Perche non siamo mai completamente felici?

Di Alessia

“Oggi tutto deve essere sempre subito e vivo, presente, immediatamente disponibile premendo un semplice tasto. Copriamo la nostra fragilità con una corazza tecnologica che ci consente di non sentirla.”
Così scrive Alessandro D’Avenia ne “L’arte di essere fragili”.
Oggigiorno si crede che le persone siano delle macchine, capaci di affrontare ogni difficoltà senza soffrire. Non abbiamo neppure il tempo di metabolizzare un lutto, un problema in famiglia, che la società ci impone di ritornare immediatamente alla solita routine, come se fossimo nati esclusivamente per lavorare.
A quante gioie abbiamo assistito durante la nostra vita?
Eppure, sono vane per la società, a cui importa che il lavoro venga svolto alla perfezione e nel minor tempo possibile.
Viviamo nel mondo dell’ “usa e getta”, dove ognuno di noi può essere sostituito da uno più in gamba, con un curriculum migliore o con maggiore esperienza.
Facciamo tutti parte di una catena di montaggio, a nessuno spetta la gloria di essere finalmente realizzato, poiché se si lavora, non si ha tempo di creare una famiglia a causa dei turni estenuanti e gli straordinari per arrotondare lo stipendio.
Così sempre più ragazzi si proteggono dietro una corazza tecnologica come dice lo scrittore, attraverso la quale possono osservare il mondo e criticarlo con occhi diversi, magari usando pseudonimi per non essere riconosciuti, un po’ come facevano gli scrittori nei periodi di censura.
Eppure, anche avendo migliaia di amici virtuali o di followers, restiamo soli, con le nostre paure e la nostra rabbia.
Tutto si da per scontato.
Le parole, le amicizie e gli amori sono futili.
Nessun adolescente vuole trovare l’anima gemella con cui vivrà per il resto della propria vita, perché non riusciremmo a convivere per tutta la vita con una sola persona.
Eppure cinquant’anni fa non era così.
A diciassette anni le ragazze erano già sposate, magari con un figlio in arrivo.
Sicuramente la vita era diversa, eppure non c’erano tutti i pregiudizi di oggi e quando si affermava il “si, lo voglio” sull’altare della chiesa, era per sempre, nonostante tutte le difficoltà.
Oggi tutto è cambiato.
Possiamo avere tutto ciò che desideriamo, viaggiare, sposarci, ritrovarci dall’altra parte del mondo con un aereo, eppure perché non siamo mai completamente felici?

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *