anni.

SUGGESTIONI

SALUTE/Gennaio è il mese più triste dell’anno?

Pubblicato

il

Gennaio equivale al mese più triste dell’anno per vari motivi: le temperature basse, la fine delle festività, il ritorno negli uffici e nelle aule, le giornate ancora molto corte, le ore di buio ancora prevalenti, contribuiscono a tenere l’umore basso. Questi fattori portano la maggioranza della popolazione, come spiegano alcuni studi, a definire gennaio il mese “per eccellenza” della depressione. Con l’inizio dell’anno le persone per tradizione tendono a porsi alcuni obiettivi. Questo di per sé potrebbe essere un fatto positivo, avere dei buoni propositi stimola la mente a muoversi per realizzarli. In realtà spesso accade che questi nuovi obiettivi siano in parte frutto di  idee “riciclate”, di attività e di scelte che non si è riusciti a fare nel passato. Questo può spingere a sentirsi ancora più depressi.

   Con i buoni propositi le persone cercano di sentirsi bene con loro stessi e in mezzo agli altri. Anche questo però lascia sottintendere che qualcosa forse in precedenza non ha funzionato, che molti desideri non sono stati soddisfatti.

  Le prime settimane dell’anno si tende dunque a dare inizio a nuovi progetti, a fare programmi ben delineati nel tempo e nei modi. Questo spinge a impegnarsi, a prendersi delle responsabilità e porta anche a sentire il dovere di portarli a termine. Da un alto questo risulta positivo, dall’altro il dovere incombente può generare altra ansia.

   Alcuni studiosi hanno dirittura indicato il terzo lunedì del mese come giorno cruciale per il picco di depressione. Lo hanno chiamato ‘Blue monday’ e hanno spiegato che solo in quel momento il cervello realizza definitivamente che le festività natalizie sono finite. Questo è il risultato di un’equazione creata da Cliff Arnall, uno studioso dell’università di Cardiff. La teoria è stata pubblicata nel 2005 e ha fatto molto scalpore tra gli studiosi e nell’opinione pubblica.

  Anche se in realtà l’equazione su cui si basa viene ritenuta da molti priva di basi scientifiche, molti psicologi indicano dei rimedi e consigliano tra l’altro di affrontare questo giorno modificando le proprie abitudini quotidiane.

   Sarà davvero così? Davvero gennaio è il mese più depressivo dell’anno? Se guardiamo i lati positivi possiamo vedere che le giornate sono sì ancora corte ma in realtà si stanno già allungando. Il freddo può dare fastidio ma può anche essere una scusa per starsene in casa davanti al camino a leggere un bel libro. Il brutto tempo può spingerci anche a guardare un bel film in televisione, o addirittura andare a teatro o al cinema. Chi è appassionato di sport invernali approfitta della neve per praticarli. Per chi ama lo shopping o ha bisogno di rinnovare il guardaroba gennaio è anche il mese dei saldi.

   In realtà bisogna comunque considerare che la depressione è anche una malattia che può colpire chiunque ma, in quanto malattia, può anche essere curata. Se da un lato l’inverno può facilmente acuirne i sintomi, dall’altro c’è sempre la speranza che si possa debellare. Chissà che tra i buoni propositi di qualche ricercatore non ci sia per il 2023 quello di sconfiggerla.

Continua a leggere

NEWS

SPORT/Taiji, filosofia applicata al corpo

Pubblicato

il

Il Taijiquan (极拳) è un’arte marziale Tradizionale Cinese praticata da molti secoli, che nel tempo si è sviluppata in diversi stili, quali lo stile Chen, lo stile Wu, lo stile Sun e lo stile Yang.

Prima di vedere quali sono i benefici del Tai ji e le diverse forme e stili di questa disciplina, facciamo chiarezza in merito alla terminologia.

Premetto che nella lingua cinese, i caratteri sono la stilizzazione di antichi “disegni” che tipicamente esprimono concetti anche complessi e strettamente legati alla cultura e storia cinese. Ad aumentare la confusione della traduzione subentra il sistema di translitterazione fonetica. In effetti, quello usato oggigiorno è stato codificato e diffuso in Cina dagli anni ’60. Prima di quel tempo vi erano diversi sistemi codificati dagli occidentali e il più usato era il Wade-Giles.  Il tempo, l’apertura della Cina all’occidente e la difficile e scarsa conoscenza della lingua hanno portato all’attuale e spesso imprecisa scrittura.

