– A Firenze si é da poco conclusa la XVI edizione dei Colloqui Fiorentini, svoltasi dal 2 al 4 di Marzo. Ancora una volta migliaia di ragazzi provenienti da tutte le regioni italiane e da tutti gli indirizzi di studio si sono mossi in massa per partecipare a questo, ormai ricorrente, evento. Ma cosa sono veramente i “Colloqui”? Cosa fa muovere così tanti ragazzi per partecipare ad un convegno letterario?
Vediamo innanzi tutto di cosa si tratta…
I Colloqui Fiorentini – Nihil Alienum sono un annuale convegno di argomento letterario, organizzato da Diesse Firenze (Didattica e Innovazione Scolastica, Centro per la Formazione e l’Aggiornamento) e rivolto a tutti gli studenti delle scuole secondarie italiane, perché, come spiega il sottotitolo, nihil alienum , nessuno è estraneo.
I partecipanti dovranno presentare una tesina sull’autore indicato, spesso partendo da una citazione o comunque da un tema caratteristico della sua opera. I lavori , che dovranno essere inviati qualche mese prima dell’inizio, saranno poi valutati e i migliori premiati da docenti ed accademici.
Il tema
Quest’anno l’autore proposto è stato Luigi Pirandello, ed in particolare la frase finale della sua celebre novella «Si fa in un attimo, signor Cavaliere mio. Ora che il treno ha fischiato…». Così intorno ai pensieri di questo enigmatico autore si sono articolate le tre giornate di incontro. La mattina era di solito dedicata ad alcune conferenze di professori, giornalisti, filosofi, artisti.
Il primo giorno
Il primo giorno, dopo il tradizionale saluto da parte del presidente Gilberto Baroni, è stata la professoressa Mariantonietta Galizia a rompere il ghiaccio: “Tu sei per me uno stupore: è lo stupore con cui i nostri occhi, attraverso quello dei personaggi pirandelliani, guardano alla realtà intorno, che ci svela ad un tratto la nostra anima, oltre l’apparenza, oltre il rischio di una routine che spegne la nostra capacità di provare meraviglia…”
Segue poi un’ interessante intervento del professor Carmine di Martino che ci presenta un Pirandello filosofo, il quale esorta tutti noi ad abbandonare le “maschere” che ci portiamo dietro ogni giorno della nostra vita, ed essere finalmente autentici. Perché è proprio il nostro io a renderci unici.
Conclude la mattinata il professore Alessandro d’Avenia, molto amato tra i giovani. In modo risoluto e concreto parla diretto al cuore di noi ragazzi e in un attimo tutte le attenzioni sono per lui. Continua e, talvolta con un velo di arroganza, mostra come Pirandello ci spinga a vivere la vita fino in fondo, sebbene ciò sia possibile solo se avremo il coraggio di “spogliarci” da tutte le sovrastrutture e rimarremo “liberi e nudi” come bambini. Propone inoltre uno degli ultimi brani di Pirandello, “Una giornata”, terminato dall’autore poco prima della morte, quasi fosse una sorta di “testamento”, racchiude in sé il cuore del suo pensiero.
Il pomeriggio
Il pomeriggio, come anche quello seguente, sarà invece un momento di vero e proprio dibattito, dedicato a noi giovani. Partendo da due domande nascerà un momento di incontro tra i ragazzi che potranno esprimersi, confrontarsi e sentirsi sempre più vicini al cuore di Pirandello.
Sorprendente la fila di studenti in coda per raccontarsi e proporre il proprio punto di vista, soprattutto in una società come la nostra, nella quale i giovani sono detti chiusi, passivi, disinteressati.
La sezione arte
L’ultima parte della giornata è stata invece dedicata alla sezione arte, dove tutti i giovani artisti che hanno scelto di presentare un proprio quadro, canzone, ballo o scultura, hanno potuto comunicare il messaggio nascosto dietro le loro opere.
