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ITHACA/L’intelligenza artificiale che decifra i testi antichi

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Ithaca: è questo il nome del primo modello di intelligenza artificiale, frutto della collaborazione tra DeepMind di Google, l’Università Cà Foscari di Venezia, l’Università di Oxford e l’Università di Atene per decifrare testi provenienti dall’antica Grecia. Ithaca promette, attraverso l’uso di reti neurali addestrate sul più grande database digitale di iscrizioni greche, di ricostruire le parti mancanti nei testi antichi, riuscire a datarli e identificare il luogo di origine. Tutto ciò con una precisione del 62%, se utilizzata da sola, e fino al 72%, se impiegata come strumento di supporto per gli storici. L’intelligenza artificiale è già al lavoro: come riporta uno studio pubblicato sulla rivista Nature, è stata usata per aiutare a risolvere un dibattito in corso sulle date di una serie di antichi decreti ateniesi.

Per studiare gli aspetti linguistici, culturali e sociali delle civiltà passate, la storia antica si basa su diverse discipline, tra cui l’epigrafia, ossia lo studio delle iscrizioni su materiali come pietra, ceramica o metallo. Migliaia di iscrizioni, infatti, sono sopravvissute fino ai nostri giorni, ma molte sono state danneggiate nel corso dei secoli al punto da diventare illeggibili, trasportate lontano dalla loro collocazione originaria. Inoltre, l’impossibilità di usare le tecniche di datazione al radiocarbonio, rende difficile risalire a quando esse sono state scritte, con una perdita notevole di informazioni preziose. Per questo gli storici specializzati in epigrafia devono ricostruire tutto ciò che manca all’iscrizione con un processo noto come restauro del testo. Queste attività però sono complesse e necessitano di personale altamente specializzato, con un grande dispiego di tempo e risorse.

Per questi motivi i ricercatori di DeepMind, coordinati da Yannis Assael, hanno collaborato con i ricercatori dell’Università di Oxford per sviluppare Pythia, un sistema di restauro di testi antichi basato sull’intelligenza artificiale. I ricercatori hanno prima di tutto convertito il database del Packard Humanities Institute, la più grande raccolta digitale di iscrizioni greche antiche, in un testo che potesse essere utilizzato dalla macchina. Poi hanno addestrato Pythia a decifrare i testi, che corrispondevano a più di tre milioni di parole di iscrizioni risalenti dal 600 a.C al 400 d.C. Confrontando la performance dell’intelligenza artificiale con quella di studenti laureati a Oxford in epigrafia, Pythia ha dato risultati sorprendenti, riuscendo a completare quasi tremila iscrizioni con un tasso di errore pari al 30% (contro il 57,3% degli studenti) in pochi secondi.

Il progetto iniziato da Pythia adesso è stato ampliato da Ithaca che, oltre alla capacità di restauro del testo, è in grado di predire anche la collocazione geografica delle iscrizioni incomplete e attribuirne una datazione in un periodo compreso tra l’800 a.C. e l’800 d.C.. Proprio come l’algoritmo che l’ha preceduta, Ithaca promette una grande precisione: i test condotti dai ricercatori hanno rivelato che, se utilizzata da sola, essa è in grado di ottenere una precisione del 62% nel ripristino del testo danneggiato, rispetto al 25% di precisione riportata dagli storici in carne ed ossa. Ma è nella collaborazione tra esseri umani e macchine che l’intelligenza artificiale darebbe il meglio di sé: secondo i risultati dello studio, utilizzare Ithaca insieme agli strumenti tradizionali degli storici aumenterebbe la precisione complessiva di restauro del testo fino al 72%, mentre si riuscirebbe ad attribuire alle iscrizioni una collocazione geografica con un’accuratezza del 71% e postdatarle con uno scarto inferiore ai 30 anni rispetto a quanto proposto dagli storici.

Ithaca ha già dato prova della sua utilità, offrendo un contributo fondamentale alla datazione di una serie di decreti ateniesi che erano al centro di un dibattito tra storici. La maggior parte degli esperti epigrafi, infatti, aveva fissato, in base alla forma di alcune lettere, le date di queste iscrizioni a non oltre il 446 a.C. Eppure questa datazione sembrava in conflitto con quanto documentato da alcuni resoconti di Tucidide. Alla fine gli storici hanno concluso, grazie alla scoperta di nuove prove, che i decreti risalissero al 420 a.C. Nel frattempo, Ithaca aveva già datato le iscrizioni al 421 a.C., in pieno accordo con gli storici. Per consentire l’avanzamento della ricerca in questo ambito, i ricercatori hanno anche reso open source il modello e il codice di programmazione. Il passo successivo, adesso, è sviluppare versioni aggiuntive di Itacha in grado di ripristinare il testo in altre lingue antiche, tra cui accadico, demotico, ebraico e maya.

