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ATTUALITA'

Ecco i ministri di Gentiloni/Valeria Fedeli è il nuovo Ministro dell’Istruzione

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di Alice Bafico e Angelica Zarafa

– Con la giornata di ieri, lunedì 12 dicembre, il neo Presidente del consiglio Paolo Gentiloni ha rivelato la lista dei nuovi ministri che lo accompagneranno nel lavoro.

Presidente del Consiglio dei Ministri: da Matteo Renzi a Paolo Gentiloni Silveri

Sottosegretario alla Presidenza: da Graziano Delrio a Maria Elena Boschi

Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale: da Federica Mogherini a Angelino Alfano

Ministero dell’Interno: da Angelino Alfano a Marco Minniti

Ministero dell’Economia e delle Finanze: Pier Carlo Padoan

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: Giuliano Poletti

Ministero dello Sviluppo Economico: da Federica Guidi a Carlo Calenda

Ministero della Difesa: Roberta Pinotti

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca: da Stefania Giannini a Valeria Fedeli

Ministero della Giustizia: Andrea Orlando

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: da Maurizio Lupi a Graziano Delrio

Ministero della Salute: Beatrice Lorenzin

Ministro per i Rapporti col Parlamento: da Maria Elena Boschi a Anna Finocchiaro

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare: Gianluca Galletti

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo: Dario Franceschini

Ministero Semplificazione e Pubblica Amministrazione: Marianna Madia

Ministro per gli Affari Regionali: da Maria Carmela Lanzetta a Enrico Costa

Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali: Maurizio Martina

Ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno: da Graziano Delrio a Claudio De Vincenti

Ministro dello Sport: Luca Lotti

Soffermiamoci di più sul nuovo ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli. Sostituisce Stefania Giannini, l’artefice della non molto amata Riforma della Buona Scuola.

Chi è Valeria Fedeli?
Valeria Fedeli è nata a Treviglio – in provincia di Bergamo – nel 1949, è un ex sindacalista nel settore pubblico di CGIL e attualmente è senatrice nel Partito Democratico. Il suo passato sindacalista è l’argomento di cui si è parlato di più da quando è stato rivelato il suo nuovo incarico.
Si è laureata in Scienze Sociali a Milano, dove ha iniziato la sua attività sindacale in rappresentanza delle insegnanti della scuola materna. All’inizio degli anni ’80 si è trasferita a Roma ed ha iniziato a lavorare per CGIL nella Funzione Pubblica fino alla metà degli anni ’90.
Si è poi occupata del settore tessile, dove ha lavorato dal 2001 al 2012, quando è diventata vicepresidente del Senato.
Sul suo sito ufficiale si dichiara “una sindacalista pragmatica, femminista,riformista e di sinistra.”

Le prime parole da ministro:
“Onorata di ricoprire un ruolo così importante per il Paese. Lavorerò per una scuola di tutte e di tutti. La scuola è il luogo dove si costruisce il futuro dell’Italia, è una responsabilità che cercherò di assolvere con impegno e dedizione, ascoltando e coinvolgendo le migliori forze di quel mondo: gli studenti, i genitori, i lavoratori ed i loro rappresentanti. C’è tanto da fare, da domani – oggi (ndr) – sarò al lavoro.”

Perché proprio lei come Ministro dell’Istruzione?
La maggior parte degli insegnati si aspettava la nomina del politico Marco Rossi-Doria, già sottosegretario del Ministero dell’Istruzione durante i governi di Mario Monti ed Enrico Letta. Molti sono preoccupati per l’inesperienza in questo ambiente del nuovo Ministro che, anche il suo partito ammette, sa poco di scuola. Dunque, sorge spontaneo chiedersi perché sia ricaduta proprio su Valeria Fedeli la scelta. Sicuramente, il suo passato da sindacalista è una garanzia nei rapporti con quel mondo che era stato tagliato fuori da ogni rapporto con la ex Stefania Giannini. E già alcuni esponenti di CISL e CGIL si dichiarano felici di poter lavorare con lei per ristabilire serenità nel mondo della scuola. Anche i rivali la definiscono una “tosta”, capace di fare squadra e sensibile ai temi legati alle donne.

