Campioni che insegnano a sognare

Di Claudia

– A cinque giornate dall’inizio officiale delle Olimpiadi di Rio 2016 , ecco che l ‘Italia si porta a casa le 9 medaglie ( oro per BasileJudo 66 kg-, GarozzoScherma/ fioretto– e CamprianiTiro– ,argento per Giuffrida – Judo 55 kg, Cagnotto e Dallapè tuffiPellieloTiro-, Fiammingo Scherma– bronzo per Dettinuoto/400 m stile libero m  – e Elisa Longo Borghini- ciclismo f-).
Nonostante questi siano atleti, di successo, che hanno in comune medesime ambizioni, ognuno di loro è una persona con differente storia da raccontare: campioni non si nasce mica. Dietro a quella medaglia si nascondono anni ed anni di allenamenti, di gioie, di fatiche , di delusioni, grandi sacrifici, ansia; dietro a quei sorrisi stanchi e tirati, eppure così splendenti, realizzati come quel piccolo grande sogno portato a termine, ecco che si cela quell’ambizione originatasi già da bambino.
La passione per ciascun atleta, nei confronti del proprio sport, è una forza indomabile, quasi invalicabile rispetto ogni altra attività; ciò che noi, spesso, notiamo è solamente la cima dell’iceberg: possiamo solamente immaginare quanto duro lavoro ci sia sotto un determinato risultato, sia positivo che negativo, e, come accade frequentemente, l’esperienza, gli allenamenti, non bastano sempre per raggiungere i nostri sogni. Siamo esseri umani, ed in quanto tali, siamo incredibilmente, ed inconsapevolmente, influenzati dalle emozioni, dal nostro stato d’animo, da tutto ciò che ci circonda.
Oggigiorno, sembra che la società reprima la nostra capacità di sognare, come si suol dire, “di volare in alto”: è chiaro che sia più facile rimanere coi “piedi per terra e la testa bassa”, è un obbiettivo decisamente più semplice da raggiungere. Ma se smettessimo tutti di aspirare a qualcosa, a qualcuno, che fine faremmo? In una società che sta sfondando rapidamente verso l’alienazione, smettere di sognare, amare , sperare, significherebbe perdere l’umanità, ciò  che rende chi siamo: uomini, esseri con emozioni e volontà propria.
Non dobbiamo che ringraziare questi atleti che ci dimostrano costantemente, in particolare in un clima così caratteristico e mistico come quello olimpionico, che non è ancora impossibile aspirare ad un progetto: grazie campioni per tutto ciò che fate, grazie per non farci mai smettere di sognare.

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