 

 

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CHE BRUTTO AMBIENTE/Il caro affitto picchia duro, i giovani rispondono

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Il caro affitto, problema che in Italia colpisce tutte le fasce di età, indipendentemente dal reddito dei cittadini.

Ma quali sono le cause e soprattutto perché grava così tanto sulle spalle degli Italiani?

IL PROBLEMA DELL’INCREMENTO DEI PREZZI

L’incremento dei prezzi dei piccoli appartamenti è in crescita costante, ma dov’è il problema? Chi è danneggiato da questa crescita dei prezzi?

In primo luogo gli studenti. Milano ad esempio è una città ricca di università, molte sono nel

centro della città, ed i giovani per ottimizzare il tempo cercano appartamenti vicino alle sedi

di studio, ma i prezzi elevati impediscono l’affitto e spesso devono accontentarsi di trovare

alloggi anche molto distanti. Come se non bastasse gli appartamenti vicini sono molto

piccoli e si riducono anche a soli 30 metri quadri, che bastano per una stanza di dimensioni

normali, ma mettete una cucina, un letto e, visto che si tratta di studenti, una piccola

scrivania, e lo spazio abitabile diminuisce ancora. Può uno studente essere costretto ad

abitare in 20 metri quadrati e pagare un affitto che in altre parti d’Italia corrisponde a quello

di una casa di circa 80?

 

LA REAZIONE DEI GIOVANI

I giovani studenti non hanno colpa di quello che è l’aumento dei prezzi, ma mostrano il loro

parere e la loro posizione in merito in altri modi, primo tra questi è quello di manifestare. Le

proteste studentesche dilagano nella città metropolitana di Milano, le tende davanti alle

università vengono piazzate dagli studenti per protestare. La gente che passa si chiede

come sia possibile che i giovani facciano tutto questo, molti ritengono che non serva a niente

“fare i capricci” in questo modo, ma una cosa è certa: questi “capricci” hanno attirato

l’attenzione e sempre più persone, programmi televisivi ed articoli – questo ne è un esempio

– ne parlano. Non è questo lo scopo delle manifestazioni? Infatti quello degli studenti che

piantano le tende davanti alle scuole è un gesto simbolico, stanno dicendo che loro ci sono e

che andare avanti così è impossibile.

 

IL PERCHÉ DELLE MANIFESTAZIONI

I giovani manifestano il loro disappunto e evidenziano la criticità di un problema come quello

degli affitti. Questo è un tema molto sentito ed è bene affrontare questo argomento anche

dal punto di vista governativo. Perché non risolvere questi problemi subito? In un modo o

nell’altro si dovrà trovare una soluzione e bisogna farlo prima che emergano altri problemi. Il

tempo passa, se sei arrivato a questo punto guarda l’orologio e ti renderai conto tu stesso

che il tempo non si ferma e perciò non si può sprecare.

 

LE CAUSE

Come ben sappiamo Milano è, sin dai suoi albori, una vera e propria capitale sia culturale che sociale per il mondo intero, questa grande attrazione che la città ha da sempre esercitato verso tutti i paesi esteri le ha permesso di progredire molto più velocemente rispetto al resto della penisola; ma che conseguenze ha avuto questa evoluzione urbana irrefrenabile ed incontrollata sul profilo economico e sociale della metropoli?

Possiamo individuare due facce della stessa medaglia: infatti questa evoluzione ha permesso alla città di costituire un solido mercato immobiliare che ogni anno registra entrate da capogiro, ciò nonostante anche il mercato immobiliare ha i suoi contro e tra questi possiamo evidenziare il fatto che lo stato italiano, avendoci investito così tanto, ha contribuito, seppur inconsapevolmente, a fossilizzare la società stessa; difatti c’è una stretta correlazione tra investimenti immobiliari e politiche di affitto, più è alto il tasso di investimenti esercitati sul mercato immobiliare italiano più, secondo i grafici, è minore quello delle politiche di affitto e più è basso l’investimento sulle politiche di affitto più diminuirà di conseguenza la percentuale di affitti, a Milano per esempio questa percentuale è passata dal 55% al 28% in soli 15 anni.

Da quel che abbiamo potuto analizzare in precedenza possiamo arrivare a dedurre che il tasso demografico di una città, in questo caso Milano, è direttamente proporzionale alla percentuale di cittadini che risiedono in locali di loro proprietà e a quella di coloro che abitano in affitto, a loro volta influenzati dagli investimenti che sono stati effettuati dallo stato in passato sulle politiche di affitto.

