Quando hai l’impressione che la vita si consumi

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EDITORIALE

– Ancora una volta non si riescono a contare. Sono i morti che il Mediterraneo risucchia e che non vengono nemmeno più menzionati dai telegiornali. Sono passati di moda. Come è passata di moda la crisi Greca, la guerra all’ISIS, l’allerta terrorismo. Tutto passa, tutto viene consumato. E a noi non resta altro che aspettare il prossimo tema, la prossima catastrofe, per emozionarci di nuovo un po’ e continuare a consumare. Se c’è una cosa che è inaccettabile per ogni uomo è proprio il fatto che la vita si consumi. Ed è questa la cosa che ci fa più paura: che si consumino le amicizie, che si consumi l’amore, che si consumi questo mio tempo che passa e che mi lascia sempre più solo, più incerto, più insicuro sul futuro e su di me, sul mio reale valore. L’ingiustizia più grande che il nostro cuore sente è che le cose passino e finiscano. Noi accettiamo tutto: accettiamo di dover lottare, di soffrire, di tenere duro, ma non accettiamo la fine, il tramonto, delle cose che amiamo e che ci rendono vivi. Quanta falsità ci sembra di respirare attorno a noi, quanti imbrogli, quante illusioni. E sullo sfondo la paura terribile di rimanere soli. È per questo che consumiamo e accettiamo di consumare. Perché, in fin dei conti, il cibo, l’amore, i soldi, le emozioni, ci sembrano davvero che possano – almeno per un po’ – allontanare la paura suprema, la paura atroce: quella di non avere un volto da amare, quella di non avere uno sguardo che ci ami. Per questo contiamo i morti, passiamo i sabati, ci rivoltiamo nel letto. Per non ammettere che il nostro cuore tutto questo non lo vuole, lo teme. E aspetta qualcosa. Qualcosa che sia per sempre, che non si consumi più. E che ricominci a dare valore alla vita. E anche alla morte. È tutto qui. Sembra poco, ma quest’attesa per noi è tutto. È la speranza che ci tiene vivi anche tra le nuvole, anche tra le lacrime, anche nel buio della notte che, alla fine, non è altro che il momento prima della luce, prima dell’Alba. Solo così potremmo smettere di consumare e iniziare, semplicemente, a vivere.

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