Prendendo ad esempio il nostro termine, che nel sistema fonetico cinese si scrive Tai Ji Quan, se utilizzassimo il sistema Wade-Giles diverrebbe T’ai Chi Ch’uan.
Ciò ha portato a non pochi malintesi specie sul termine Ji (Chi) assumendolo al termine corrispondente di “energia” che, nella traslitterazione ufficiale, si pronuncerebbe Qi.  Quindi i tre caratteri che compongono il termine Taiji Quan sono: Tai(太) significa il migliore, il supremo, come Ji(极) è il punto massimo, l’estremo. Insieme indicano l’Origine Assoluta. Aggiungendo Quan(拳), che si può tradurre con pugno, arte marziale o anche movimento, esprime così la sua connotazione di “arte del movimento originario”. In occidente si sono originate svariate traduzioni come “il pugno supremo “, “pugilato della suprema polarità” ecc.… Infatti il Taiji mette in relazione la filosofia taoista della dualità, Yin e Yang, con la medicina tradizionale cinese.
I primi documenti ritrovati che riguardano il Taijiquan risalgono al 1600 con lo stile Chen, mentre lo stile Yang è attualmente il più diffuso e popolare.
Lo stile Wu è invece un’evoluzione diretta dello stile Yang, la cui caratteristica principale è la leggerezza dei movimenti uniti a una grande efficacia sia terapeutica che marziale.
Il Taijiquan è conosciuta per avere effetti benefici sia dal punto di vista psicologico, sia dal punto di vista fisico in quanto favorisce il controllo dell’equilibrio e il recupero di agilità e forza, soprattutto se praticato da soggetti più anziani.
Riassumendo brevemente i benefici maggiormente documentati dagli ormai numerosi studi medici esistenti sono: equilibrio, forza, miglioramento del sistema cardiovascolare, delle condizioni psicologiche e molti altri studi hanno dimostrato un rafforzamento del sistema immunitario, del sonno e della qualità della vita in generale.

L’analisi dell’efficacia del Taijiquan parte dall’analisi sulle cause che comportano le principali alterazioni dell’andatura e della postura che ormai affliggono una buona parte dei ragazzi. L’esercizio di questa disciplina può, attraverso la pratica costante, contrastare e inibire tutte le problematiche legate alla schiena e altri problemi muscoloscheletrici.

Non vi sono particolari controindicazioni per il Tai Ji. Questa disciplina è infatti adatta per giovani e anziani, sportivi e persone sedentarie.

Tuttavia, se soffri di un problema muscoloscheletrico o di una condizione medica che influenza le tue capacità di movimento, o se stai assumendo dei farmaci che causano vertigini o confusione, prima di seguire un corso di Tai Ji ti consigliamo di chiedere un parere al tuo medico.

Con buone probabilità, sarà lui stesso a spronarti a intraprendere questo meraviglioso viaggio verso l’equilibrio e il benessere fisico e spirituale.

Continua a leggere

SUGGESTIONI

LOUIS VUITTON/Una promessa per la moda

Pubblicato

il

Un annuncio esclusivo

Pochissime ore fa è stata annunciata con grande soddisfazione la novità del brand parigino Louis Vuitton. Il progetto in questione è il risultato di un’ampia iniziativa che darà vita al primo hotel targato LV. L’intento è quello di riprendere l’eleganza, l’esclusività e il lusso di un marchio apprezzato nel mondo e che adesso si trasformerà in una strutttura a tutti gli effetti sorprendente.

Vantaggi e innovazioni nei quartieri parigini

Louis Vuitton avrebbe scelto come sede per il nuovo hotel lussuoso il centro di Parigi, più precisamente verrà collocato nella Rue di Pont Neuf, un quartiere ricco di vita notturna ed eventi aperti a tutti. L’esperienza garantita da questo progetto, afferma Michael Burke, offrirà ai clienti interessati la possibilità di immergersi totalmente nelle proposte del brand. 

L’idea è quella di offrire un servizio mai realizzato prima, fornendo vantaggi e innovazione a un quartiere parigino elegante e particolare come quello scelto per la costruzione dell’hotel. Una vera e propria rappresentazione edificata nel centro della città natale del marchio. Non si sa precisamente a quali canoni estetici si ispirerà l’edificio, ma tutto fa pensare a una riuscita strepitosa della costruzione: una nuova “casa per la moda”

Solo l’inizio di un successo ambito

Sembra che questo sia solo uno dei primi progetti di LV e l’inizio di una catena di alberghi, negozi e caffè nella capitale francese; il progetto mira ad estendersi in tutto il mondo. A proclamare questa notizia è il presidente e amministratore delegato Michael Burke, che in un’intervista ha lasciato sognare i suoi ascoltatori. L’albergo presenterà una panoramica a 360° di lusso, stupore e ospitalità: ciascuno avrà la possibilità di godere della “vista più spettacolare del mondo“- afferma Burke – “con scorcio sulla torre Eiffel e Notre-Dame de Paris“.

La sua posizione è stata studiata anche dal punto di vista panoramico per colpire a tutti gli effetti i visitatori. Seguirà l’inaugurazione di uno spazio chiamato LV Dream, in cui verrà presentata la collaborazione di Louis Vuitton con diversi artisti, accompagnato da un negozio di articoli regalo e una caffetteria gestita dal capo pasticcere dell’hotel Cheval Blanc.

Un’esperienza conivolgente a 360° 

L’interesse degli ideatori non è dunque quello di esporre a tutti gli effetti i beni di lusso e i prodotti, quanto di far provare l’esperienza di entrare in una boutique di alta moda. L’intento non è quello di comprare esclusivamente articoli costosi, ma di godere della raffinatezza di ogni invenzione e design, profumo, colore. 

Si tratta di un obiettivo ambizioso? assolutamente sì, ma a tutti gli effetti realizzabile. L’edificio sarà anche ecosostenibile e moderno, punterà a un migliore sfruttamento degli edifici del quartiere e ad attirare fino a 2000 visitatori al giorno. Si parla di 4omila m², una decina di sale con disposizioni di vario tipo e attività da proporre ai agli ospiti. Con un’attività di sette giorni su sette, garantendo il benessere collettivo, susciterà l’interesse di tutti. Sembra davvero essere una nuova promessa per la moda

 

 

Continua a leggere

Trending