Una ragazza della nostra scuola, Isabelle Genovese, studente del liceo Classico e di pianoforte al conservatorio di Genova, ha composto un brano dal titolo “Ocean”. “Ocean” come l’oceano di sentimenti ed emozioni che lottano nei cuori di tutti noi, dei personaggi pirandelliani, e probabilmente anche in quello di Pirandello.
Il secondo giorno
La seconda mattinata si apre con un discorso da parte della professoressa del liceo classico Martin Luther King di Genova, Giulia del Giudice; la quale lascia poi la parola al docente dell’Università Ca’Foscari di Venezia, Pietro Gibellini, il quale ripercorre il celebre romanzo pirandelliano “Il fu Mattia Pascal” presentandocelo come un “trattato di filosofia morale”, perché lo stresso dramma che affligge tutti noi e Mattia Pascal in primo luogo, può essere ricondotto alla filosofia secentesca (come quella del francese Blaise Pascal appunto) o ancora più indietro alla tragedia greca. “La coscienza é un fatto individuale oppure no? È un castello o una piazza ?”
Ultimo a prendere la parola l’attore Pietro Sarubbi, celebre per la sua interpretazione di Barabba nel film “The passion”. Dopo averci invitato a cogliere le innumerevoli vicinanze tra noi e i “sei personaggi in cerca di autore”, da cui emerge l’incredibile modernità e l’universalità degli insegnamenti di Pirandello, conclude con un augurio per tutti noi ragazzi, citando Giovanni Paolo II : “fate della vostra vita un capolavoro”.
Il terzo giorno
L’ultima giornata sarà quella dedicata alle premiazioni, e tra i calorosi applausi si inserirà il distinto ma coinvolgente discorso del presidente Pietro Baroni, che in pochi minuti ci ha fatto rivivere e forse comprendere più profondamente l’intera esperienza.
Sono stati i vincitori a portare a casa il premio, ma di certo si può dire che ciascuno di noi abbia vinto, magari non una coppa, una targa o una coccarda ma qualcosa di più, perché tutti, ma proprio tutti, possiamo dire di esserci arricchiti interiormente.
Il nostro punto di vista
Anch’io insieme ad alcune mie compagne ho preso parte ai “Colloqui Fiorentini” e nella nostra tesina abbiamo scelto di approfondire il tema dell’epifania, ovvero quella svolta che avviene nella vita di numerosi personaggi delle novelle Pirandelliane, e a cui tutti noi dovremmo aspirare.
Molti di questi sono infatti vittime di una realtà alienante ed opprimente, si sentono esclusi dal resto del mondo, ma non reagiscono. Un giorno però la loro vita cambia completamente, il più delle volte solo grazie ad un dettaglio insignificante che magari vi era sempre stato. Si apre così davanti a loro una realtà del tutto nuova, al di fuori della normalità quotidiana.
Ma questi dettagli, come il fischio del treno per Belluca, o la luna per Ciáula, sono più che altro tramiti di una scoperta ancora più grande, il cui oggetto è però misterioso, non solo per noi, ma anche per i personaggi e forse per lo stesso Pirandello. L’uomo non può infatti coglierlo fino in fondo, o forse può ma solo per un’istante, perché una tale scoperta supera la capacità di comprensione umana. Tuttavia una volta avvenuta questa epifania, qualcosa dentro di loro sarà cambiato per sempre perché ormai avranno intravisto una strada di libertà, che Belluca, sente quasi a portata di mano: “si fa in un attimo, ora che il treno ha fischiato”.
Leggendo queste novelle è sorto spontaneo chiedersi cosa possa aver condotto ad un tale cambiamento.
Nella novella “Canta l’epistola”, Tommasino vive deriso e sottovalutato da tutti, ma subisce tutto senza reagire, sembra quasi abbia smesso di vivere veramente.
