Uno sguardo nell’abisso, il volto della solitudine

di Alberto Zali

Hai mai amato la solitudine? L’hai mai ricercata qualche volta, quando eri circondato da persone che parlavano e parlavano e dicevano cose che neppure stavi a sentire?

Di giorno c’é un fracasso assurdo là fuori. Le macchine strimpellano i loro clacson inchiodate in file infinite, la gente urla per strada come se fosse al mercato del pesce, il telefono non smette di cinguettare. Ma di sera fa tutto silenzio. Tutto, tranne una cosa, una piccola cosa che fa un rumore che non si sente, un rumore insignificante che però racchiude in sé una miriade di significati. É la nostra testa. Migliaia di pensieri hanno finalmente un attimo di riposo dallo snervante via vai della giornata e possono vagare liberi per le stanze delle nostre menti, dei nostri cuori. E allora ripensiamo alla giornata, alla settimana, ai mesi che l’hanno preceduta e addirittura alle nostre vite. E piangiamo, ridiamo, sorridiamo oppure ci viene voglia di strapparci i capelli. E abbiamo solo diciassette anni, è vero, eppure ci sembra di aver vissuto così tanto. E allora ci chiediamo come sarà quando saremo vecchi? Impiegheremmo ore e ore ad addormentarci se ogni notte iniziassimo a ricordare le nostre vite. Eppure i vecchi tendono ad addormentarsi subito, più facilmente. Com’é possibile? C’é chi dice che abbiano smesso di credere nei loro sogni, e che per loro giorno e notte non abbiano significato, siano solo due parti della loro vita che si alternano costantemente. Io non credo, forse c’è un qualcosa di più dietro a questo meccanismo… forse, ma ancora non lo posso sapere. E i pensieri continuano a girare come un vortice, con la forza di un turbine di grado sette – quelli capaci di spazzare via un’intera città per intenderci – e noi ci addentriamo sempre più in una spirale di gioia, tristezza, amore, dolore… insomma, con una sola parola, follia.

Hai mai odiato la solitudine? Qualche volta intendo… quando non ne puoi più della festa che fanno i tuoi pensieri quando tutto il resto, quando tu taci.

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