Questioni Aperte
Nonostante sia già passato più di un anno dall’approvazione della Buona Scuola, sono molti i punti che devono ancora essere approvati e revisionati, come il diritto allo studio. I sindacati – che considerano la riforma come fallita e da archiviare – richiedono di rivedere il contratto di mobilità, l’Unione degli Universitari preme sul sotto finanziamento delle università e sul superamento del numero chiuso.

Ma quanto durerà questo governo?
Questa è la domanda che tutti gli italiani si pongono, perché è dalla durata del nuovo governo che si capiranno molte cose. Anche se dovesse durare fino alla fine quanto si può fare in un anno e mezzo scarso?
La riforma scolastica è urgente, il malessere di insegnati e studenti è chiaro a tutti, ma se in meno di 1000 giorni si è riusciti a creare una legge così destabilizzante per l’ambiente scolastico, si riuscirà a risolvere – in parte, solo inizialmente o chissà – tutte le falle di questa riforma?

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ATTUALITA'

MALASANITÀ/Il dramma del neonato morto al Pertini

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L’otto gennaio di quest’anno, al ospedale Pertini di Roma un neonato è morto soffocato quando la madre che lo stava allattando si addormenta.

Successivamente la procura ha aperto un fascicolo: “omicidio colposo”.

Intanto però la notizia si diffonde, e il padre del neonato racconta al Messaggero di come la donna fosse sfinita e priva di energie dopo ben 17 ore di travaglio.

La moglie aveva più volte chiesto ai responsabili del reparto di portare il neonato al nido del ospedale per poter riposare, anche solo per qualche ora.

Ma il permesso le era sempre stato negato.

Nei giorni successivi il fatto ha scatenato un accesso dibattito riguardante le procedure post-parto degli ospedali.

Infatti, negli ospedali solitamente è previsto il cosiddetto “rooming-in”, ovvero il neonato subito dopo il parto, viene tenuto nella stessa stanza della madre anziché in una camera in comune con altri neonati.

A questa pratica però, dovrebbe essere sempre proposta un alternativa cioè la gestione dei neonati da parte del Asilo del ospedale, fino al termine della permanenza.

Questa seconda opportunità non viene sempre tenuta in considerazione, e centinaia di donne nei giorni scorsi hanno raccontato la loro esperienza denunciando che la possibilità di usufruire del nido ospedaliero sia stata loro  negata.

Le domande che ci si pongono in questi casi sono molteplici: Cosa sarebbe accaduto se questa donna avesse potuto riposare per qualche ora? O anche solo sé qualcuno avesse avuto cura si sorvegliarla e assisterla? La pratica di rooming-in vale per qualsiasi situazione? È  davvero la scelta più adeguata?

Il drammatico evento che ha portato  il decesso del neonato di Roma dovrebbe stimolare le coscienze e una azione diretta delle istituzioni per tutelare maggiormente la salute delle donne dopo il parto.

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DALL'EUROPA

MODA/Un italiano al timone di Luis Vuitton

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Pietro Beccari è il nuovo amministratore delegato e presidente di Louis Vuitton. Un italiano, dunque, guiderà la marca francese di lusso più nota al mondo fondata da Bernard Arnault. Beccari succederà a Michael Burke. Mentre alla guida di Dior andrà Delphine Arnault, figlia primogenita dell’imprenditore attualmente “uomo più ricco del mondo” secondo Forbes. Un cambio ai vertici che era nell’aria e attendeva solo la conferma ufficiale. Questo è forse il primo dei molti i cambiamenti che attendono il mondo della moda per questo 2023, nel management come nelle direzioni creative.

Pietro Beccari, parmense classe 1967, ha iniziato il suo percorso professionale nel settore marketing di Benckiser (Italia) e Parmalat (Usa), per poi passare alla direzione generale di Henkel in Germania, dove ha ricoperto il ruolo di vicepresidente della divisione Haircare.

