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LA REALTA'

Il ritorno della Kostner tiene alto l’onore italiano

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di Rossella

Osaka – Ritorno alle gare, con secondo posto, per Carolina Kostner: la pattinatrice azzurra, scontata la squalifica per la vicenda Doping dell’ex fidanzato Alex Schwazer, ha partecipato al Medal Winners Open, torneo ad inviti che si è svolto il 15 gennaio 2016 ad Osaka, in Giappone. Nel programma individuale femminile, la 28enne medaglia di bronzo olimpico ha ottenuto 59,69 punti, 12 in meno della canadese Joannie Rochette. Un risultato che le frutterà nella corsa per un pass per il Mondiale di marzo a Boston. E per Carolina le Olimpiadi rappresentano sempre un traguardo da raggiungere. Questa notizia colpisce molto, perché non è semplice tornare dopo tutto quello che è successo. La Kostner insegna che ci si può rialzare dopo fallimenti, ma molti interrogativi sorgono. Domande a cui non tutti pensano, presi dalla frenesia della vita, o dalla superficialità e alternanza di fama delle figure sportive. Quale può essere stato il suo “mood” durante tutto questo tempo? Il suo atteggiamento alla vita dopo lo scandalo del Doping di Alex? E poi, veramente lei c’entrava qualcosa? È stata giusta questa squalifica? Tanti dubbi e quesiti : la verità si otterrebbe solo ascoltando una voce rimasta nel silenzio fino ad oggi, la sua. Ma i fatti parlano chiaro, e il ritorno della Kostner è una vittoria, una gloria, perché il vero talento e la passione vengono premiati sempre. Lei che quando danza sul ghiaccio incanta tutti per la sua grazia… il suo posto è lì, in pista di pattinaggio, ad accogliere tutti gli applausi che merita. Chi crede davvero in quello che fa e ci mette tutto il cuore possibile, è ricompensato. E allora vai cosi Carolina, in alto l’onore dell’Italia on ice!

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NIGERIA/Quando lo sport si trasforma in guerra

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Un anno come questo, autore di catastrofi impensabili, non si lascia sfuggire proprio niente: la rabbia spesso è causa di tremendi mali. In un clima dove vittime e perdite non mancano a causa della guerra, ne sopraggiungono altre per tragedie sempre più strazianti. Nigeria, 29 Marzo 2022, con l’eliminazione dai mondiali della squadra nigeriana, in campo scendono i tifosi: infuriati per il pareggio (fatale per l’esclusione dal campionato) gli spettatori hanno trasformato lo stadio in un campo di battaglia. Una partita pareggiata 1-1 con il Ghana ha portato al fallimento della qualificazone al Mondiale in Qatar. Tragedie come questa non dovrebbero nemmeno esistere, eppure sono più attuali di quanto crediamo.

In un clima di scompiglio, rabbia e ribellione da parte dei tifosi, un medico addetto ai controlli antidoping dei giocatori è stato aggredito e ucciso. Non si conosce ancora con certezza la dimanica, ma una cosa si sa per certo: allo stadio nazionale di Abuja è scopppiato il caos. Una rabbia confusa, priva di fondamenti, sfogata su persone e oggetti, ha portato anche a questo: una luce in meno nel mondo dello sport. Anche i tentativi di rianimare la vittima, dopo essere stata percossa e calpestata violentemente dalla folla, sono stati inutili.

Così scompare un uomo, così si distrugge una famiglia: nello scompiglio di una semplice partita di calcio, un risultato sfavorevole ha portato alla morte di un innocente. L’uomo era stato numrose volte chiamato come medico in altri campionati e occasioni negli anni precedenti, ma a causa di persone così spregevoli non potrà prenderne più parte in futuro. Adesso il vuoto non è solo più in quello stadio, su quegli spalti e sul terreno da gioco devastato, ma anche nei cuori di chi lo conosceva.

Perde la vita Joseph Kabungo, che lascia un silenzio così profondo e triste da far riflettere anche i cuori più meschini. E’ bastata questa dimostrazione, qualche zolla di terreno strappata e panchine rovesciate, a insegnare che la guerra non esiste solo all’interno di determinati confini. Nessuno è salvo fuori dalle frontiere, perché a determinare la guerra è l’uomo stesso e i suoi istinti ingiusti, non  soldati e missili. La vera guerra è dentro l’uomo e per quanta paura possa fare, siamo i primi a ostinarci a combatterla contro gli altri. Questa tragica vicenda, per quanto brutale, è solo l’ennesima prova che la violenza è sempre causa e mai soluzione.

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MADRI LAVORATRICI/Come le donne liguri hanno affrontato il Covid

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Mancano ormai pochi giorni all’arrivo dell’estate e, con essa, di quel senso di spensieratezza e leggerezza che i mesi caldi portano con sé. Quest’anno, però, la fine della primavera preannuncia anche un definitivo abbandono delle tanto odiate norme anti-Covid.  (altro…)

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VIRUS/Cosa succederebbe se sparissero tutti?

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Nel corso dei secoli i virus sono stati responsabili di decine di milioni di morti, provocando malattie in parte ancora oggi incurabili. Quest’ultimo anno sarà ricordato per la diffusione della pandemia da Covid-19, che ha mietuto in tutto il mondo migliaia di vittime.  (altro…)

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