“Non aver più coscienza d’essere, come una pietra, come una pianta; non ricordarsi più neanche del proprio nome; vivere per vivere, senza saper di vivere, come le bestie, come le piante; senza più affetti, né desideri, né memorie, né pensieri, senza più nulla che desse senso e valore alla proprio vita.” (Dalla novella Canta l’epistola – Luigi Pirandello)
Un giorno però nota un esile filo d’erba cresciuto tra due pietre e capisce che quel germoglio era esattamente come lui. Il giovane allora inizia a curarlo, vi si affeziona, lo osserva crescere, perché in esso aveva visto la vita, aveva ritrovato quella vitalità che da tempo lui aveva perduto.
Simile ciò che avviene nella novella “Notte”, i cui protagonisti sono un uomo e una donna dalla vita infelice, a cui non sentono di appartenere. Ma in seguito, passeggiando nella notte scoprono che non solo loro, ma anche la natura, la luna e le stelle si sorprendono, si meravigliano e si domandano il perché delle cose.
E allora, se prima si sentivano una nota stonata del mondo, ora scoprono di essere intonati con il cuore di esso.
Così anche noi dobbiamo vivere la nostra vita intensamente, senza filtri, senza maschere, ma in modo vero e curioso, chiedendoci come Tommasino “il perché dei perché”.
“Guardando entrambi nella notte, sentivano ora che la loro infelicità quasi vaporava, non era più di essi soltanto, ma di tutto il mondo, di tutti gli esseri e di tutte le cose, di quel mare tenebroso e insonne, di quelle stelle sfavillanti nel cielo, di tutta la vita che non può sapere perché si debba nascere, perché si debba amare, perché si debba morire” (dalla novella “Notte”, Luigi Pirandello)
Infine vi proponiamo questa canzone di Neffa, intitolata “Il mondo nuovo”, perché nel ritornello sembra descrivere un percorso simile a quello dei personaggi pirandelliani. Infatti per lui, proprio mentre veniva “trascinato sotto dall’onda” è arrivato qualcuno che ha dato “luce al suo giorno”, portando via “la sua malinconia di vivere facendo in modo che tutto sembrasse già possibile”.
Anche quest’anno nonostante la pandemia di coronavirus, le feste di Natale e capodanno sono state caratterizzate dai tradizionali concerti di musica per lo più classica ma anche contemporanea, a cui molti di noi non possono rinunciare in questo periodo.
Ad aprire questo periodo così ricco di cultura musicale è stato il Concerto di Natale in Vaticano che è stato mandato in onda in occasione della Vigilia di Natale il 24 dicembre alle 21:30 circa su Canale 5.
Esso è stato registrato all’Auditorium della Conciliazione lo scorso sabato 12 dicembre e alla cui conduzione ci sono stati Federica Panicucci e Don Davide Banzato.
Gli anni passati il concerto si svolgeva nell’Aula Nervi, tuttavia a causa della emergenza sanitaria data dalla pandemia di coronavirus l’evento si è dovuto spostare in un’altra location.
Sempre a causa della Pandemia il concerto, la cui messa in onda è stata seguita da milioni di telespettatori a casa, si è svolto in assenza di pubblico dal vivo.
Come è oramai tradizione del concerto, l’evento è stato promossa dalla Fondazione Scholas Occurrentes e dalla Missioni Don Bosco.
Come ogni anno il concerto ha vantato una lista che ha compreso alcuni tra i maggiori artisti del momento, tutti uniti in questa serata al fine di sostenere il progetto “Insieme facciamo rete per il nostro futuro!” della Missioni Don Bosco Onlus, che affronta l’emergenza covid-19 in 55 Paesi.
Ecco qui l’elenco dei cantanti italiani e internazionali che hanno preso parte al concerto.
Antonino
Arisa
Malika Ayane
Dotan
Emma Marrone
Roby Facchinetti
Aida Garifullina
Andrea Griminelli
Hong-Hu Ada
Amy Macdonald
Moreno
Nek
Ron
Tosca
Renato Zero
Nel primo pomeriggio del giorno di Natale è stato trasmesso su Rai 1 il 35esimo Concerto di Natale della Basilica Superiore di San Francesco, anche in questo caso è stata trasmessa una registrazione del concerto senza pubblico , viste le misure anti-Covid.