Nel 2006 è entrato in LVMH in qualità di vicepresidente esecutivo marketing e comunicazione per Louis Vuitton, prima di diventare Presidente e ceo di Fendi nel 2012. Da febbraio 2018 è presidente e ceo di Christian Dior Couture, oltre che membro del comitato esecutivo di LVMH.

“Pietro Beccari”, ha commentato Bernard Arnault, fondatore e CEO di LVMH: “ha svolto un lavoro eccezionale in Christian Dior negli ultimi cinque anni. La sua leadership ha accelerato il fascino e il successo di questa iconica Maison. I valori di eleganza di Monsieur Dior e il suo spirito innovativo hanno ricevuto una nuova intensità, supportata da designer di grande talento. La reinvenzione della storica boutique al 30 di Montaigne è emblematica di questo slancio. Sono certo che Pietro condurrà Louis Vuitton a un nuovo livello di successo e di desiderabilità”.

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ATTUALITA'

SCONTRO TRA TIFOSI SULLA A1/ quando la partita si “gioca” anche fuori dal campo

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Domenica otto gennaio, sulla A1, i tifosi del Napoli battezzano l’anno nuovo con le spranghe.

È l’area di servizio Badia al Pino, nei pressi di Arezzo, l’autogrill che ha dato luogo allo scontro tra gli ultrà del Napoli e quelli della Roma.

Secondo quanto riportato dalle fonti della polizia, sarebbero 80 tifosi partenopei che, con certezza, erano presenti in quel luogo al momento delle scontro con gli abitanti della capitale, e che stanno cercando di identificare.

Invece, quattro sarebbero i tifosi napoletani, di età compresa tra i 21 e i 27 anni, ad essere stati inseguiti e successivamente fermati dagli agenti di polizia, intenti a forzare un posto di blocco a Genova Nervi. Nel loro bagagliaio erano presenti delle mazze.

 

La ricostruzione dei fatti:

Secondo i dati riportati, i tifosi napoletani diretti a Genova, che si sono fermati nell’area di servizio che ha ospitato lo scontro, sarebbero stati circa 350. A intervenire subito sul luogo è stato il personale delle forze di polizia di Arezzo, che ha impedito che la situazione, già critica di per sé, si aggravasse in modo precipitoso. Il corpo di polizia avrebbe, infatti, fermato in tempo il transito di tifosi romanisti i quali, si era appreso, che fossero diretti nello stesso itinerario, per raggiungere lo stadio San Siro di Milano(per lo scontro con il Milan).

Ad aggiungersi a quelli provenienti da Arezzo, sarebbero stati altri agenti, diretti da Arno.

I tifosi della Roma in transito raccontano del loro viaggio verso Milano: una volta nei pressi di Genova, entrati a conoscenza della presenza dei partenopei nelle vicinanze, la marcia sarebbe rallentata, fino a fermarsi all’area di sosta. Proprio in questo luogo, una parte dei tifosi campani, posizionatosi lungo la recinzione, ha iniziato a scagliare oggetti contro le autovetture degli avversari.

Immediatamente, entrambi gli esponenti delle tifoserie si sono trasferiti verso l’uscita dell’area di sosta, dove i lanci di oggetti, quali bottiglie, coltelli, spranghe, fumogeni e non solo, sono continuati per brevi attimi; proprio in questo momento, un tifoso romanista sarebbe rimasto ferito da un’arma da taglio risultando in codice giallo.

In seguito all’accaduto, i tifosi romanisti sarebbero poi ripartiti dopo poco tempo, mentre i napoletani scortati dalle forze di polizia fino alla Stadio Luigi Ferraris di Genova, dove si é tenuto il match Sampdoria-Napoli.

In direzione nord, l’autostrada é rimasta chiusa per circa cinquanta minuti.

Quanto accaduto non risulta essere un fatto eccezionale. Gli scontri tra squadre avversarie, scaturiti dal desiderio di vendetta, o da semplice smania di violenza, avvengono, purtroppo, in modo molto frequente; esattamente come furti e atti vandalici nelle aree di servizio.

E allora diventa inevitabile domandarsi: è lecito che il tifo si trasformi in delinquenza?

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