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LE REGOLE DEL DELITTO PERFETTO/L’ingiustizia negli Usa

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La discriminazione nei confronti degli afroamericani da parte del sistema giudiziario americano è un problema all’ordine del giorno. È proprio questo uno dei temi principali trattati dalla famosa serie televisiva ‘Le regole del delitto perfetto’. La protagonista, Annalise Keating, è una brillante avvocatessa e docente di diritto penale. Insieme ad alcuni dei suoi migliori studenti, si impegna nella difesa soprattutto di persone di colore.

La popolazione carceraria negli Stati Uniti

Secondo i dati, gli Stati Uniti sono il primo paese al mondo per numero di detenuti, di cui la grande maggioranza sono afroamericani. Nel 2018 i neri rappresentavano il 12-13% della popolazione adulta americana e il 33% di quella carceraria, praticamente il triplo della loro quota. I bianchi, che invece costituiscono il 61-63% della popolazione adulta totale, rappresentavano solamente il 30% dei prigionieri.

Se consideriamo i detenuti che attualmente si trovano nel braccio della morte, la percentuale degli afroamericani sale al 42%. L’etnia sembrerebbe quindi tuttora un fattore determinante quando si tratta di condannare a morte un uomo negli Stati Uniti. Inoltre, in molti casi, le giurie che determinano le condanne sono composte unicamente da bianchi.

La storia del razzismo negli Stati Uniti

I numeri parlano da soli, ma non è possibile capire il fenomeno senza considerare le sue origini. Per secoli infatti, pregiudizi e miti hanno associato il criminale all’uomo di colore. Per la National Association for the Advancement of Colored People, gli afroamericani hanno una probabilità cinque volte maggiore di essere fermati senza una giusta causa dalla polizia, rispetto a una persona bianca.

Tutto ciò costituisce un problema perché chi finisce in prigione ha meno possibilità di ottenere un lavoro o di ottenere dei benefici federali una volta usciti. Inoltre, l’alto tasso di incarcerazione va ad influire sull’esercizio dei diritti del cittadino. Per esempio, in 12 stati una condanna per reato comporta la perdita del diritto di voto. Se i numeri non dovessero calare, nei prossimi dieci anni, il livello di perdita dei diritti civili per le persone di colore sarà alto tanto quanto lo era prima del passaggio della legge sul diritto di voto, Voting Right act del 1965, quella legge per la quale lottarono John Lewis e i Big Six (https://it.wikipedia.org/wiki/Voting_Rights_Act).

La class action di Annalise

Nella quarta stagione delle regole del delitto perfetto, Annalise Keating porta alla Corte Suprema una class action per dimostrare la disparità di trattamento nei confronti delle persone di colore da parte delle forze dell’ordine. Che la materia affrontata nella serie tv tragga origine dalla realtà – e resti più attuale che mai – è evidente anche dalle basi su cui poggia l’intera class action di Annalise, e che richiama un caso simile affrontato nello stato di New York nel 2014.

Annalise riesce a sostenere che lo stato della Pennsylvania non garantisce un supporto legale adeguato a chi non può permettersi un avvocato. Le tesi che Annalise porta dinanzi alla Corte Suprema non sono espedienti narrativi, ma parentesi di realtà che si fanno di volta in volta più ampie. Non avere un avvocato impedisce ai detenuti coinvolti nella class action di vedersi garantito un giusto processo. Ed è pura realtà che gli avvocati d’ufficio non possano fare miracoli. Il settore deve infatti fare i conti con la mancanza di fondi e una mole enorme di casi da gestire.