L’ospite più celebre della serata è stato senza dubbio il tenore Andrea Bocelli che ha alcuni brani tipici della tradizione cristiana.
E’ una grande gioia per noi liguri poter dire che è stata l’orchestra “Carlo Felice” di Genova diretta dal Maestro Steven Mercurio, ad accompagnare il grande tenore nell’evento. A prendere parte all’evento come cantante è stato anche il soprano Clara Barbier Serrano.
Per quanto riguarda il concerto di Capodanno 2021, non si può non citare il concerto dal teatro “La Fenice” di Venezia che è andato in onda su rai1 il primo gennaio alle 12:20 e in replica alle 18:36 dello stesso giorno su Rai 5.
Il Concertoè stato coprodotto dalla Fondazione Teatro La Fenice di Venezia e da Rai Cultura, in collaborazione con Regione del Veneto, Arte e wdr. Main partner Intesa Sanpaolo.
La prima messa in onda del concerto ha ottenuto il 24.1 % di share e 4.353.000 spettatori, confermandosi come lo spettacolo di musica classica più seguito in tv in Italia.
I protagonisti indiscussi del concerto sono stati il direttore Daniel Harding e l’orchestra e Coro del Teatro La Fenice, il maestro del Coro Claudio Marino Moretti, il soprano Rosa Feola e il tenore Xavier Anduaga.
Bisogna citare inoltre la regia televisiva di Fabrizio Gottuso Alaimo.
In virtù di questo grande successo e nella speranza che la situazione sanitaria in Italia migliori, il teatro veneziano ha già confermato il concerto di capodanno anche per l’anno prossimo e, sperando che esso si potrà svolgere con un pubblico dal vivo, ha annunciato che presto verranno messi in vendita i biglietti.
In seguito è indicata la scaletta del concerto con i rispettivi autori.
Wolfgang Amadeus Mozart
Le nozze di Figaro: ouverture;
Giuseppe Verdi
Il trovatore: «Chi del gitano i giorni abbella?»;
Rigoletto: «La donna è mobile»;
Charles Gounod
Roméo et Juliette: «Je veux vivre dans le rêve»;
Jacques Offenbach
Les Contes d’Hoffmann: Barcarolle;
Gaetano Donizetti
La Fille du régiment: «Ah, mes amis, quel jour de fête!»;
Pietro Mascagni
Cavalleria rusticana: Intermezzo;
Giuseppe Verdi
La traviata: «E’ strano! … è strano!… Sempre libera degg’io»;
Nabucco: «Va pensiero sull’ali dorate»;
La traviata: «Libiam ne’ lieti calici».
Arriviamo dunque al concerto che, quest’anno come tutti gli anni passati si è confermato come il più celebre concerto di inizio anno in assoluto.
Si parla ovviamente del tradizionale concerto di Vienna dei Wiener Philarmoniker, che hanno dato il benvenuto al 2021 dalla sala dorata del Musikverein alle 11:15 del primo gennaio.
Anche quest’anno a guidare la celebre orchestra è stato il direttore Riccardo Muti, orgoglio italiano che per la sesta volta è stato messo a capo della celebre orchestra viennese, che era stata diretta da Muti in occasione del concerto di Capodanno già nel 1993, nel 1997, nel 2000, ne 2004 e nel 2018.
Come ogni anno il concerto è stato seguito in mondovisione da milioni e milioni di spettatori, ma vista l’emergenza sanitaria anch’esso ha avuto luogo in assenza di pubblico, o meglio, con una platea un po’ speciale.
Durante l’evento non sono infatti mancati gli applausi in diretta da parte di milioni di spettatori collegati via streaming.
I Wiener Philharmoniker sono stati dunque gli unici che sono riusciti ad abbattere le barriere date dalla emergenza sanitaria trovando il mezzo per avere degli spettatori in diretta, utilizzando le tecnologie piuttosto avanzate che oggi possediamo e che, e questo è un dato oggettivo, stanno salvando il mondo dalla pandemia.