 

IL PUNTO DI NON RITORNO

Il lento e sempre più progressivo affermarsi dei mercati influisce anche sul fatto che viene fissato un prezzo immobiliare sempre più elevato, in questo modo, a causa dei costi spropositati, le famiglie in difficoltà saranno costrette a lasciare i grandi centri urbani, facendo di conseguenza lievitare il numero di pendolari e quindi la richiesta legata ai servizi pubblici; inoltre il vero problema è che anche la ripopolazione delle metropoli sarà ostacolata per lo stesso motivo; questi due fattori combinati assieme tareranno il target dei servizi e del costo della vita ad un livello superiore, dando vita ad una vera e propria omologazione di massa per riconoscimenti, cioè in base alle finanze di una famiglia.

 

LE EVENTUALI SOLUZIONI

Per evitare questo isolamento dei comuni si dovrebbe procedere intraprendendo una vera e propria inversione a “u”, spieghiamoci meglio: se è vero che il costo degli affitti dipende da quanto lo stato italiano ha investito sulle politiche di affitto, le quali sono a loro volta influenzate dall’andamento del mercato immobiliare, ciò significa che se lo Stato ha il pieno controllo del corso del mercato immobiliare allora sarà anche in grado di monitorare e plasmare più adeguatamente le politiche di affitto e il flusso demografico, prima di singoli centri urbani e poi dell’intera penisola.

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SPRECO/Sovrapproduzione: cause e conseguenze di ieri e di oggi

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La sovrapproduzione nella storia

La sovrapproduzione iniziò nel 1873 con la lunga depressione, che è contemporanea alla prima rivoluzione industriale. In quegli anni si affermarono le industrie e il capitalismo formato da pochi individui. Questo porto ad un alto tasso di disoccupati e ad un calo dei consumi. Portando così al fallimento della banca americana:”Jay cookie & Company”, formando una crisi di sovrapproduzione che colpì prima gli Stati Uniti e poi il resto dell’Europa, creando una forte rivalità tra la Germania e gli Usa. Un’altra grave crisi di sovrapproduzione colpì nel 1929 con il crollo di Wall Street.

CHE cos’è la sovrapproduzione

In economia, il termine sovrapproduzione indica l’eccesso di offerta di un determinato bene rispetto alla domanda del mercato, portando ad un calo dei prezzi ed alla difficoltà di vendere il prodotto da parte del venditore ai consumatori. La sovrapproduzione porta a situazioni di rallentamento l’arresto nella crescita economica che porta a conseguenze sociali negative: la disoccupazione e la diminuzione del reddito delle famiglie.

…che cos’è la filosofia Marxista

Karl Marx accusò la sovrapproduzione come la causa al capitalismo. Per ottenere il massimo profitto, si intensifica al massimo la produzione, favorendo la crescita della crisi. Per uscirne, la società capitalista dovette distruggere parte del prodotto, ricchezza e provocare miseria per produrre ricchezza.

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COCCODRILLI/Danny e Sandy di nuovo insieme: addio a John Travolta

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Oggi ci ha lasciati all’età di 69 anni, uno dei più grandi attori del cinema americano. In molti lo conoscevano come il bullo del musical Grease, ma noi lo conoscevamo semplicemente come John Travolta.

Nato il 18 febbraio del 1954, John entrò a far parte della famiglia del cinema in età molto giovane, con il musical “Grease” con Olivia Newton-John, interpretando il ruolo di Danny Zuko, raggiungendo il successo. Nel 1989 recitò in “Senti chi parla”, accanto a Kristie Alley che lo porterà a fare i seguenti film: “Senti chi parla 2” del 1990 e “Senti chi parla adesso” del 1993. Nel 1989 partecipò al video musicale del singolo “Liberian Girl” di Michael Jackson.

Nel 2000 Travolta vinse il Razzie Awards per la peggiore interpretazione dell’anno in due film: “Battaglia per la terrae “Magic Numbers”. Nel 2007 tornò al musical “Hairspray – Grasso è bello” nei panni di Edna Turnblad, la madre formosa della protagonista. Anche questo film si rivelò un successo al botteghino.

Negli anni 90 si sposò con l’attrice Kelly Preston, conosciuta sul set “Gli esperti americani”. Dal matrimonio nacquero tre figli: Jett, Ella Bleu e Benjamin.

Nel 2009 e nel 2020 subì il dolore della perdita del figlio Jett e della moglie Kelly.

I figli, dopo tre anni dalla scomparsa della madre, sono costretti a subire la perdita del loro papà. La figlia, Ella Bleau, saluta per l’ultima volta il padre con le stesse parole che aveva utilizzato nel post pubblicato nella giornata padre e figlia: “Addio al mio eroe e al mio migliore amico”. Continua dicendo che si prenderà cura del fratello Benjamin, come lui aveva fatto con loro.

Noi oggi gli diciamo addio dedicandogli una delle frasi più famose di Grease, recitata proprio da lui: “Gli uomini sono le pulci delle pulci dei porci…l’unico uomo del quale possiamo fidarci è il nostro papà”.

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