Nella sua arringa finale Annalise dice così:

‘Il razzismo fa parte del DNA dell’America. E finché chiuderemo gli occhi dinanzi al dolore di chi ne è schiacciato non ci libereremo mai di quel patrimonio genetico. L’unica protezione che le persone di colore hanno è il diritto a una difesa, e non riusciamo a garantire loro neppure questo. Ciò significa che la promessa dei diritti civili non viene mantenuta. ’

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5 APRILE/Il Da Vigo torna in campo

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Stesso posto, stessa ora e stesse due squadre, Sampdoria contro Genoa, professori e alunni di ogni età del nostro fantastico liceo, combattono nella speranza di fare un goal e di rendere onore alla propria squadra del cuore, appassionando altrettanti studenti e professori, anche non appassionati di sport, che sono riuniti sugli spalti per gridare e urlare di gioia. Solo una parola mi viene in mente pensando a tutto questo, spensieratezza, quella che il covid ci ha tolto per un po’ di anni e ci è mancata, ma finalmente giornate come queste ci fanno ricordare di averne bisogno.

Il 5 aprile alle ore 14.45 torneranno sul campo dello stadio Broccardi, a Santa Margherita Ligure le due squadre del liceo Da Vigo Nicoloso.
Il derby tra Sampdoria e Genoa si disputerà nello stesso campo dove il precedente 22 dicembre il Genoa grazie alla doppietta di Kevin Etienne si portò a casa la vittoria. La partita era iniziata con il vantaggio dei blucerchiati con il goal di Giorgio Perazzo e del prof Materno ma la rimonta da parte dei grifoni fu inevitabile con il goal di Philip Wintour, del nostro preside e infine i due strabilianti goal di Kevin.

Ho sempre considerato la nostra scuola come una piccola grande famiglia, non è sempre facile trovare persone che ti fanno sentire a casa e al proprio posto, ma il Da Vigo nonostante abbia milioni di difetti ha mille altri pregi, tra cui questo, (d’altronde solo noi facciamo una ricreazione ogni 50 minuti di lezione !) i professori spesso instaurano con gli alunni dei bellissimi rapporti che vanno oltre alla scuola e all’insegnamento, sto parlando di rapporti umani, indelebili e per di più, come sappiamo, il 90% delle amicizie pure e vere nascono proprio tra i banchi di scuola e dopo la pandemia e tutte le restrizioni, vedere questo forte legame anche al di fuori di uno contesto scolastico riempie il cuore di gioia.Inoltre penso sia molto difficile tenere insieme tre plessi, soprattutto quando tra questi c’è molta rivalità, in particolare tra i professori e di conseguenza nascono dei pregiudizi tra i ragazzi, in base all’indirizzo scelto e così via, ma su quel campo, il giorno prima delle vacanze natalizie, tutti questi pregiudizi sono scomparsi, l’unica divisione che c’era era tra Sampdoriani e Genoani, questo è l’effetto, o forse è meglio chiamarla magia del calcio, ma anche di molti altri sport, che unisce una quantità spropositata di cuori; durante quei 90 minuti l’unica preoccupazione che noi tutti avevamo era che un giocatore della nostra squadra preferita mandasse la palla in quella maledetta rete avversaria o nel caso del nostro super vicepreside (che stava sugli spalti con noi ragazzi) che la squadra del preside perdesse !

Quattro mesi dopo la domanda non è cambiata, è sempre la stessa, quale squadra riuscirà questa volta ad avere la meglio ?
Ed ecco qua i due capitani (Federico Delfino e Alessio Parodi ) delle due squadre che ci dicono la loro opinione …

• Nella precedente partita netta vittoria da parte del genoa, in questo match di ritorno cosa cambierete rispetto all’andata ? 

(F) “All’andata non ci conoscevamo tra di noi, ci siamo visti per la prima volta nel riscaldamento e per questo siamo andati in campo un po’ disorganizzati. Questa volta cercheremo di essere pronti sin dal primo minuto, mettendo quel pizzico di determinazione in più che ci è mancata nel mantenere il momentaneo 2-0 lo scorso dicembre. L’impegno è sempre stato e sempre sarà massimo, siamo orgogliosi di difendere la maglia più bella del mondo !”

