La notte di Halloween, il bisogno dei vivi

Non decidiamo noi quando le cose cominciano. E neppure quando finiscono. Tutto ha un principio e tutto una sua conclusione.

Non voler accettare questa semplice regola della vita ci espone a sofferenze e complicazioni. Il cuore si ribella al fatto che, mentre siamo ambientati nelle nostre abitudini, succeda qualcosa di nuovo che ci obblighi a cambiare e a metterci in discussione. Capita con l’amore, con le amicizie, con i genitori o con i figli. Fra tutte le cose che hanno questo incredibile potere, forse la morte è quella che ha maggiormente la capacità di sconvolgere il nostro tempo, le nostre speranze, le nostre aspettative. Nella morte si nasconde un Mistero forte e potente e questo Mistero ci inquieta e ci interroga. E’ per questo che, proprio quando cambia l’ora legale, le ricorrenze legate ai morti e alla morte acquisiscono un loro precipuo valore. Avvolti dalla notte, che inizia verso le sei di sera per terminare il mattino dopo alle sette, il ricordo dell’estate e del sole diventa automaticamente il ricordo di chi non c’è più, di chi abbiamo amato, di coloro che abbiamo dovuto salutare per sempre. Sono i giorni degli interminabili pellegrinaggi alle tombe, di un sapore di tristezza che invade l’aria e ci turba. E’ lo stesso sentore che dovevano avere le popolazioni celtiche che vedevano nelle notti di metà autunno la possibilità che il velo che separa il mondo dei vivi da quello dei morti si facesse sempre più sottile fino quasi a rompersi. Immaginavano ci fosse un passaggio e che, da questo passaggio, i morti potessero tornare. Non per raccontarci il loro amore o la loro nuova “vita”, bensì per mostrarci che cosa fosse in grado di fare la morte alla nostra stessa vita. Quelle rappresentazioni, quei riti, quelle feste che oggi riempiono il nostro giorno di Halloween, sono lì a ricordarci che tutto quello che abbiamo è sempre in pericolo, che nulla è per sempre e che tutto può davvero finire, corrompersi, trasformarsi in un incubo. Per questo Halloween non può essere “tutta la festa”, ma solo una parte: perché ci deve essere un altro giorno in cui comprendere che, se tutte queste cose sono vere, è altrettanto vero che dentro ogni cambiamento ci sarà sempre qualcuno su cui poter contare. Alla fine la notte dei Mostri passa, i giorni dei morti si allontanano, ma è sul desiderio che si decide tutto, il desiderio banale e ostinato di non essere soli. Anche di fronte alla notte, anche di fronte alla morte. Buon ponte di Ognissanti a tutti!