Come ci comportiamo nei confronti del diverso?

In una società in continuo sviluppo come quella di oggi, quello della diversità è uno dei temi maggiormente trattati ed è oggetto di dibattiti continui.

La diversità può assumere forme diverse

Si tratta di una questione che ha una datazione piuttosto antica: nell’arco della storia il diverso è sempre stato osteggiato perché costituiva qualcosa che, non essendo conosciuto e distaccandosi da ciò che era più comune, veniva rifiutato dalle persone.

Basti pensare agli eventi della seconda guerra mondiale, durante la quale milioni di ebrei vennero deportati e uccisi, usati come capro espiatorio delle disgrazie che erano accadute in Europa, solo perché professavano un credo diverso da quello più comune.

Andando ancora più indietro ricordiamo le persecuzioni a cui sono stati soggetti i musulmani e gli ebrei durante la “Reconquista” spagnola, oppure addirittura le persecuzioni contro i cristiani nella Roma dei primi secoli dopo Cristo. Guardando invece ai nostri tempi non si possono non citare le migliaia di uomini che oggi sono perseguitati a causa del loro credo.

Nei secoli però la religione è divenuta un elemento di aggregazione tra le comunità sempre minore e il concetto di diversità ha preso, almeno in Europa, nuove forme. La diversità è oramai segnata dal colore della pelle, dall’etnia, dall’orientamento sessuale. Si parla quindi di elementi che sono sempre esistiti ma che, per lungo tempo, sono stati ignorati.

I nostri atteggiamenti nei confronti del diverso

Se prima il diverso veniva semplicemente posto al di fuori della comunità, oggi, perlomeno in Europa, una buona parte della popolazione ha aperto le porte a nuove culture e nuove idee, anche se rimangono ancora coloro che sono restii a farlo. Proprio a causa di questa divisione, e con l’avvento dei Social Network, che hanno permesso a tutti, sia i più forti che i più deboli, di esprimere la propria opinione, quello della diversità è divenuto un tema più attuale che mai.

Personalmente, trovo più che normale che le persone possano avere problemi nell’approccio con il diverso, d’altronde è umano essere cauti quando ci si raffronta con qualcosa che non si conosce. D’altra parte è anche vero che chiunque, utilizzando il proprio pensiero razionale, può essere in grado di comprendere quanto dai rapporti umani si possa trarre unicamente qualcosa di buono, in particolare quando si entra in contatto con una  cultura e delle idee estranee alle proprie.

Si arriva quindi alla conclusione che qualsiasi forma di discriminazione sia unicamente dettata dall’ignoranza di coloro che non vogliono o non sono in grado di comprendere il diverso, e quindi dall’odio causato da essa. Le azioni di questi individui, che rifiutano tutto ciò che non conoscono, non sono dettate da motivazioni ragionevoli, ma bensì da idee secolari derivanti da un certo tipo di cultura che, per fortuna, in buona parte del mondo viene ormai considerata arretrata.

In generale quelli che reprimono il diverso sono comportamenti che portano uno svantaggio a tutti gli abitanti di una comunità, di uno Stato, o addirittura del mondo intero, poiché possono comportare divisioni dal punto di vista politico e disordini interni.

E’ invece dall’accettazione della diversità che si possono trarre dei vantaggi.

Il celebre pittore Pablo Picasso ha affermato «Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, prendi l’occasione per comprendere».

Per quanto mi riguarda, Picasso in questa frase descrive perfettamente quale deve essere il comportamento nei confronti del diverso; quello di “comprendere”, quello di andare oltre al pregiudizio e capire il vantaggio che si può trarre dall’interesse verso ciò che non si conosce, e quindi del nuovo.

Certo è che alla base di tutti questi benefici c’è l’accettazione della diversità, e quindi, i nostri comportamenti quotidiani nei confronti di coloro che, per qualsiasi motivo, sono diversi da noi.