(A) “Non so ancora che scelte prenderà l’allenatore, sicuramente siamo una squadra che si basa sul lavoro collettivo e dove ogni singolo giocatore recita una parte fondamentale, di conseguenza posso dire che non cambieremo sicuramente atteggiamento, visto che nell’ultima partita, è stato vincente.”

• Quali giocatori ti piacerebbe avere della squadra avversaria ? E perché?

(F) “Il Genoa ha dimostrato di essere una squadra ricca di ottime individualità, ma mi tengo stretti i miei compagni, i quali hanno tutti voglia di rivincita e sapranno dimostrare sul campo di non essere inferiori a nessuno. L’unico giocatore che mi sarebbe piaciuto avere in campo è il professor Materno, che a causa dell’infortunio dell’andata, ci darà una mano solo in veste di allenatore.”

(A) “Sinceramente non prenderei nessuno dall’altra squadra nonostante ci siano ottimi elementi; conosco ogni mio singolo compagno e so quanto ognuno di loro può dare al gruppo, é stata proprio la squadra in ogni suo elemento a permetterci di vincere il primo match, c’è un forte senso di appartenenza alla maglia e anche del dovere in quanto rappresentiamo l’unica squadra di Genova perché, viste le ultime notizie, non sappiamo se ci saranno altri derby in futuro!”

• Come pensi finirà questa partita ?

(F) “Difficile fare pronostici su partite come il derby, noi siamo pronti a lottare su ogni pallone senza mollare un centimetro. Sono sicuro che con questo approccio sarà davvero tosta batterci!”

(A) “Preferirei non sbilanciarmi perché la partita è imprevedibile e la posta in palio é alta, resta il fatto che ci teniamo a confermare quanto dimostrato l’ultima volta e sono convinto che abbiamo le qualità e le capacità per ribadire la nostra superiorità.”

• Sono quattro mesi che si parla di questa partita potessi scegliere, preferiresti la vittoria nel derby o passare l’anno scolastico ?

(F) “Non vedo perché rinunciare ad una delle due cose, se abbiamo scelto di tifare Samp e non quelli là, è perché siamo intelligenti…”

(A) “Meglio non esprimersi perche queste risposte potranno leggerle anche alcuni professori, sicuramente però il derby resta il derby e l’importanza di questo evento non é secondo a nulla poiché non ci saranno altre occasioni (se tutto andrà bene in ambito scolastico!).”

Infine ci tenevo a ringraziare il prof Giacobbe, le prof Battini e D’Alfonso e i rappresentanti d’istituto, in particolare Samuele Stella per tutto l’impegno e la passione che ci mettono nell’organizzare giornate come queste !
(E chi lo sa forse stavolta hanno persino organizzato qualche sorpresa !)

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TRAGEDIA DI CUTRO/L’ incontro della Premier con i familiari delle vittime

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Del naufragio di Cutro, avvenuto lo scorso 26 febbraio, siamo a conoscenza di un numero pari a 81 vittime, anche se si teme che molti corpi debbano essere ancora ritrovati.

I giorni di protesta davanti a Palazzo Chigi contro Giorgia Meloni, accusata, insieme al suo Governo, di grave incompetenza innanzi a una situazione come quella del terribile naufragio di Cutro, sembra si siano attualmente sedati.

Infatti, la Premier, insieme al Ministro degli Esteri Antonio Tajani e, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano,  ha deciso di incontrare alcuni parenti delle vittime e superstiti della tragedia.

Grazie a dei mediatori, i migranti sono riusciti a comunicare con la Premier, la quale ha mostrato vicinanza e compassione nei confronti dei parenti e dei superstiti, garantendo, commossa, che “il governo proseguirà alla ricerca delle salme, incluse quelle presumibilmente imprigionate nel barcone, ancora incagliato sul fondale”.

In seguito, la Ministra ha esposto le sue assicurazioni, che testimoniano un impegno da parte del Governo Italiano e dell’Unione Europea, a garantire la tenuta in considerazione delle richieste di accoglienza, e la possibilità di un ricongiungimento in altri Paesi Europei, specialmente in Germania.

