La libertà di raccontare

Cosa pensate alla notizia di un giornalista ucciso mentre fa il proprio lavoro? Molto probabilmente a una realtà lontana dalla nostra, dove non è  garantita la libertà di espressione e di parola.


Il fatto è accaduto poche ore fa a Irpin, nei sobborghi di Kiev; Brent Renaud, giornalista americano, è stato brutalmente assassinato con un colpo di arma da fuoco al collo mentre riprendeva la fuga di molte persone dalla Capitale Ucraina, ed altri due suoi colleghi sono stati gravemente feriti.

Nulla può farci dubitare che la sua fosse una professione pericolosa: Renaud era infatti un reporter di guerra, un uomo coraggioso che ha raccontato molti tra gli eventi più drammatici della storia contemporanea.

In proposito si può parlare dell’inizio della sua carriera come reporter per gli attentati dell’11 settembre e delle guerre in Afghanistan e Iraq. Ha proseguito con reportage che raccontavano le terribili violenze dei cartelli della droga in Messico, della primavera Araba in Egitto e del problema dei migranti del Centro America.

Tutto questo spazzato via con un solo colpo. A dare l’annuncio è stato il capo della Polizia di Kiev con un semplice e drammatico post su Facebook, che fa intuire la terribile situazione che si sta vivendo in Ucraina. È quindi chiaro che lo scopo del Gigante Russo è quello di censurare in ogni modo le violenze che stanno accadendo in quella parte del mondo. Probabilmente l’ultima volta che abbiamo sentito parlare di censura è stata aprendo un libro di storia, ma purtroppo questa realtà è molto più vicina a noi di quanto possiamo pensare.

Limitare la diffusione di informazioni, o punire chi cerca di raccontare gravi crimini contro popolazioni e civili inermi è gravissimo. La censura in realtà è diffusa in molti paesi, tra quali appunto la Russia: possiamo infatti vedere quello che sta accendendo in questi giorni riguardo alla propaganda di Stato, alla diffusione di notizie non veritiere e alla punizione di coloro che cercano di raccontare quello che sta succedendo. Brent Renaud era un reporter americano che cercava di raccontare la guerra in Ucraina, ma sicuramente ci sono altri giornalisti che in Russia sono stati puniti per i loro tentativi di far emergere una verità che non sia quella imposta dal Regime. È difficile comprendere come migliaia di persone siano state private di diritti che tutti gli esseri umani dovrebbero avere. Il nostro pensiero oggi va a tutti i giornalisti, come il nostro Brent Renaud, che hanno lottato e lottano per la libertà di espressione.