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LA REALTA'

La comunicazione al giorno d’oggi

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di Francesca Basso

Comunicare le emozioni: un tempo per farlo si scriveva una lettera, oggi un messaggio o una e-mail. Così, idee e sentimenti si trasmettono attraverso abbreviazioni e acronimi in modo veloce. Si può prendere atto della differenza d’impatto che questa nuova forma di comunicazione ha sulle relazioni umane: quella di ieri era una comunicazione anche fisica, fatta di scrittura, odori, impronte e attesa, tanto quella di oggi è incorporea, standardizzata, impersonale e immediata.

Da circa vent’anni, tutta la comunicazione è stata stravolta e modificata in modo radicale. Il notevole progresso tecnologico ha influenzato la vita dell’uomo, modificando i rapporti sociali. Così, oggi è abitudine diffusa comunicare con programmi di messaggistica istantanea che permettono un messaggio immediato piuttosto veloce. Infatti viviamo immersi in una società che cerca di risparmiare tempo, di velocizzare la comunicazione e che porta però a sentimenti sempre più sterili.

L’esempio dei messaggi
Negli sms la comunicazione tende alla semplificazione del messaggio, arrivando così ad una lingua scritta sempre più approssimativa. In questo modo quindi si perde la propria capacità di saper cogliere e utilizzare termini che con più verità e intensità possono tradurre emozioni e sentimenti.

Analizziamo insieme alcuni vantaggi e alcuni svantaggi della comunicazione virtuale.

I vantaggi

  • l’immediatezza e la velocità di trasmissione delle informazioni.
  • la facilità con cui adesso si chiamano altre persone dall’altra parte del mondo. Certo, si poteva anche prima, però adesso grazie ad internet si possono avere lunghe conversazioni senza spendere tanto o, ancora meglio, si possono fare videochiamate.

Gli svantaggi

  • accessibilità limitata per determinate categorie di utenti, che vengono esclusi molto più di quanto non possa accadere nel caso di incontri fisici e diretti. Questo aspetto è collegato al fatto che per comunicare oggi bisogna avere la possibilità e la capacità di utilizzare strumenti tecnologici. Anziani, bambini, indigenti e chiunque non abbia le competenze o le risorse – anche economiche – per accedere ad essi è tagliato fuori dalla comunicazione.
  • il venir meno dell’interazione fisica con il mondo: nel momento in cui gli strumenti comunicativi diventano sempre più virtuali, immateriali e astratti, siamo costretti a comunicare attraverso rappresentazioni sempre più semplificate ed evanescenti di ciò che vogliamo dire.

Siamo forse come dei pittori?

Quanti di noi di fronte allo schermo di un computer o di un telefono, per rispondere ad un messaggio, si sono lasciati trasportare dall’ennemisa emoticon, la classica faccina sorridente, tanto rappresentativa, quanto priva di originalità e di apporti personali? Quanti di noi hanno fatto questo invece di scrivere le parole più adatte, quelle che rappresentano ciò che sentiamo, le nostre emozioni e ciò che la nostra sensibilità emotiva vuole dirci?

Per rispondere a queste domande faremo un semplice esempio: un pittore decide di dipingere un quadro, comincis a disegnare l’abbozzo del paesaggio con la sua matita, ma poco dopo aver finito si accorge di non avere i colori e così si ritrova davanti ad un disegno scarno e ridotto all’essenziale, privo di vivacità. Quello che potremmo vedere, osservando il disegno, è solamente uno scheletro del dipinto.

La stessa cosa succede con la comunicazione virtuale: a volte è più semplice mandare una faccina perché si ottimizza il tempo a propria disposizione e si sprecano meno energie.

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NIGERIA/Quando lo sport si trasforma in guerra

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Un anno come questo, autore di catastrofi impensabili, non si lascia sfuggire proprio niente: la rabbia spesso è causa di tremendi mali. In un clima dove vittime e perdite non mancano a causa della guerra, ne sopraggiungono altre per tragedie sempre più strazianti. Nigeria, 29 Marzo 2022, con l’eliminazione dai mondiali della squadra nigeriana, in campo scendono i tifosi: infuriati per il pareggio (fatale per l’esclusione dal campionato) gli spettatori hanno trasformato lo stadio in un campo di battaglia. Una partita pareggiata 1-1 con il Ghana ha portato al fallimento della qualificazone al Mondiale in Qatar. Tragedie come questa non dovrebbero nemmeno esistere, eppure sono più attuali di quanto crediamo.

In un clima di scompiglio, rabbia e ribellione da parte dei tifosi, un medico addetto ai controlli antidoping dei giocatori è stato aggredito e ucciso. Non si conosce ancora con certezza la dimanica, ma una cosa si sa per certo: allo stadio nazionale di Abuja è scopppiato il caos. Una rabbia confusa, priva di fondamenti, sfogata su persone e oggetti, ha portato anche a questo: una luce in meno nel mondo dello sport. Anche i tentativi di rianimare la vittima, dopo essere stata percossa e calpestata violentemente dalla folla, sono stati inutili.

Così scompare un uomo, così si distrugge una famiglia: nello scompiglio di una semplice partita di calcio, un risultato sfavorevole ha portato alla morte di un innocente. L’uomo era stato numrose volte chiamato come medico in altri campionati e occasioni negli anni precedenti, ma a causa di persone così spregevoli non potrà prenderne più parte in futuro. Adesso il vuoto non è solo più in quello stadio, su quegli spalti e sul terreno da gioco devastato, ma anche nei cuori di chi lo conosceva.

Perde la vita Joseph Kabungo, che lascia un silenzio così profondo e triste da far riflettere anche i cuori più meschini. E’ bastata questa dimostrazione, qualche zolla di terreno strappata e panchine rovesciate, a insegnare che la guerra non esiste solo all’interno di determinati confini. Nessuno è salvo fuori dalle frontiere, perché a determinare la guerra è l’uomo stesso e i suoi istinti ingiusti, non  soldati e missili. La vera guerra è dentro l’uomo e per quanta paura possa fare, siamo i primi a ostinarci a combatterla contro gli altri. Questa tragica vicenda, per quanto brutale, è solo l’ennesima prova che la violenza è sempre causa e mai soluzione.

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MADRI LAVORATRICI/Come le donne liguri hanno affrontato il Covid

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Mancano ormai pochi giorni all’arrivo dell’estate e, con essa, di quel senso di spensieratezza e leggerezza che i mesi caldi portano con sé. Quest’anno, però, la fine della primavera preannuncia anche un definitivo abbandono delle tanto odiate norme anti-Covid.  (altro…)

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VIRUS/Cosa succederebbe se sparissero tutti?

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Nel corso dei secoli i virus sono stati responsabili di decine di milioni di morti, provocando malattie in parte ancora oggi incurabili. Quest’ultimo anno sarà ricordato per la diffusione della pandemia da Covid-19, che ha mietuto in tutto il mondo migliaia di vittime.  (altro…)

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