Si dice che l’incontro si sia svolto “in un clima emozionato e commosso”, il quale avrebbe portato i familiari delle vittime e i sopravvissuti a fare “appello al suo cuore di madre” a Giorgia Meloni. Inoltre, ella avrebbe chiesto loro se fossero consapevoli dei rischi delle traversate, e della lotta che il Governo Italiano sta affrontando, al fine di sconfiggere i trafficanti di esseri umani ed evitare altre catastrofi simili.

Il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, è fiducioso nei confronti della Premier, reputando che questo incontro non sia solo un “fatto di circostanza”, ma che “lo riempiranno di contenuti”.

Al contrario, il parroco di Steccato di Cutro, don Pasquale Squillacioti, dice che è necessario “entrare nell’ umanità delle persone, non bisogna aspettare la morte per dire “ti sono vicino.”

E allora la domanda giusta da porsi è: rimarranno solo parole, o queste promesse potrebbero tramutarsi, un giorno, in provvedimenti concreti?

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INCIDENTI STRADALI/Italia a motore, tra imprudenza e distrazione

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GLI INCIDENTI D’AUTO SONO SEMPRE PIÙ FREQUENTI IN ITALIA

 

Gli incidenti stradali in Italia stanno aumentando soprattutto nella fascia più giovane dei guidatori (18-24 anni) che ne causa il 64%. Spesso le cause sono la guida distratta o imprudenza. Nel 2022 i decessi per incidenti d’auto sono stati 1489, ciò significa che 1 italiano su 50.000 muore in questo modo. Sembra un dato da poco ma basta considerare che a Roma ci sono circa 2 747 000 persone, quindi ogni anno, solo lì, muoiono 55 persone a causa di incidenti stradali. Basta guardare gli ultimi giorni per capire la frequenza di queste disgrazie.  

 

INCIDENTE DI TREVISO; 5 MARZO 2023

 

Oggi, 5 marzo 2023, sono morte due ragazze e sono stati feriti due ragazzi in un incidente d’auto a Treviso. Il veicolo si è schiantato contro un platano sul ciglio della strada, era mezzanotte e secondo i testimoni, altri 4 ragazzi che dovevano passare la serata con le vittime, l’impatto è stato molto violento. Ho scelto di utilizzare il termine vittime e non malcapitati o sventurati ragazzi, perché è questo che sono: vittime di quella strada e di quell’auto che nel 2022 ha ucciso 66 persone.

2 ragazze morte 

2 ragazzi feriti

 

INCIDENTE A TORINO; 4 MARZO 2023

 

Ieri sera, 4 marzo 2023, c’è stato un incidente stradale che ha coinvolto 4 automobili. Ci troviamo nella parte a Est di Torino, in piena città, vicino alla sponda orientale del Po; è buio e si vedono disordini su Corso Casale, ambulanze e vigili vanno e vengono, 7 feriti in un altro incidente d’auto. 

4 auto coinvolte

7 i feriti

 

INCIDENTE SULL’AUTOSTRADA A4; 3 MARZO 2023

 

Il 3 marzo del 2023 c’è stato un altro incidente sull’autostrada A4, questa volta a cadere vittime della strada sono state due persone, una donna di 58 anni e una ragazza di 15. Una Opel Corsa, un’Audi e una Jeep si sono scontrate contro un tir, la polizia stradale e i vigili del fuoco sono accorsi sul luogo dell’incidente ma purtroppo per le due vittime non c’è stato nulla da fare. Questo è l’ennesimo incidente autostradale, come quello del 2 marzo, (ancora una volta tra due auto e un tir) e quello di qualche settimana fa al casello tra la barriera di Ghisolfa e l’uscita di Certosa

2 persone morte

4 persone ferite

 

Sempre più persone rimangono vittime della strada eppure basterebbe anche poca attenzione in più, che tutti rispettassero i semafori e i limiti di velocità, che la prossima volta il guidatore non sottovaluti i pericoli della strada

 

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