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LA REALTA'

Il denaro, la fama e il bisogno di doparsi

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di Lorenzo

– Recentemente se abbiamo sentito parlare di atletica è a causa del doping, in quanto il numero di atleti dopati è in continua crescita: infatti a seguito di controlli è emerso che un gran numero di atleti medagliati in competizioni internazionali hanno fatto uso di sostanze dopanti. Come è possibile che il sistema di controllo e prevenzione contro il doping non abbia mai riscontato anomalie? Semplice era lo stesso sistema che favoriva l’uso di sostanze dopanti, infatti aveva interessi economici per non renderli pubblici, ma a seguito di recenti indagini è emersa la verità. I danni non hanno tardato ad arrivare: la Iaaf (International Association of Athletics Federations) oltre ad aver perso stima e rispetto, che con il tempo possono essere ripristinati, ha avuto una perdita maggiore di 32 milioni di dollari. Come il doping può causare una simile perdita? Non può essere certamente una multa, la cifra è troppo alta, infatti la perdita è dovuta all’Adidas, si … proprio la ditta che fabbrica materiale sportivo. Come può una marca di abbigliamento causare una simile perdita? Semplice, non fornendo più abbigliamento e sponsorizzazione. La ditta ha non ha ritenuto opportuno e prolifico mantenere i rapporti a causa dei recenti scandali. Probabilmente l’Adidas sarà la prima di una lunga serie di multinazionali a mettere fine al rapporto di marketing con la Iaaf, spiccano infatti tra gli attuali sponsor a rischio Canon e Toyota. La colpa di questo grave danno al mondo dello sport, come spesso accade, è atteibuibile alla voglia degli atleti di apparire e di fare qualcosa di apparentemente impossibile per un comune essere umano. Ma perchè ridursi a tanto? Doparsi per cosa: saltare 10 cm più in alto? Migliorare qualche secondo in una corsa? Fare un lancio di poche lunghezze più lungo? Ritengo che tutto ciò non sia abbastanza per giustificare il danno morale e salutare provocato dal doping, e spero che questo scandalo apra gli occhi a tutti gli sportivi dal momento che lo scandalo doping non danneggia soltanto te che ti dopi, ma anche chi ti sta intorno e corre davvero. Per partecipare, per vincere.

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NIGERIA/Quando lo sport si trasforma in guerra

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Un anno come questo, autore di catastrofi impensabili, non si lascia sfuggire proprio niente: la rabbia spesso è causa di tremendi mali. In un clima dove vittime e perdite non mancano a causa della guerra, ne sopraggiungono altre per tragedie sempre più strazianti. Nigeria, 29 Marzo 2022, con l’eliminazione dai mondiali della squadra nigeriana, in campo scendono i tifosi: infuriati per il pareggio (fatale per l’esclusione dal campionato) gli spettatori hanno trasformato lo stadio in un campo di battaglia. Una partita pareggiata 1-1 con il Ghana ha portato al fallimento della qualificazone al Mondiale in Qatar. Tragedie come questa non dovrebbero nemmeno esistere, eppure sono più attuali di quanto crediamo.

In un clima di scompiglio, rabbia e ribellione da parte dei tifosi, un medico addetto ai controlli antidoping dei giocatori è stato aggredito e ucciso. Non si conosce ancora con certezza la dimanica, ma una cosa si sa per certo: allo stadio nazionale di Abuja è scopppiato il caos. Una rabbia confusa, priva di fondamenti, sfogata su persone e oggetti, ha portato anche a questo: una luce in meno nel mondo dello sport. Anche i tentativi di rianimare la vittima, dopo essere stata percossa e calpestata violentemente dalla folla, sono stati inutili.

Così scompare un uomo, così si distrugge una famiglia: nello scompiglio di una semplice partita di calcio, un risultato sfavorevole ha portato alla morte di un innocente. L’uomo era stato numrose volte chiamato come medico in altri campionati e occasioni negli anni precedenti, ma a causa di persone così spregevoli non potrà prenderne più parte in futuro. Adesso il vuoto non è solo più in quello stadio, su quegli spalti e sul terreno da gioco devastato, ma anche nei cuori di chi lo conosceva.

Perde la vita Joseph Kabungo, che lascia un silenzio così profondo e triste da far riflettere anche i cuori più meschini. E’ bastata questa dimostrazione, qualche zolla di terreno strappata e panchine rovesciate, a insegnare che la guerra non esiste solo all’interno di determinati confini. Nessuno è salvo fuori dalle frontiere, perché a determinare la guerra è l’uomo stesso e i suoi istinti ingiusti, non  soldati e missili. La vera guerra è dentro l’uomo e per quanta paura possa fare, siamo i primi a ostinarci a combatterla contro gli altri. Questa tragica vicenda, per quanto brutale, è solo l’ennesima prova che la violenza è sempre causa e mai soluzione.

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MADRI LAVORATRICI/Come le donne liguri hanno affrontato il Covid

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Mancano ormai pochi giorni all’arrivo dell’estate e, con essa, di quel senso di spensieratezza e leggerezza che i mesi caldi portano con sé. Quest’anno, però, la fine della primavera preannuncia anche un definitivo abbandono delle tanto odiate norme anti-Covid.  (altro…)

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VIRUS/Cosa succederebbe se sparissero tutti?

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Nel corso dei secoli i virus sono stati responsabili di decine di milioni di morti, provocando malattie in parte ancora oggi incurabili. Quest’ultimo anno sarà ricordato per la diffusione della pandemia da Covid-19, che ha mietuto in tutto il mondo migliaia di vittime.  (altro…)

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