Il programma del concerto ha previsto l’esecuzione dei grandi classici della famiglia strauss.
Anche a Genova la pandemia non ha fermato la musica, infatti il teatro Carlo Felice, costretto a cancellare il consueto concerto di Capodanno in presenza, ha organizzato un concerto che, con la collaborazione di Primocanale è stato trasmesso sulla suddetta emittente televisiva il primo dell’anno alle 10:30.
I protagonisti indiscussi del concerto sono stati il coro e l’orchestra del Carlo Felice, diretti da Andriy Yurkevych, e i soprani Serena Gamberoni Francesca Benitez, il tenore Francesco Meli e il Baritono Michele Patti.
In programma ha previsto le più celebri e amate pagine dalle operette di Johann Strauss Jr., Franz Lehár, Franz von Suppé e Jacques Offenbach.
Il concerto verrà riproposto online la sera del cinque gennaio alle 21:00 sui canali social del Carlo Felice, sul sito dell’ANFOLS e sul sito della rivista “l’Opera”.
I D.P.C.M. del primo lockdown del 2020 hanno costretto tutti a stare chiusi in casa per giorni interi: c’era chi lavorava da casa, chi studiava, chi si dilettava in cucina e chi non sapeva cosa fare, ma sicuramente tutti erano annoiati e stanchi di quei giorni infiniti e di quella situazione surreale.
Questa nuova realtà ha portato la gente alla ricerca di hobby, nuove passioni e passatempi.
Molti si sono cimentati con giochi da tavolo, molti si sono “buttati” sul mondo della musica, altri sui videogiochi e tanti sul mondo del cinema.
Tra i vari settori penalizzati, sicuramente quest’ultimo spicca: con le sale chiuse, anche gli addetti ai lavori (attori, registri, scenografi, tecnici etc.) non poterono girare film (è stato registrato infatti un calo sostanziale del fatturato), mettendo a rischio sia i posti di lavoro che la produzione creativa. Ma il cinema è effettivamente morto? In realtà, rigorosamente sedute sulla poltrona o sdraiate sul divano di casa, spessissimo, di sera molte famiglie si sono ritrovate a guardare i film sui servizi streaming video come Netflix, Prime Video, CHILI, Disney+ .
Questi servizi , infatti, danno la possibilità di abbonarsi o di acquistare film online, per vederli quando si vuole sulla propria TV, senza dover uscire di casa.
Perciò questi servizi hanno avuto un aumento di abbonamenti e acquisti sulle proprie piattaforme, tanto da far lievitare considerevolmente i propri fatturati.
Molti studiosi hanno fatto delle ricerche per vedere la crescita degli abbonati: a marzo sono stati effettuati il 12,7% di abbonamenti in più rispetto a febbraio, e il 24 marzo 2020 sono arrivati alcuni dati riguardo ai servizi come HBO, Netflix e Disney+ che hanno avuto rispettivamente il 24%, il 18% e il 43,5% in più di abbonati in pochissimo tempo.
Alcune piattaforme come Netflix e Infinity hanno messo il proprio servizio gratis per 2 mesi invogliando così la gente a vedere serie e/o film e a confermare l’abbonamento.
Mai come adesso i servizi streaming avevano avuto questo successo e questa attenzione e se continueranno ad esserci norme che vieteranno le uscite, ci saranno altri picchi di abbonamenti. Ecco perché gli analisti considerano questi servizi, insieme ad Amazon, tra le aziende che maggiormente hanno beneficiato della situazione creata dal coronavirus.
I giovani – e non solo – non ci vanno più; meno della metà della popolazione nel nostro paese legge libri. I dati sono devastanti: in dieci anni abbiamo perso tre milioni e trecento mila lettori; difatti risulta che quasi il sessanta per cento degli italiani non legge neanche un libro all’anno. (altro…)