Fedez e il suo monologo: ecco come viene fatta luce sul DDL Zan

In questa Italia distratta da mille problemi, dove i giovani sono ormai rassegnati a subire le scelte di una classe politica ben più attempata di loro, il monologo di Fedez al concerto del 1° maggio è risuonato a lungo, nelle coscienze e sui media.
Come spesso accade, quello che ha fatto scandalo è la banale enunciazione di un fatto. A smascherare la scomoda verità non è stato un politico, un filosofo o un intellettuale, ma un semplice rapper, per quanto famoso e da sempre attento al sociale: Fedez, all’anagrafe Federico Leonardo Lucia, classe 1989.
Sul palco del concerto Fedez ha letto le dichiarazioni esplicitamente omofobe di alcuni rappresentanti della Lega, parola per parola, citando gli autori delle frasi con nomi e cognomi. Fatte risuonare con voce adirata, tali frasi sono apparse chiaramente in tutta la loro violenza: “Se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno”; “i gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie”; “Gay vittime di aberrazioni della natura”.
In un paese in cui, ancora nel 2021, atti di bullismo e discriminazioni ai danni di persone omosessuali sono all’ordine del giorno, a causa dei quali molti adolescenti devono lottare per affermare apertamente la loro identità sessuale, queste parole pesano come macigni. Immaginiamo quale forza dirompente possano avere e quali danni possano provocare sulla mente di un ragazzo o una ragazza che faticano a esprimere la loro omosessualità e che si scontrano ancora oggi con tanti pregiudizi a scuola e spesso purtroppo anche in famiglia.
La rabbia di Fedez, genuina e incontrollabile, è apparsa quindi a molti come liberatoria ed ha espresso il sentire della maggioranza dei giovani, stanchi di accettare passivamente conformismo e chiusure provinciali, quando da anni in Europa e nel mondo la comunità gay si esprime liberamente ed è tutelata da leggi adeguate.
Ho trovato particolarmente interessante il fatto che una denuncia così forte arrivi non solo da un semplice ragazzo, per quanto sveglio e impegnato, ma anche da un giovane rappresentante di quel tipo di famiglia che proprio chi condanna gli omosessuali identifica come ideale: madre, padre, due bellissimi bambini. Fedez ha dimostrato che possiamo essere tutti diversi nel rispetto reciproco e senza avere paura gli uni degli altri e che chi discrimina le persone e le famiglie gay rivela solo la propria profonda insicurezza e arretratezza culturale.
La polemica è poi proseguita con asprezza nei giorni successivi sui giornali, quando è emerso chiaramente che i vertici RAI avevano tentato in ogni modo di impedire l’intervento di Fedez: quindi le sue parole sono ancora più importanti, perché colpiscono un sistema fatto di silenzio e connivenza, in cui si viene multati perché si prende il treno senza biglietto ma si può insultare un libero cittadino o un gruppo sociale pubblicamente senza nessuna conseguenza.
Sullo sfondo di tutto ciò la mancata approvazione al Senato del DDL ZAN, approvato alla Camera nello scorso novembre ma ormai in stand by da mesi a causa delle resistenze di alcuni gruppi politici.
Fedez ha compiuto un gesto coraggioso e importante, che si somma a molti altri piccoli gesti che lentamente ma inesorabilmente ci stanno cambiando nel profondo.